Ambiente e Natura

Non solo calcio a 5, anche libertà di coscienza

di Vincenzo Ambrosino
Calcio a 5

 

Sabato non abbiamo vinto, abbiamo perso la partita ma in modo assolutamente onorevole.

Risultato finale da Terracina: Sporting Terracina – Le Forna Mare: 6-4 (parziale 2-2)
Marcatori: 8′ Carrannante, 12′ Di Meglio, 56′ Vitiello G., 58′ Vitiello F.

I nostri ragazzi sono stati costretti a partire di sabato per giocare la partita con il Terracina. Giocare di sabato è la minaccia che abbiamo subito da tempo e per scongiurarla ogni settimana i nostri dirigenti dovevano inviare la richiesta alle squadre avversarie e solo queste potevano prendersi la libertà di decidere quando disputare la gara.
La Federazione di calcio a 5 evidentemente, pur a conoscenza della nostra necessità di giocare di domenica non  ha mai formalizzato la nostra richiesta, non ritenendo opportuno “stravolgere calendari ed equilibri consolidati” – che stabiliscano che le gare di calcio a 5 si disputano di venerdì e sabato pomeriggio – ma così facendo ci ha sicuramente danneggiati e messi nelle mani della discrezionalità delle squadre avversarie.

Devo dire, che in modo assolutamente sportivo, tutte le altre squadre incontrate fino ad ora hanno accettato di giocare di domenica; abbiamo avuto qualche problema con il Fondi e ieri con questi di Terracina.

Il Terracina infatti ha utilizzato il diritto di scegliere la giornata di gara, incurante delle necessità isolane ma diciamo pure un’altra cosa… questi del Terracina, a mio avviso, ci hanno fatto pagare la loro frustrazione subita ad ottobre. Infatti noi ad ottobre  non avevamo ancora il nostro campo disponibile, per cui la gara casalinga con il Terracina la dovevamo disputare a Formia; tra l’altro questi di Terracina avevano dichiarato che “erano allergici alla traversata via mare”, per cui felici ci aspettavano quella domenica nel campo neutro di Formia. Ma quella volta, condizioni meteo marine avverse ci impedirono di partire e quindi la partita non si disputò e per recuperare quella gara, adesso che abbiamo la disponibilità del campo, quelli di Terracina saranno costretti a prendere per una volta la nave.

Partire di sabato per le squadre ponzesi è proibitivo, soprattutto per chi lavora ma anche per chi va a scuola perché da Ponza si parte al mattino e quindi tutta la giornata lavorativa o scolastica va perduta. È un ulteriore sacrificio per gli isolani che i continentali non hanno, infatti in continente si gioca la sera anche di venerdì e di sabato senza che nessun dirigente o giocatore abbia da perdere lavoro o scuola.

E la riprova sta nel fatto che le squadre avversarie accettano volentieri di giocare di domenica e non il venerdì o il sabato a Ponza perché anche per loro sarebbe troppo sacrificare, per una partita tra dilettanti, una giornata lavorativa o di scuola.

Tutte le squadre, potrebbero seguire l’esempio di quelli di Terracina perché non essendo riconosciuta ai ponzesi formalmente la obbligatorietà (per motivi oggettivi) di disputare le gare di domenica ognuno può discrezionalmente farci dei dispetti.

Quindi per quanto riguarda la questione della parità di opportunità nel diritto sportivo – noi isolani siamo una minoranza – e  dobbiamo lottare perché questo diritto, di portare a termine il campionato degnamente – sia fatto rispettare.

Senza “clausola scritta” nel regolamento della Federazione: la scelta che i dirigenti delle squadre fanno accettando o no di aderire alla nostra motivata richiesta diventa una  questione di coscienza.

Ma che significa “questione di coscienza”? I diritti sono una questione di etica o di coscienza? La legge li deve riconoscere valorizzando soprattutto i diritti delle minoranze. La difesa dei diritti non può dipendere dalla discrezionale tra l’altro di una parte che magari ha interessi opposti dipendenti da opportunità economiche, politiche o religiose.

I diritti non riconosciuti, i diritti negati diventano una questione di coscienza e sono in mano alla discrezionalità dell’individuo, del giudice, degli interessi di parte.

La Federazione Calcio a 5 al momento delle iscrizione al nuovo campionato, deve riconoscere il diritto delle squadre ponzesi di giocare di domenica; deve riconoscere e formalizzare un diritto, che dia alla squadra isolana  pari opportunità di partecipare regolarmente al campionato. Riconoscere il diritto a lavoratori e studenti ponzesi di partecipare al campionato di calcio a 5 senza che essi debbano rinunciare al proprio diritto al lavoro e all’istruzione.

Tutelare le minoranze è il problema delle istituzioni laiche e nei governi, nei parlamenti, nei consessi democratici, repubblicani, laici nessuno si deve nascondere dietro a falsi concetti di coscienza.

La legge deve tutelare tutti ma soprattutto deve dare a tutti la libertà di scelta individuale questa sì che può essere delegata alla coscienza individuale.
Diritti che  cambiano, che si evolvono a passi veloci con la crescita delle conoscenze e delle applicazioni scientifiche diventano reali, concreti e creano sofferenza quando questi non vengono riconosciuti.

E’ chiaro che sono partito da un diritto sportivo negato alla squadra di calcio a 5 per arrivare alla legge di riforma sui diritti civili in discussione in parlamento, ed io penso che è proprio dalle cose che ci accadono, proprio dai torti, dalle umiliazione che l’individuo patisce sulla sua pelle che si comprende l’importanza e la obbligatorietà per uno Stato moderno e laico di legiferare tutelando tutti i diritti, compresi quelli delle minoranze.

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