Ambiente e Natura

La Laziomar sta umiliando i cittadini delle isole Ponziane

a cura della Redazione

Collegamenti-marittimi

Riceviamo in Redazione dal Comitato Rinascita per Ponza e pubblichiamo

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Al Sindaco del Comune di Ponza
e p.c.
All’Assessore alla Mobilità e Trasporti Regione Lazio

Oggetto: La Laziomar Privata sta umiliando i cittadini delle isole Ponziane.

Signor Sindaco tutti i ponzesi parlano male di questa Laziomar solo lei e il delegato Mastropietro continuate  ancora a difenderla. Lei invece di ascoltare le infinite lamentele dei suoi concittadini continua a polemizzare con  il presidente della pro-loco Emilio Aprea che è diventato l’unico punto di riferimento istituzionale a difesa dei diritti dei cittadini ponzesi.

Signor Sindaco gli imprenditori della Nuova Compagnia  Laziale  hanno ereditato, oltre un bel gruzzolo di denaro pubblico, due navi traghetto e due aliscafi che avevano determinate caratteristiche e davano delle collaudate garanzie:

  • Assicuravano continuità di lavoro a marinai residenti. Oggi  i marinai sono preoccupati per il loro futuro perché  la nuova gestione sta svuotando la Laziomar dei propri mezzi (Quirino, Alilam, Monte Gargano) preferendo affittare mezzi di proprietà degli stessi imprenditori.  Le due navi Quirino e Tedine assorbivano tre turni  personale, (17 x 3 = 51 marinai) ora solo una nave deve assorbire tutti i marinai, quindi si crea un esubero che deve essere diluito riducendo l’orario di  servizio,  per cui  anche le paghe. Addirittura c’erano ponzesi che venivano impiegati per guardie notturne agli aliscafi che incrementavano questa occupazione.  I marinai a contratto non continuativo venivano licenziati e sostituiti,  rimanevano a casa solo due mesi ma poi venivano ricollocati.  La qualità del lavoro si è aggravato per i marinai. Si assiste sulle navi ad un crollo dei rapporti sindacali: alcuni marinai sono minacciati di licenziamento perché hanno avuto l’ardire (secondo la concezione padronale di questi gestori) di chiedere che vengano rispettati i loro diritti di lavoratori.  Tutti i servizi si sono ridotti: la mensa interna è pessima ma anche i rifornimenti igienici per le pulizie si sono dimezzati. Questa caduta verticale della qualità e quantità dei rifornimenti si nota nella non più puntuale pulizia degli impianti igienici per i passeggeri.  I nuovi mezzi messi sulla linea vengono affittati dalla Laziomar con tutto l’equipaggio per cui  con queste navi si condannano i  marinai residenti della Laziomar ad una precarietà sempre più a rischio. La disperazione dei marinai non potrà che portare a uno sciopero – che i cittadini di Ponza comprenderanno – perché questi  nuovi gestori hanno distrutto in poco tempo diritti  acquisiti in anni di lotte sindacali.
  • Il Quirino permetteva continuità nel servizio e soprattutto permetteva il trasporto di camion di una certa portata che aveva garantito un definito sviluppo commerciale. Il Quirino doveva essere riclassificato  e rinnovato  per essere più confortevole e adeguato per servire i diversamente abili con l’allestimento di un ascensore non certo abbandonato come si sta facendo, anzi regalato a uno dei soci.
  • Il Tedite era e rimane una nave di grandi prestazioni.
  • Gli aliscafi hanno sempre consentito un servizio veloce e sicuro, dovevano essere riclassificati o sostituiti con altri aliscafi più moderni ed efficaci non certo sostituiti con un motoscafetto.
  • Fra qualche giorno ritornerà il Tedite, mezzo destinato a Ventotene e andrà via il Quirino; i sacrifici dei Ventotenesi finiranno e si evidenzieranno in modo ancora più drammatico quelli dei cittadini di Ponza.

Signor Sindaco lei ha consentito ai nuovi privati  di imporre all’isola mezzi di trasporto rifiutati da altre realtà e sicuramente  inadeguati per una tratta Formia- Isole Ponziane.

  • Il Don Francesco è un mezzo che non consente continuità nei collegamenti: con un po’ di onda  non parte ma se dovesse decidere di viaggiare – in condizioni meteo marine mediamente avverse – la sofferenza fisica e psichica dei passeggeri è sicura.  Il catamarano non ha la navigabilità dei mezzi “monocarena” e questa è una realtà definita dalla esperienza marinara. Ma poi è strutturalmente un “cassettone”: completamente chiuso per cui il passeggero non ha la possibilità di  prendere un po’ di aria per respirare e rallentare l’ansia della sofferenza della percorrenza. E’ stato da tutti definito una “lavatrice” proprio perché i passeggeri vengono centrifugati e strizzati nel suo cestello come panni sporchi. Questo catamarano naviga – anche quando il mare è calmo – ad una velocità imposta dalla compagnia privata per fare determinati consumi non certo alla velocità sbandierata da lei Signor Sindaco. Il concetto è sempre quello di abbassare i consumi e aumentare gli introiti ai privati. E per consentire ai  nuovi privati  di rendere produttivo questo Don Francesco, destinato ad arrugginire sul molo San Vincenzo di Napoli,  Lei addirittura ha permesso di piazzare nello storico porto borbonico una passerella non collaudata, brutta e ingombrante.  Ha permesso a questi privati di adeguare la banchina alla loro nave, ha piegato gli interessi di tutti gli operatori portuali, che d’estate sono numerosissimi, agli interessi dei privati.

 

Signor Sindaco Lei sta umiliando i suoi cittadini abusando del suo potere e infatti se questi imprenditori si permettono di propinarci questi mezzi per questi servizi è perché hanno il suo avvallo, il suo incoraggiamento e la sua collaborazione.

  • IL Laura è un motoscafetto e già ha subito vari inconvenienti tecnici malgrado la sua giovane età.

 

  • Se il mare è un po’ mosso allora si soffre di sicuro. Hanno sofferto persone che hanno sempre viaggiato con continuità e a loro dire:  “cosa mai successa sugli aliscafi”. Il Laura è rumoroso, tanto da non  consentire di  parlare con il passeggero che ti sta a fianco. Le file dei  sedili (che non si inclinano, cosa che invece avveniva con gli aliscafi), sono molto strette per cui non sono comode. Non si può uscire fuori per prendere un pò di aria cosa che avveniva con i vecchi aliscafi. Gli aliscafi impiegavano   Formia –Ponza circa un’ora e quindici minuti, questo Laura impiega  due ore. L’aliscafo viaggiava bene con il mare anche agitato  questo o non viaggia o diventa uno strazio per i passeggeri.
  • Il rispetto degli orari di partenza. Una volta per cambiare l’orario di partenza occorreva una domanda preventiva al Ministero,  oggi questi privati cambiano in base ai loro bisogni che sono solo economici. Quindi le condizioni meteo marine vengono gestite per ridurre al minimo le corse, gli orari vengono inventati per far fronte a pecche tecniche  nelle varie linee per le isole.

Signor Sindaco la lista delle lamentele contro questa Laziomar privata è lunga come un rotolo di carta igienica Scottex e ogni giorno diventa sempre più lunga sentendo le disavventure dei cittadini di Ponza che hanno il dispiacere di viaggiare sui mezzi da Lei tanto decantati.

Ma la cosa più brutta per i cittadini – che hanno sperimentato sulla loro pelle questi disagi – è sentirsi non solo abbandonati dal loro Sindaco ma – se tentano di esprimere il loro disagio in modo aperto su face book – vengono addirittura azzittiti e intimoriti e questo è una cosa non più sopportabile

Noi chiediamo che:

  • il Quirino deve essere riclassificato e rimesso sulla linea Ponza – Formia affiancando il Tedide, come da Lei scritto tempo fa’;

 

  • il Don Francesco e il Laura devono essere eliminati dalle linee Formia – isole ponziane perché inadeguati e devono essere sostituiti con due aliscafi uno per Ponza e uno per Ventotene impiegando su questi i marinai di Ponza e Ventotene.

Signor Sindaco, questo chiedono i cittadini e i marinai di Ponza e di Ventotene e questo si aspettano da Lei prima dell’inizio della nuova estate.

                                                                                                                            Comitato Rinascita per Ponza

Ponza, 31/01/2016

2 Comments

2 Comments

  1. elisa benzoni

    1 Febbraio 2016 at 11:08

    Correggete data finale

  2. la Redazione

    1 Febbraio 2016 at 12:54

    Grazie signora Benzoni.
    Ci scusiamo con lei e gli altri lettori per l’errore. Abbiamo prontamente rettificato.

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