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Finiamola con questo Ulisse!

di Vincenzo Ambrosino
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 Ma chi è Ulisse, l’eroe nato dalla fantasia di un poeta?
Questo eroe manipolato dagli dei cosa cercava per sé  e per i suoi? La fama, la gloria, l’amore, la conoscenza? Voleva certamente conoscere ma c’era sempre qualcuno che un attimo prima gli suggeriva la mossa da fare. Era furbo, per cui ingannava per sopravvivere. Il ritorno verso la sua amata Itaca era spinto dalla nostalgia. Nostalgia della sua casa, della sua terra, della sua reggia, della sua ricchezza, del suo potere, di sua moglie, di suo figlio.
Ulisse ritorna per nostalgia e non per dare una nuova vita a suo figlio, né alla sua terra e lo fa grazie a potenze divine.

Vogliamo finirla di nominarlo nel nostro contesto?
Vedete, ancora oggi si pensa a un eroe perché si compia il destino della nostra isola.
Come lo volete l’eroe, ambientalista o antiambientalista?
Lo volete amante dei forestieri o protettore dei residenti?
Lo volete  liberista o  socialista?
Lo volete forestiero, ponzese non residente  o ponzese residente?
A questo eroe vogliamo dare una delega in bianco oppure fargli sottoscrivere un contratto alla Berlusconi?
Ma come facciamo a firmare un contratto se non abbiamo definito il destino della nostra isola per cui assolutamente non abbiamo un progetto condiviso da sottoscrivere? 

La nostra isola la  vogliamo così com’è assecondando tutti gli istinti naturali? Da una parte i ponzesi a proteggere i loro ultimi baluardi e dall’altra i forestieri con le loro valigette a proporre progetti faraonici?
Vogliamo ancora da una parte subire leggi protezionistiche esterne e dall’altra tenerci chiusi, ironici, scontrosi a propagandare il nostro orgoglio antiambientalista?
Vogliamo ancora perpetrare nella scommessa che “le attività che funzionano sono costituite da un numero di soci dispari inferiore a tre”?
Vogliamo ancora forzare la realtà fisica, gli spazi, le leggi perché non ci accontentiamo e dobbiamo possedere per crescere all’infinito?
Vogliamo ancora continuare nella lotta di posizione che non fa decollare la solidarietà isolana?

Io a differenza di altri, non mi ispiro a poeti greci e non lancio messaggi nelle bottiglie, parlo finché posso con chi ha il potere quotidiano di fare le cose
(l’Amministrazione pro tempore) e parlo con chi deve sollecitare che le cose si facciano (le opposizioni e i comitati cittadini).
Questi uomini non sono eroi, ma possono incidere perché hanno voglia di incidere nella realtà. Per cui io tento di esaltare le piccole capacità quotidiane, i semplici confronti, i passi da formica in avanti e assolutamente cerco di scoraggiare le avventure fallimentari già sperimentate nel corso del tempo.

Non si può non partire dalla nostra realtà politica e sociale per migliorare il presente e prospettare il futuro. Se in questa realtà c’è un barlume di speranza noi dobbiamo coltivarlo, non inventandoci voli pindarici alla ricerca di un Eroe che non può esistere se non nella mente dei poeti.
Il nostro uomo non potrà essere un eroe,  non potrà essere mosso dalla nostalgia e i giovani sono in vacanza. Franco a volte anche facendosi trasportare dalle “sirene” nel suo poetare dice delle cose sagge:Gli Ulisse non vengono dal mare né sbocciano spontaneamente. Gli Ulisse si formano nella comprensione delle dinamiche sociali, nell’aspirazione alla salvaguardia dell’ambiente, nella valorizzazione della propria cultura.”
Franco però subito dopo aver detto delle cose sagge si inventa un Telemaco e allora si ricomincia daccapo in un cerca-persone – per quanto mi riguarda – inutile e noioso.