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Ora sono un ospite celeste

di Vincenzo Ambrosino
Presepio. Le grotte di Pilato e il cimitero soprastante [1]

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Il verso di una poeta preferita, Marina Cvetaeva, dice: “Oltre l’attrazione terrestre esiste l’attrazione celeste”. Esiste, non è immagine poetica, ma una precisa osservazione naturale. C’è una forza che preme dal basso verso l’alto a contrasto della gravità. La trovo nelle eruzioni, nelle maree, nelle correnti d’aria che risalgono pareti di montagne al sole. Sta nell’albero che cerca posto in alto, nella neve che evapora e ritorna nuvola.
Dice la leggenda che Newton fu folgorato dalla caduta di una mela. Se ne uscì con la legge di gravità.
Ma esiste una forza opposta che sollevò la mela su quel ramo per via di linfa, clorofilla, luce. Un matematico inglese si accorse della legge di caduta, ma ci è voluta una poeta russa per nominare la legge dell’attrazione opposta.

[Erri De Luca]

Presepio. Panoramica cimitero e faro [2]

Io aggiungo che anche le opere fatte con grande passione, con grande ispirazione, possono essere una spinta verso l’alto e quegli amici che hanno costruito il presepe alle Forna sono saliti, anche se per un attimo, verso l’alto.

Ma chi sono quei ponzesi che ogni anno si incontrano nella chiesa di Le Forna per costruire il presepe?

Ci sarà un regista, uno scenografo , un tecnico delle luci, un falegname uno che si occupa di raccogliere i materiali e poi quante ore lavorano? Lavorano di sera, di notte?

Alle Forna ci sono dei ponzesi che riescono a trovare l’armonia tra di loro per allestire dei presepi che hanno bisogno di tempo, di passione, di capacità artistiche notevoli.

Qualche anno fa questi  amici Fornesi  localizzarono il loro presepe a Cala Dell’Acqua. Quella rada distrutta per anni dallo sfruttamento minerario entrava di forza a Natale nella chiesa di Le Forna.  Ma quella rada era stata arricchita dalla fantasia dei nostri artisti, dalla “nascita di un porto”.

Qualcuno si chiese che c’entrasse Gesù con il porto!
Che c’entra la vita di un uomo che nasce in una povera capanna e in 33 anni di vita vissuta da uomo in mezzo agli uomini da l’esempio da seguire che lo porterà alla morte in croce e poi alla resurrezione. Che c’entra quella vita che indica la croce come unica salvezza con una speranza di un comunità di uomini che chiedono il loro pane quotidiano?

Si parlò in quel caso di mischiare il sacro con il profano ma quel presepe rimase esposto per molto tempo quasi a voler dire: “in ogni momento della sua vita, l’uomo mischia il sacro con il profano a volte lo fa inconsapevolmente a volte invece con una motivazione ma  dovunque si inserisca quella povera capanna con quella mangiatoia riscaldata da un bue e un asinello lì si rinnova la nascita del bambino che ha dato una nuova prospettiva a milioni di uomini di questo mondo.”

E infatti, si recita in chiesa “non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua chiesa”, per dire: “siamo peccatori, deragliamo spesso dalla strada che ci hai insegnato, facciamo cadere molto spesso a terra la tua croce ma almeno ci proviamo, e a volte, quando lo facciamo con convinzione, vediamo nascere, tra di noi, il miracolo della collaborazione, della comprensione e riusciamo a occupare il nostro tempo per onorare la nostra vera vita producendo arte, producendo bellezza, producendo pensieri e anche opere che ci fanno rivedere per un attimo la strada da seguire: saliamo verso l’alto contro la forza di gravità.
Quest’anno gli amici fornesi, hanno allestito il loro presepe prendendo a modello il posto più sacro per i ponzesi: il nostro cimitero.

Presepio. Le grotte e il Cimitero soprastante.2 [3]
Hanno realizzato un opera d’arte e l’hanno fatta con le loro mani, con la loro testa, con la loro passione vedendosi per 15 giorni circa tutti i pomeriggi, le sere e anche di notte.
Hanno avuto l’ardire, il coraggio e voglio pensare la grande intuizione di dare un nuovo brivido alla vita di tutti i i residenti ponzesi. Hanno scelto il nostro cimitero e l’hanno messo al centro del Natale ponzese.
Hanno voluto mettere al centro del Natale isolano la zona che rappresenta da 200 anni il nostro passato su questa isola.
I nostri morti quest’anno sono stati  allietati dal suono delle ciaramelle e delle zampogne, hanno visto sfilare  pastori ricchi di doni. Hanno visto svolazzare sulle loro tombe tanti angeli, hanno sentito belare le pecore e noi tutti, li abbiamo sentiti più vicini, presenti in mezzo a noi a festeggiare il nuovo Natale.

Presepio Cimitero. Particolare con pastori [4]

Anche  questo allestimento potrebbe essere oggetto di mille interpretazioni ma io voglio fermarmi a questa interpretazione: “c’è un solo posto sulla nostra isola che ci ricorda la nostra breve comparsa su questa terra. Questo posto è il nostro cimitero. Il rispetto per il nostro cimitero dove sono sotterrati i nostri morti è rispetto verso noi stessi oggi che siamo vivi e domani che saremo polvere.

Fare nascere Gesù nelle Grotte di Pilato è stato un colpo di genio; grotte destinate a crollare come tutto è destinato a crollare ma tutto è anche possibile farlo sopravvivere nella nostra memoria e in quella dei nostri nipoti.  Tutto può rinascere se c’è fede.

Penso che questi ponzesi  che hanno allestito questo bellissimo presepe meritano un nostro ringraziamento.

Presepio. Particolare grotte
Ora io sono un ospite celeste

 

Ora io sono un ospite celeste

nel tuo paese.

Ho visto l’insonnia del bosco

e dei campi il sonno.

Da qualche parte nella notte

gli zoccoli

strappano l’erba.

Pesante è il sospiro di una mucca

nella stalla assonnata.

Io ti dirò con tutta

la tenerezza e la malinconia

dell’oca guardiana

e delle oche che dormono.

Le mani affogate nel pelo del cane,

il cane canuto,

Poi, verso le sei,

l’alba è arrivata.

[Marina Cvetaeva] 

Presepio. Cimitero. Particolare [5]
Presepio. Le grotte di Pilato. Interno
Presepio. Particolare grotta [6]

Presepio. Le grotte di Pilato [7]
Presepio. Cimitero e faro

Nota

L’immagine di copertina e tutte le foto sono di Rossano Di Loreto