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Epicrisi (53). Tra il presente e l’infinito

di Luisa Guarino
Infinito presente [1]

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Con l’epicrisi di questa settimana comincia un nuovo anno della rubrica domenicale, dopo 52 settimane di percorso.
E a proposito di ricorrenze, il prossimo 6 febbraio il nostro sito compirà cinque anni. Una vera anomalia, come ricordava Enzo Di Giovanni nell’appuntamento della settimana scorsa [2], un vero record di tenuta, per un progetto ponzese portato avanti da ponzesi. Ma, si sa, nel bene e nel male, noi di Ponza Racconta siamo ponzesi molto speciali.

Continua a tenere banco il dibattito sul dialetto, tra poesie, distinguo tra parole scritte e parlate, che diventa anche spunto per l’approfondimento di Ponzese-forestiera o frastera-punzese [3].
Il porto di Cala dell’Acqua a Le Forna è al centro di Conoscere per comprendere come scegliere bene [4], in cui, seppure con premesse un po’ scontate si affronta uno dei temi più sentiti sull’isola, soprattutto dopo la recente presentazione dei progetti per la sua realizzazione. L’argomento è dibattuto da sempre: basti pensare che se ne parlava già sulle pagine di Ponza Mia, la pubblicazione nata nel 1964 per iniziativa di Gennaro Mazzella e Giuseppe De Luca. La ricorda Giuseppe, figlio di Gennaro, nel centenario [5] della nascita del padre. Già allora si parlava di un porto a Le Forna, un progetto su cui peraltro concordo.

Ponza mia. Cruciverba [6]

Ma a proposito di Ponza Mia, permettete un ricordo personale: per quella bella rivista ho pubblicato qualche articolo e alcune poesie, nel periodo ‘creativo’ dell’adolescenza. Ne ricordo in particolare una intitolata “Il mare” (che titolo originale?!). Ebbene, oltre una decina di anni fa, una mattina mentre sbarcavo sul molo Musco da un aliscafo della Caremar, un marinaio di Ponza me l’ha recitata integralmente a memoria: che sorpresa e che emozione!

Bbone fatte feste [7]” con i relativi commenti ci riporta alle belle atmosfere del tempo antico, anzi “d’antico tempo”, come diceva mia nonna. Mentre riscalda il cuore “Caro amico, per le feste non ti ho scritto [8]” che, oltre al rimando a una delle canzoni più belle e più note di Lucio Dalla, è un autentico inno all’amicizia, tant’è che in molti si sono sentiti raggiunti da quel messaggio, lontani e vicini allo stesso tempo.

Pesce-palla-823x450 [9]

Ci tiene aggiornati sull’attualità invece la rubrica settimanale della Rassegna Stampa [10], una delle new entry del sito, giunta all’8^ settimana: riporta le notizie che ci riguardano che via via appaiono sui media locali. Trovo la notizia più curiosa la presenza del pesce palla nel mare del Golfo di Napoli: attenzione, anche cotto è velenoso. E a proposito di rubriche, per l’appuntamento ‘storico’ del venerdì Sang’ ‘i Retunne [11] conia addirittura un nuovo vocabolo, ‘ponziopatico’, che sta a indicare la malattia, detta appunto ‘ponziopatia’, dell’isolano più tipico: quello che quando è a Ponza non vede l’ora di andarsene, e quando se ne allontana rimpiange tutto di essa. Alzi la mano chi non si riconosce affetto da tale patologia.

Ma il passaggio che a mio avviso meglio sintetizza lo spirito del nostro sito in questo particolarissimo momento di inizio anno è la pubblicazione casualmente vicina di due pezzi del 5 gennaio: il Memo della vigilia della Befana [12], con la sua mordace e amara visione sull’attualità della vita nella nostra isola, e L’ambiente marino [13], che ci porta nella perfezione della profondità del mare in generale, e naturalmente del nostro in particolare. Una perfetta sintesi tra il contingente e in qualche modo l’eternità, fra il presente e l’infinito.

ambiente_sottomarino-800 [14]

C’è molto altro poi: lo sport tra le difficoltà del calcio, fra vacanze e trasferte e gli apprezzabili risultati del calcio a cinque [15]; le poesie tornate alla mente per l’Epifania [16], il richiamo del Presidente Mattarella [17] nel discorso di fine anno a prestare maggiore attenzione alle realtà più fragili e preziose dell’Italia, come le piccole isole, proprio come Ponza.
E c’è spazio più di sempre al pensiero per chi ci lascia, come la zia di Enzo Di Fazio, Elia [18]: il dolore per la sua scomparsa diventa in questo caso ricordo dolce e rasserenante, caldo come quella sua sciarpa che ora diventerà ancora più amata: “Non vi preoccupate. E’ tutt’apposto”, ha detto prima di chiudere gli occhi.

Vogliamo fare nostro il suo saluto e lo trasformiamo in un invito, ricordando che per tutto il mese di gennaio c’è tempo per scambiarsi gli auguri per il nuovo anno. Torniamo perciò ai primi giorni della settimana appena conclusa per ricordare il benaugurale e benaugurante “scrigno di rossi rubini [19]”, il melograno: il frutto più sontuoso che esista in natura. Che porti bene a tutti, vicini e lontani: a chi ci vuole bene e a chi… così così.

Melograno. Frutto [20]