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Visioni del circo invisibile. Foto di scena e Totò (3)

di Sandro Russo8. Auditorium Cirque Invisible [1]

Sono passati molti anni… e Victoria e Jean-Baptiste sono ancora una volta con noi – quasi una leggenda vivente… E anche se sappiamo di quanto idealismo e retorica sono fatte le “leggende viventi”, pure ci piace riscaldare il cuore con esse, e meravigliarci.
…E se non al Circo, quando?
Li ritroviamo un po’ cambiati per l’età – lui coi i capelli tutti bianchi – anche se, seguendoli negli anni, ci abbiamo pian piano fatto l’occhio.

11. Victoria e Jean Baptiste.1 [2]“…avevo pochi anni e vent’anni sembran pochi / poi ti volti a guardarli e non li trovi più…” (da Buffalo Bill di De Gregori)

12. Victoria e Jean Baptiste.2 [3]
13. Victoria e Jean Baptiste.3 [4]
Quando si spengono le luci della platea e si accendono i riflettori sul palco, tutto quello che lo spettatore deve fare è dimenticare la razionalità e lasciarsi trasportare dalla leggerezza e dalla bravura di questi due artisti. Victoria e Jean-Baptiste si alternano in un susseguirsi di travestimenti, esercizi di funambolismo, creature oniriche e illusionismi, realizzati tra giocattoli d’altri tempi e abiti fantastici, dentro una miriade di invenzioni piccole e perfette.

“Il loro circo è un’opera di magia che si dispiega come un’evidenza” – è stato scritto.

Lo spettacolo va avanti ad un ritmo forsennato, una scena via l’altra, senza interruzione, tanto che si fa fatica ad immaginare che sono solo loro due, Jean-Baptiste e Victoria, a tenere la scena, e non dieci persone! Alcune apparizioni sono così fugaci che si fa appena in tempo a registrarle, ma il messaggio è sempre semplice e diretto; passa dagli occhi al cuore con deviazioni occasionali (ma facoltative) alla mente, dove suscitano associazioni e richiami.

Lui… Jean-Baptiste, con la sua massa di capelli bianchi, da genio folle, i suoi costumi fantasmagorici, dipinti nei modi più strani, da un quadro a una zebra, a un paesaggio, lo sguardo ironico e furbetto, apre la porta su un mondo meraviglioso… Affabula in un francese-italiano, quasi anch’esso di fantasia, più gramelot che altro.

Lo vediamo travestirsi cento volte, come un paesaggio o come un tramonto d’oro, con le righe di una zebra o a fiori, in viaggio con valigie sempre più improbabili verso mondi sconosciuti…

14. Valigia fiori
15. Paysage
16. Costume con ginocchia parlanti [5]Jean-Baptiste nei suoi improbabili travestimenti e (sotto)  con un fantasioso costume dalle ‘ginocchia parlanti’

17. Tandem con scheletro [6]

Quante storie possibili si portano dietro le immagini… Nei tableaux vivants di Jean-Baptiste o in un giro in bicicletta con uno strano compagno di gita: una quantità di idee da proporre per una scuola di scrittura!

Lei… rappresenta la parte poetica-immaginaria dello spettacolo, in perfetta alternanza con quella comica-surreale di Jean-Baptiste. Victoria in scena non parla mai, ma la sua presenza trasporta in un mondo onirico, dove dei vestiti si trasformano in un cavallo, degli ombrelli in una danza di pavoni in amore; dove un pesce prende vita, un velo diventa un dragone. E nel numero sul filo – uno dei pochi rimasti della più consistente attività da funambola negli anni passati – ricompare la sua eterea leggerezza, mantenuta attraverso gli anni, apparentemente senza peso in un mondo rovesciato.

18. Sul filo. OK [7]

19. Pavoni in amore [8]

20. Biciclette [9]

21. Zebra e piattini [10]Jean-Baptiste con una delle sue valigie e Victoria nella parte di una improbabile ‘pazzariella’: una donna-orchestra vestita di bicchieri e di utensili da cucina..!

E gli animali, che del Circo sono una citazione quasi obbligata… Oche, colombe conigli; perfino un Bianconiglio gigante preso direttamente in prestito da Alice.

22. Oche. OK [11]

Ed è il gran finale! Tra bolle di sapone, suoni di carillon e gocce d’acqua tintinnanti, con gli animali che prendono possesso del palco, si conclude uno spettacolo impalpabile, fatto di niente che non sia la capacità poetica ed evocativa di due artisti di genio; dotati di assoluta padronanza delle tecniche del mestiere del circo, da cui sono capaci di distillare l’essenza: la fantasia e la meraviglia!

Intorno al suo lavoro, Jean-Baptiste Thierrée ha chiarito che avrebbe voluto “realizzare un solo spettacolo e limarlo all’infinito”. Ha detto anche: “Ho sognato un circo diverso, innovatore da tutti i punti di vista, fantasmagorico, rinnovato nella musica, nei costumi, nello spirito…”

Pare alfine che i due giovani sognatori degli anni ’70 a caccia di bolle di sapone, ci siano proprio riusciti, e nel trionfo degli applausi finali questa sembra una piccola vittoria anche per noi…

***

Mi fa piacere chiudere sul Circo con una citazione che è un classico e non si può omettere in questo pur breve e selettivo tributo.

24. Il piu comico spettacolo del mondo.Bis [12]

Il più comico spettacolo del mondo è un film del 1953 diretto da Mario Mattoli. È primi film tridimensionali italiani, ridistribuito quasi immediatamente in versione 2-D. Il film è la parodia di Il più grande spettacolo del mondo del 1952 di Cecil B. DeMille. È conosciuto soprattutto per l’interpretazione di Totò e in particolare per questa sua “Preghiera del clown”:

Guarda e ascolta qui in un filmato da YouTube:

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[Il Circo. (3) – Fine]

Per gli articoli precedenti:
Il circo che Ponza non ha mai avuto (1)
Alla ricerca del circo perduto (2) [14]