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Per il prossimo anno (2)

di Francesco De Luca
Oleandri. Mare [1]

 

Nessun augurio, ho scritto nel primo articolo (leggi qui [2]), ma impegno.
Impegno per tutelare il territorio.
Aggiungo ora che parte integrante del nostro territorio è anche il mare. Quello delle nostre coste, così attraenti perché belle.

L’arcipelago ponziano, le nostre isole, sono ambite dalle imbarcazioni turistiche perché le coste sono splendide e il mare che le lambisce è cristallino.

La natura ha abbondato di grazie con le nostre isole ma… se deturpiamo le falesie con le fogne a cielo aperte, se le acque diamantine le rendiamo inguardabili per le carcasse di lavatrici, bombole, di frigo, ci dimostriamo non all’altezza del compito.
Quale?
Quello di essere in sintonia con la natura che ci ha privilegiato.

La vita sulle nostre isole, dalla colonizzazione ad oggi, ha prodotto, in virtù delle traversie che le popolazioni hanno vissuto, una cultura. Unica, nella lingua, nelle abitudini, nella cucina, nelle ricorrenze, nelle tradizioni. Essa va protetta, coltivata, tramandata. È il tesoro riposto della nostra gente.

Vale come il territorio, vale come il mare. Insieme formano la triade dorata del nostro territorio.

Alimentarlo dona a noi l’identità, il valorizzarlo incrementerà il turismo. Lo qualificherà, lo specificherà, ne sarà l’elemento prezioso.

Cosa comporta questo per noi ?
Niente di strano! Solamente continuare a vivere la nostra vita di isolani con dignità, senza scimmiottare altre usanze e altri valori. Siamo depositari di una cultura costruita con fatica e dolore e con l’attaccamento alla terra e alla comunità, e riconosciuta come un valore identitario unico.

Sono molti i giornalisti che si interrogano in cosa si sostanzi la “ponzesità”, tanto evidente e decantata presso i ponzesi nelle terre lontane.

Teniamoci stretto il nostro senso d’appartenenza, coltiviamolo ciascuno come sa e riesce a fare. Sarà il dono migliore che daremo ai nostri figli.