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Il Progetto “Life PonDerat”. Il parere di un ponzese

di Biagio Vitiello

 

Non ho potuto partecipare, mio malgrado, al Convegno per motivi di lavoro, ma l’articolo pubblicato [1] al riguardo e il tema sottostante hanno suscitato in me un notevole interesse, sia come Medico che come appassionato e (un poco) esperto di botanica: sono l’ideatore e proprietario del Giardino Botanico Ponziano, che è un vero serbatoio genetico dove sono presenti tutte le essenze arboree e arbustive – e altro – della flora dell’arcipelago ponziamo.

Puntualizzo gli aspetti che più hanno attirato il mio interesse, per quanto riguarda gli animali:

le capre inselvatichite. Sull’isola di Monte Cristo si tengono sotto costante controllo; alle Tremiti ci sono, mentre sembra che a Ponza e Palmarola si vogliano eradicare. La questione non mi è molto chiara.

–   le berte. Bene l’attenzione su di loro per l’aspetto della distruzione delle uova e l’aggressione agli implumi da parte dei topi, ma perché non dire che vengono assalite anche dai numerosissimi gabbiani? I gabbiani fanno stragi di uccelli soprattutto  migratori, e attaccano o scacciano dai loro areali di nidificazione persino il falco pellegrino. Perché non prendere in considerazione anche un ridimensionamento del loro numero?

– quanto all’eradicazione dei topi, bisognerebbe sapere se la leishmaniosi dei cani ponzesi sia trasmessa – sempre attraverso l’intermediario del Phlebotomus papatasi – anche ai topi e di quale specie (a Ponza ce ne sono tre diverse, appurato da uno studio fatto tantissimi anni fa), ma per altre malattie (la peste bubbonica?) non vedo realistica la trasmissione da parte loro; ma è vero che sono un problema da affrontare.

Per quanto riguarda le piante:

– tra le piante aliene, che chiamerei infestanti, c’è anche il – per altri aspetti benemerito – “fico d’india”, che con la sua crescita nelle rocce basaltiche fa precipitare grossi massi dal Monte Guardia:; ma per fortuna in quella sede le capre li hanno notevolmente ridimensionati).

La-zona-di-Monte-Guardia-prospiciente-il-Faro-della-Guarda, sopra la 'Scarrupata' [2]

La zona di Monte Guardia prospiciente il Faro della Guardia, sopra la ‘Scarrupata’, sede di un delicato e discusso equilibrio tra la popolazione delle capre selvatiche, i fichidindia e la friabilità della roccia

– Poi non  citato nell’articolo (ma sarà stato considerato nella stesura globale del progetto?), è l’ailanto (Ailanthus altissima) presente a Ponza e in parte anche responsabile del disfacimento delle mura del nostro cimitero):

Ailanthus altissima [3]

Il Cimitero dall'alto [4]

Cimitero. Vista dal mare copia [5]

Cimitero. Lapidi più basse copia [6]

Cimitero. Il piano basso [7]

Alcune immagini del Cimitero di Ponza che dimostrano la presenza dell’ailanto. Nella foto presa da mare è evidente la funzione di contenzione che le radici esercitano sul terreno per sua natura franoso; peraltro è necessario monitorare strettamente queste piante, in quanto estremamente diffusive

 – gli eucalipti e i pini marittimi (questi ultimi molto dannosi per le piante sottostanti) che nulla hanno a che vedere con la nostra flora ponzese;

– per le specie di piante da proteggere, non credo che Limonium pontium sia a rischio di estinzione; è molto presente in tante parti della nostra costa ponzese; molto diffuso tra le rocce di Cala Fonte e lungo la strada che porta al Faro della Guardia.

Limonium pontium [8]

Limonium o Statice reticolata [9]

Limonium. Sfondo Cala Fonte [10]

Limonium. Sfondo Cala Fonte.2 [11]

Limonium pontium, Fam. Plumbaginaceae (i Limonium, numerose specie, sono anche conosciuti come ‘statice reticolata’, per la forma dell’infiorescenza); a Ponza li ho anche sentiti chiamare “erba di San Silverio”

– ho notato che non sono state menzionate né le felci – es. Osmunda regalis -, piuttosto rare in quanto veri fossili viventi, né le orchidee: Orchis Morio, Orchis Papilonacea e molte altre…

Osmunda regalis [12]

Osmunda-regalis.2 [13]

Ophrys tenthredinifera [14]

Osmunda regalis e (sotto) Ophrys tenthredinifera

Secondo me bisogna localizzare e proteggere gli areali di queste piante, che pochi conoscono (per fortuna).
Io sarei pronto a elencarli, mostrare le piante e le foto: feci una mostra fotografica al riguardo, sotto l’amministrazione Ferraiuolo; un articolo in proposito è stato anche pubblicato – nel marzo 2011 – su Ponzaracconta ai suoi inizi (leggi qui [15]).

Mi chiedo se e come il Progetto presentato è aperto alla collaborazione con i residenti e a chi bisogna rivolgersi (o scrivere) per esprimere un punto di vista da persona informata dei fatti e fornire il proprio concreto apporto.