Fari e Fanali

Il faro del molo, tutta l’isola in un segnalibro

di Luisa Guarino
Farocafe. Ritaglio

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Quanti segnalibri ho dentro casa e seminati nei diversi libri? Si perde il conto. La maggior parte di essi sono immagini di gatti, di ogni forma e colore, e poi ci sono opere d’arte, scorci di panorami famosi, tra cui la parte del leone la fa Ponza. Un paio di settimane fa, mentre facevo le valigie per il mio soggiorno africano, ne ho buttati dentro due-tre a caso, di quelli più recenti: tra essi c’è anche un bel gatto di Lisbona con il collarino rosso, pancia e punte delle zampe bianche, sul davanzale di una finestra incorniciata dai caratteristici azulejos portoghesi, che tanto ci ricordano certi nostri rivestimenti ponzesi (tutto il Mediterraneo è paese). Me l’hanno portato Silverio e Annamaria da un loro recente viaggio in Portogallo e mi piace tantissimo.

L’altro giorno però, cercando uno dei caratteristici ‘cartoncini’ da infilare tra le pagine del libro del momento, me n’è saltato agli occhi un altro, che d’istinto ho subito scelto come attuale compagno di lettura: c’è scritto “farocafè – isola di Ponza” e raffigura in color seppia il faro della punta del molo con il suo caratteristico sfondo. Fa pubblicità al noto locale ‘bifronte’ ma per me rappresenta molto di più. Innanzi tutto chi mi conosce, conosce bene anche la mia passione per i fari e ciò già basterebbe; poi è un faro di Ponza, e mi ricorda in particolare alcuni ordinari-straordinari momenti dell’estate appena trascorsa.

Forse per deformazione professionale quando vedo carta in giro non resisto, debbo leggere e se è consentito, prendere: così mentre Maddy preparava uno dei suoi caffè speciali ho visto sul bancone biglietti e cartoncini con l’immagine del Farocafè e subito ho preso il segnalibro, considerandolo un’idea davvero azzeccata.
Già mi faceva un certo effetto quando ero a Latina, a breve distanza da Ponza: figurarsi ora!

Segnalibro. Resized

Cosi, ogni volta che apro il libro che sto leggendo, qualche minuto va consacrato ai ricordi, senza che neanche debba deciderlo. Tutto ha un’atmosfera e un sapore speciale: quella ciambella mangiata a colazione, la brioche tempestata di puntini di zucchero, che a me non piacciono e quindi butto in acqua ai pesci, la mattina con il vento e il mare un po’ agitato, con il cosiddetto ‘mezzo veloce’ per Anzio la cui partenza è ancora incerta (figuriamoci: quello il mare lo regge a malapena quando è calmo); e poi le passeggiate dietro la Caletta e la scogliera, dove si sta una meraviglia anche quando fa caldo: e poi la pizza e le tante altre cose buone mangiate in buona e varia compagnia, la sera, con il mare a un passo, che dall’alaggio se allunghi la mano ci sei già dentro.

“Vi’ che te sape fa nu’ quart’e luna” diceva una canzone di tanti anni fa, non ricordo di chi. Vi’ che te sape fa… un segnalibro con il faro del molo di Ponza: un’immagine talmente familiare che dovunque sei ti fa sentire a casa.

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