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Memo 37. La prima classe costa mille lire…

la Redazione

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La stampa locale e i social network si occupano continuamente delle vicende Laziomar; si ritrovano, negli articoli e nei commenti, molte delle riflessioni e delle analisi pubblicate da Ponzaracconta.
Così, h24notizie di ieri 19 ottobre – “Ponza e Ventotene sempre più isolate, la Laziomar non ha traghetti: merci a terra [2]” – rileva l’anomalia di una società di navigazione che non possiede il naviglio necessario all’espletamento del servizio; ne abbiamo scritto anche recentemente, osservando che il ricorso al noleggio, oltre ad essere soluzione dispendiosa, non è sempre praticabile “La gara delle bagnarole.1 [3]“.

A proposito degli annunci di straordinario incremento del numero dei passeggeri, abbiamo già sottolineato che viene applicata un’aritmetica approssimativa e smemorata, dai risultati spesso esilaranti e comunque ben lontani dall’esattezza dei conti di Minicuccio: “Memo 25. Delle cicerchie sul Quirino [4]“.

C’è un altro aspetto su cui è utile soffermarsi: il numero davvero elevato di biglietti omaggio e di tessere di libero percorso concessi da Laziomar.
Una società privata ha tutto il diritto di dispensare benefit; è anche ipotizzabile che lo faccia per puro spirito di beneficenza e/o per simpatia e/o per amicizia e/o per motivi suoi. E’ auspicabile che il beneficiato/amico/simpaticone /fascinoso/altro si comporti con signorilità, lodando i meriti del padrone di casa e sorvolando su eventuali defaillance: ci mancherebbe solo che viaggiasse gratis e si lamentasse delle condizioni del naviglio, delle corse saltate, della persistenza delle barriere architettoniche!
In linea puramente teorica, potrebbe darsi il caso che il beneficiato/amico/simpaticone/fascinoso/altro ricopra incarichi pubblici e che, in tale veste, debba esprimersi sulla qualità del servizio Laziomar.
Che problema c’è? E’ palese che la tessera di libero percorso è stata concessa all’amico/simpaticone/…/altro e non all’autorità: lungi da noi qualsiasi squallida insinuazione.

E’ altresì palese che nessuno si farebbe condizionare da una tessera o da un certo numero di biglietti omaggio; nell’esercizio di una funzione pubblica, correttezza e trasparenza prevalgono e non c’è benefit che le offuschi.
E’ talmente palese che ci permettiamo di avanzare una proposta: le persone che rivestono ruoli pubblici e che hanno ricevuto tessere di libero percorso o benefit lo dichiarino. Dopotutto, che colpa ne hanno se sono simpaticoni/fascinosi/../altro?

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