Ambiente e Natura

Protezione civile, la “lezione” di Alessandro Romano

di Luisa Guarino
Latina Corso ODG Alessandro Romano Foto di Gianfranco Compagno

 

Finora lo avevo incontrato spesso, impegnato come me a seguire insieme agli altri colleghi i corsi di formazione promossi dall’Ordine dei giornalisti. Ma l’altro giorno il nostro Alessandro Romano (doppiamente nostro perché è di Ponza ed è tra i collaboratori di Ponzaracconta) a uno di quei corsi ha partecipato in veste di relatore. E non poteva essere altrimenti, visto che il titolo dell’incontro era “Il sistema di protezione civile in provincia di Latina” e lui è in Prefettura proprio il responsabile di quel servizio.
Coordinato dal fiduciario di Stampa Romana Gaetano Coppola, il corso si è tenuto, come altre volte è già accaduto, nella sala De Pasquale del Comune di Latina e ha avuto connotati di ufficialità un po’ diversi dal solito. Intanto a fare gli onori di casa c’era l’attuale commissario del Comune, prefetto Giacomo Barbato, e per la prima volta nel Palazzo municipale c’era il prefetto Pierluigi Faloni.

E’ stato lui a introdurre l’argomento della Protezione civile a livello nazionale e non solo, seguito dall’intervento del funzionario della Prefettura Francesco Del Pozzone.
Ma è stata la relazione di Alessandro Romano a fare la parte del leone, prima con un breve excursus storico sul passato e il presente della Protezione civile, e successivamente scendendo nei dettagli, tutti interessanti, utili e alcuni poco conosciuti, che riguardano in particolare il territorio pontino e le nostre isole. Con il supporto di una serie di immagini molto eloquenti, il nostro Sandro ha catturato l’attenzione dei presenti (e sì che i giornalisti non sono un pubblico facile, troppo spesso polemico e disincantato), che hanno letteralmente ‘bevuto’ le sue parole.

Certo l’argomento era di grande interesse e come si dice comunemente, di drammatica attualità (peraltro alla vigilia dell’ennesimo disastro in Costa Azzurra), ma il relatore ha saputo coinvolgere tutti i presenti con il racconto e la descrizione di tutto quello che per lui è vita vissuta di tutti i giorni, affrontata con la competenza e la passione che trasparivano da ogni parola.

Al termine del corso sono andata a ringraziarlo e a rallegrami con lui: “Tengo molto al tuo giudizio, lo sai” mi ha detto.
Ma non c’è stato bisogno di essere “di parte” ed esprimere complimenti ‘di facciata’: i colleghi che mi avevano preceduta l’avevano già riempito di domande, di elogi, di richieste di appuntamenti per vedere la vicino il cuore operativo della Prefettura, laddove tutto si coordina e da dove tutto parte.

Alessandro Romano. Mappa. Resized

Mappa “Zone difficili”  –  Cliccare per ingrandire

Nel corso della mattinata tra l’altro Romano ha evidenziato con chiarezza la mappa dei rischi in provincia di Latina, sottolineando l’importanza degli ‘occhi elettronici’ che tengono costantemente sotto controllo l’intera provincia, isole comprese, Ventotene e Ponza: sulla nostra isola uno di essi è posizionato sul faro della Guardia.

 

Immagine di copertina. Latina Corso ODG: Alessandro Romano. Foto di Gianfranco Compagno

Articolo di Latina Oggi del 4 ottobre 2015La mappa dei rischi nel corso di protezione civile

 

Appendice del 6 ottobre 
Su Latina Oggi edizione odierna un esempio di sinergia tra Protezione Civile e Comuni (il Comune di Gaeta nel caso in specie) nella segnalazione di un rischio, per la predisposizione delle opportune misure di sicurezza.
Leggi l’articolo relativo, in file .pdf : Latina Oggi 6 ottobre 2015

2 Comments

2 Comments

  1. La Redazione

    6 Ottobre 2015 at 23:45

    Su Latina Oggi edizione odierna un esempio di sinergia tra Protezione Civile e Comune (di Gaeta nel caso in specie) nella segnalazione di un rischio, per la predisposizione delle opportune misure di sicurezza
    File .pdf in appendice all’articolo base

  2. Biagio Vitiello

    17 Ottobre 2015 at 05:54

    Giorni fa sono stato al faraglione e faro della Guardia con il reggente dei fari di Ponza sig. Tagliamonte Cristoforo, e ho notato che non vi è alcuna apparecchiatura riconducibile ad “un occhio elettronico”.
    L’unico occhio evidente era il mio, che spaziava beato della bella visuale a 360 °che si gode da quel luogo.

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