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Piccola antologia dei legumi. (2). ’I cicerchie e ’i culetuòtene

di Sandro Russo
Cicerchie. Lathyrus_sativus_seeds [1]

 

La cicerchia (Lathyrus sativus) è anch’essa una leguminosa, diffusamente coltivato per il consumo umano in Asia, Africa orientale; in minor misura in Europa, soprattutto Italia Spagna e Grecia.

È una coltura particolarmente importante e redditizia in aree tendenti alla siccità ed alla carestia; per questo detta coltura di assicurazione poiché fornisce un buon raccolto quando le altre colture falliscono.
Il consumo di questa leguminosa in Italia è limitato ad alcune aree del centro-sud e isole ed è in costante declino, tanto che molti neanche la conoscono, né come pianta (dal bel fiore celeste) né come alimento).

Cicerchia Lathyrus sativus. Fiore [2]

 

Come altre Leguminacee, la cicerchia produce semi ad alto contenuto di proteine. I suoi semi tuttavia contengono anche, in quantità variabile, una neurotossina nota come ODAP (acido β-N-Oxalyl-L-α,β-diaminopropionico) causa della malattia detta latirismo (o neuro-latirismo), una patologia neurodegenerativa che causa disturbi del comportamento, paralisi degli arti inferiori del corpo e convulsioni. La malattia era diffusa in passato in seguito a carestie in Europa, Nord-Africa e India ed è ancora presente in Eritrea, Etiopia ed Afghanistan, nei casi in cui le cicerchie sono la fonte esclusiva o principale di nutrimento per lunghi periodi (rischio tra l’altro collegato ad una maggior concentrazione della tossina nella pianta in condizioni di estrema siccità).

L’assunzione della cicerchia dopo cottura, com’è nella cultura delle popolazioni italiane elimina il rischio, dato che l’infusione in acqua, e successiva cottura, degrada i principi tossici (torneremo sul tema della tossicità con i lupini, che vengono consumati crudi).

Curiosità tossicologiche

Goya-Guerra [3]

Goya testimonia la diffusione del latirismo in Spagna: Desastres de la guerra Gracias á la almorta (1862-’63)

Tale tipo di intossicazione è stata accertata come la causa della morte di Christopher McCandless, durante il suo soggiorno in Alaska, a seguito dell’ingestione di semi di Hedysarum alpinum (var. boreale McKenzie), un’altra leguminosa.

Hedysarum alpinum (var. boreale) [4]

Dalla vicenda sono stati tratti un libro: “Nelle terre estreme” di Jon Krakauer (1997) e un film, di Sean Penn (2007): “Into the wild” con Emile Hirsch entrambi di grande successo.

Into the wild. Locandina film [5]

 

Culetuòtene

Vicia sativa. Var. macrocarpa. Fiore [6]

La veccia (Veccia – vicia sativa var. ‘macrocarpa’), ancora più spartana della cicerchia quanto a esigenze colturali, è stata in passato, e per molto tempo, anche coltivata a Ponza, specie alle Forna, per l’utilizzo in alimentazione umana.

Scrive Sandro Vitiello in uno dei suoi primi articoli sul sito (leggi qui [7]):
“Il piatto più comune nelle famiglie più umili dell’isola di Ponza era costituito dai legumi; fave essenzialmente. Queste venivano prodotte, insieme ai piselli, lenticchie, ceci, cicerchie e ’culetuòtn’ , una sorta di piselli neri e duri, passati agli animali appena è arrivato un po’ di benessere”.

Vicia-sativa.Var. macrocarpa. Bis_ [8]

Vicia sativa (i culetuòtene)

Roveja pianta e baccello [9]

Roveja pianta e baccello

 

roveja-660x429 [10]

Roveja semi

 

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Piccola antologia dei legumi. (2) – Continua

Per l’articolo precedente dedicato alle lenticchie, leggi qui [11]