Attualità

Epicrisi d’Autore. (37)

di Sandro Russo

 

Sono debitore a Vincenzo Ambrosino per l’innesco di questa Epicrisi tardo-settembrina. Vincenzo, trovandosi a commentare l’articolo di Franco De Luca, Ambizione e politica ha inserito nel suo commento una sorta di “Epicrisi interna”, condensando con poche parole le posizioni dei diversi Autori che hanno preso parte al dibattito.
Della qual cosa essi (pur senza ribattere) si saranno senz’altro risentiti (…è nella natura di chi scrive!): – Ohibò!, ma come si permette questo, di condensare il mio complesso e articolato pensiero in due righe!

Però l’idea è stimolante (anche se rischiosa!).

Ambizione

Sarebbe come dire che basta leggere il nome dell’Autore e già si ha una prima connotazione – la più importante? – dell’articolo che si va a leggere.

Ora, si dà per scontato che in tutti coloro che si manifestano su Ponzaracconta ci sia la volontà di portare il proprio contributo – di chiarezza e approfondimento; di pensieri (prevalentemente buoni e costruttivi); di aspetti poco conosciuti su un certo tema in dibattimento; di memorie condivise e ipotesi per il futuro.
Con risultati diversi nei singoli Autori in relazione alle specifiche inclinazioni e modalità espressive.

Così gli articoli di Luisa, tesi a recuperare con grazia e un filo di nostalgia le buone tradizioni del passato, a Ponza o nei dintorni.

Gli articoli di Franco Ferraiuolo. Colti, documentati e finemente elaborati, come anche questo suo più recente sui Martiri cristiani a Ponza.

Franco De Luca, sospeso tra la contemplazione estatica (e poetica) dell’esistente ponzese e l’approfondimento sociologico.

Silverio Lamonica riesce a sublimarsi in un suo mondo iperuranio di poeti (preferibilmente anglo-americani) e altre manifestazioni artistiche.

Sandro Russo propone pillole botaniche o cinefile o di altro ancora… Ma sempre ‘pillole’ sono!

Enzo Di Fazio ha un suo modo delicato di proporre i suoi ricordi e la rara capacità di riuscire sempre a renderli interessanti: questa settimana la sua proposta riguarda le berte.

Rosanna Conte, rigorosa testimone del passato e attenta osservatrice/esploratrice dell’anima isolana, ovunque essa si annidi.

In Silverio Guarino questa voglia di rendersi utile prende forme particolari; per esempio quella ’i da’ mazzate ’ncopp’i rrecchie, come negli articoli delle grotte di Ponza e dell’usu-capione.

Krazy Kat e Ignatz the mouse

Il fumetto di culto “Krazy Kat e Ignatz Mouse” del disegnatore americano George Herriman, attivo tra il 1913 e il 1944. In Italia comparve su Linus sin dal primo numero dell’aprile 1965. Il protagonista è Krazy Kat, gatto ingenuo, curioso e stralunato; il suo rivale è il Topo Ignazio (Ignatz Mouse). Ignazio odia Krazy Kat, per cui cerca in continuazione di colpirlo alla testa con un mattone. Il gatto però, essendo innamorato del topo, interpreta questo come un gesto d’amore, ed è estremamente felice quando viene colpito. Completa il “triangolo” l’agente Bull Pupp (Officer Pupp), un cane che, come tutore dell’ordine, cerca di impedire ad Ignazio di gettare il suo mattone, talvolta con successo, altre volte fallendo […chissà perché mentre aggiungevo questa nota mi sono fischiate le orecchie!]

Allo stile di Sang’ ’i Retunne si addice invece il sarcasmo e la satira sociale; il suo impatto soprattutto sull’enclave isolana di Fb è tanto ricco di risvolti surreali, da meritare questa settimana addirittura un’intervista.

Castigat ridendo mores. Molière. Cavallo
E quando l’Autore è ‘La Redazione’? Avviene quando la notizia è super partes, la gran parte di quelle che riguardano la Laziomar, quelle di interesse generale e condiviso, come questa settimana gli articoli sulla Flotta Lauro e sul Faro di Capo Spartivento; infine quando la vis polemica potrebbe portare ad una esposizione troppo personale. Allora –“per timore di ritorsioni di qualsiasi genere” e perché “questa è Ponza!”, come dice Biagio Vitiello nel suo commento a un articolo già citato (leggi qui) –  …si preferisce una firma di condivisione.

L'avvortojo
Il desiderio da parte di tutti di rendersi utili, di portare ciascuno il proprio mattone – mò ‘nce vo’! – è fuori discussione e delinea quella “manutenzione dei ricordi e degli affetti” che è una delle linee portanti del sito…

Ma se nessuno deroga, esce dalla propria cornice, perché continuare a leggere?
Se fissiamo un Autore ad un suo cliché, dal momento che esprime quel mondo e solo quello, allora non c’è più spazio per la sorpresa e per l’inventiva?
Infatti si dice di alcuni scrittori e registi che scrivono sempre lo stesso libro, fanno sempre lo stesso film…

E ancora: perché abbiamo cominciato a parlare degli Autori? Non vive la creazione dell’intelletto di vita propria, indipendentemente da chi l’ha concepita (e di cui ci dovrebbe importare fino a un certo punto)?

Il fatto è che per le opere d’arte, perfino per i dipinti, ma ancor più per le opere di scrittura, la posizione personale e politica dell’Autore – dalla scelta del tema allo svolgimento – trapela e qualche volta si impone.

E’ questo un tema ‘tosto’, serissimo, che ha contrapposto negli anni – tempi che adesso sembrano idilliaci, ma che sicuramente non lo erano -, tra le due guerre del secolo scorso (soprattutto in Russia), “i formalisti” dagli “strutturalisti”, con la partecipazione alla diatriba di nomi di tutto rispetto della cultura del tempo e della critica artistica e letteraria.

XIR3675 Landscape with the Fall of Icarus, c.1555 (oil on canvas) by Bruegel, Pieter the Elder (c.1525-69); 73.5x112 cm; Musees Royaux des Beaux-Arts de Belgique, Brussels, Belgium; (add.info.: Icarus seen with his legs thrashing in the sea;); Giraudon; Flemish, out of copyright

La caduta di Icaro di Pieter Bruegel il Vecchio (1558) – Nella magnifica veduta dello Stretto di Messina si consuma il dramma di Icaro nell’indifferenza generale (in basso a destra)

Fatto sta che a tutt’oggi la questione non è per niente più chiara di quanto non fosse circa cent’anni fa; perciò proviamo a metterla sul faceto. Con questa storiella…

Un gruppo di pendolari prende tutte le mattine lo stesso treno, si siedono insieme e cercano di trascorrere piacevolmente il tempo del viaggio.
Un giorno un estraneo al gruppo sale e trova posto nella stessa carrozza. Non avendo niente da fare si mette ad osservare i suoi compagni di viaggio. Alcuni giocano a carte, altri si sono disposti in una specie di circolo tra i sedili e compiono uno strano rito.
Uno dice un numero, e tutti gli altri ridono…
– 25..!
– Ah ah ah!
– 7..!
– Ah ah…Iiih!
– 12..! – Uuhh… ah ah ah!

Poi uno dice: – 5..! – E nessuno ride, anzi qualcuno protesta – Buh! Bah, ma va’ là!
…E ricominciano a ridere per altri numeri.

Dopo un po’ il signore estraneo non riesce più a tenere a freno la sua curiosità e chiede spiegazioni al suo vicino di sedile, un po’ defilato dal gioco. E quello gli spiega:
– Vede, sono anni che noi viaggiamo sempre insieme su questo treno, le barzellette ce le siamo già raccontate tutte… così per non perdere tempo, abbiamo pensato di numerarle. Quando uno nomina un numero, ci ricordiamo la barzelletta corrispondente e tutti ridono.
– Ah! Adesso capisco! Però un punto ancora non mi è chiaro… c’è stato uno che ha detto un numero, e nessuno ha riso! Allora?
– Ah! Beh! quello non le sa raccontare!

 

2 Comments

2 Comments

  1. Enzo Di Fazio

    20 Settembre 2015 at 08:55

    Chi scrive in genere lo fa esprimendo la propria personalità, formatasi attraverso l’infanzia vissuta, l’ambiente in cui è cresciuto, l’educazione ricevuta, le esperienze fatte, gli studi seguiti. Se lo fa in maniera ricorrente esce fuori uno “stile” al punto tale che chi legge si accorge di chi scrive e questo, come trapela dall’epicrisi di Sandro, non sempre è un fatto positivo. Nel senso che se l’autore non piace, l’articolo spesso, pur contenendo cose interessanti, non viene letto.
    Se uno non sa raccontare la barzelletta c’è il rischio che nessuno rida.
    Si scrive innanzitutto per amore verso la scrittura ma anche per raccontare, informare, stimolare le coscienze. In chi scrive c’è sempre un po’ di narcisismo e chi lo fa spera di essere letto. Ma la lettura non può essere imposta, può essere solo stimolata e qui un ruolo lo ha la storia che si vuole raccontare, il modo in cui la si racconta, il valore della notizia, la ricaduta del “fatto accaduto” sulle nostre abitudini e sul nostro stile di vita, finanche il titolo. Alla lettura si può essere educati.
    Infine, poiché non avrebbe senso scrivere solo per se stessi (almeno quando il senso è quello di voler comunicare qualcosa) è importante che chi scrive non dimentichi di mettersi, qualche volta, anche nei panni di chi dovrebbe leggere.

  2. vincenzo

    20 Settembre 2015 at 10:03

    Sandro tu dici: “Della qual cosa essi (pur senza ribattere) si saranno senz’altro risentiti (…è nella natura di chi scrive!): – Ohibò!, ma come si permette questo, di condensare il mio complesso e articolato pensiero in due righe!”

    Tu dici Sandro che si saranno senz’altro risentiti? E di che? Addirittura tu aggiungi in parentesi “è nella natura di chi scrive”.
    Ma stiamo scherzando? Spero di sì!
    Nell’articolo di Franco De Luca (che dovrebbe ringraziarmi altro che offendersi se del suo articolo si discute a distanza di qualche giorno dalla pubblicazione) si è parlato di DEMOCRAZIA, di COSTITUZIONE, di CITTADINANZA ATTIVA ed io su questi argomenti ho espresso le mie idee e a mio giudizio; se non sono state contestate le devo ritenere condivise perché trovo assolutamente immaturo dal punto di vista intellettuale chi “non condividendo una idea di un altro la ignora”.

    Io le idee di Franco, di Rosanna, di Tomeo e di tutti gli altri non le ignoro per cui se non le condivido le avverso, se le condivido le esalto. Mi sembra un atteggiamento di grande rispetto per chi scrive e per chi legge.

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