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Intervista ad Andrea Zuddas, presidente di “Fornamare calcio a 5”

di Vincenzo Ambrosino
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Domanda – Presidente allora quest’anno si ricomincia con il calcio a 5?
Risposta – Noi ce la stiamo mettendo tutta, abbiamo già inviato in federazione la nostra iscrizione, stiamo incominciando a tesserare i ragazzi e il 21 settembre inizieranno gli allenamenti.

D – Quali sono i vostri obiettivi?
R – L’inverno è lungo, quindi il nostro primario obiettivo è quello di divertirci e far divertire stando insieme giovani vogliosi di giocare e meno giovani vogliosi di mettere a disposizione il loro tempo libero per organizzare, allenare, finanziare un’attività sportiva per Ponza e soprattutto per i ponzesi.

D – Voi avete già partecipato a vari campionati di calcio a 5?
R – Sì, abbiamo partecipato a molti campionati, portandoli con serietà e impegno tutti al termine e ottenendo dei risultati soddisfacenti da tutti i punti di vista sia sportivi che sociali. Purtroppo con la distruzione della tensostruttura siamo stati costretti a rinunciare a questo nostro interesse sportivo ma oggi che la tensostruttura è finalmente sistemata e pronta per manifestazioni sportive siamo di nuovo carichi per riprendere a giocare.

D – Per giocare a calcio a 5 la tensostrutture della Cavatella è indispensabile. E’ tutto pronto per riprendere gli allenamenti e le partite?
R – Abbiamo avuto degli incontri preliminare con rappresentanti dell’Amministrazione Comunale proprio per concordare e conciliare le nostre esigenze che sono strutturali, funzionali ma anche sportive con quelle dell’amministrazione che sono di giusta e responsabile fruizione di un bene pubblico. Inizialmente gli allenamenti inizieranno nel campetto scoperto della Cavatella ma speriamo a breve di trasferirci nella tensostruttura. Nei prossimi giorni avremo altri incontri con l’amministrazione per definire il tutto.

D – Il vostro progetto è concorrenziale a quello della polisportiva? In altre parole il calcio a 5 potrebbe danneggiare il progetto della seconda categoria già partito con l’ ambizione di portare il calcio a Ponza a livelli mai raggiunti prima?
R – Assolutamente no. Il nostro progetto non può che far del bene al progetto della Polisportiva e quindi della seconda categoria. Noi dirigenti abbiamo detto da subito che vogliamo innanzitutto dare la possibilità ai giovani di Ponza che non hanno avuto e non avranno l’opportunità di giocare in seconda categoria di fare una attività sportiva. Abbiamo avuto degli incontri con i dirigenti della polisportiva e siamo disponibili ad averne tanti altri per chiarire, per affinare strategie che possano aiutare alla crescita dei nostri giovani e soprattutto ad allargare la possibilità di fare dello sport sano coinvolgendo il massimo numero di giovani cittadini di Ponza.

D – Niente concorrenza?
R – Niente concorrenza, non peschiamo nei tesserati della Polisportiva, non facciamo e non faremo pressione su nessun tesserato della Polisportiva se ci sarà qualche passaggio sarà una scelta libera del giovane il quale per un motivo o per l’altro si sente escluso dal progetto sportivo della seconda categoria.
Io penso che il Mister De Santis e i dirigenti Femiano e Rispoli non abbiano niente su cui preoccuparsi, anzi.  Il calcio a 5 sarà una “valvola di sfogo” per tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di sgambettare nel campo verde di Calacaparra. Noi dirigenti abbiamo fatto l’anno scorso il tifo per i giovani guidati da De Santis.
Siamo stati negli spalti a fare alla nostra età gli ultras, continueremo a tifare Ponza e a collaborare con i dirigenti della Polisportiva,  con la consapevolezza che ci si impegna per trascorrere il tempo invernale per il bene dei giovani di Ponza e anche per avere delle piccole soddisfazioni magari giocando un  bel calcio e vincendo qualche partita.

D – Ma non si poteva fare un progetto comune, voi entravate nella Polisportiva in modo che i tesserati potevano passare dal calcio a 11 al ‘Calcio a 5’ e quindi più che una collaborazione un vero potenziamento dell’offerta sportiva della polisportiva?
R – Ripeto, il nostro è un progetto che viene da lontano, interrottosi malamente e a causa della distruzione della tecnostruttura; vogliamo semplicemente ripartire da dove eravamo rimasti, con semplicità e dedizione ma soprattutto con la volontà di far giocare gli altri giovani, quelli che non possono e non potranno giocare nella seconda categoria.
I progetti di De Santis, Femiano e Rispoli sono ambiziosi infatti, per diventare più competitivi hanno migliorato la rosa della squadra ingaggiando ragazzi esterni e recuperando ragazzi di Ponza, di grosse promesse calcistiche che studiano in continente. Noi vogliamo solo l’opportunità di ripartire e di fare quello che sappiamo e abbiamo dimostrato di saper fare con i ragazzi che vivono l’isola d’inverno, ma ripeto, siamo pronti a collaborare con la Polisportiva e se questa collaborazione sarà proficua non è detto che nel prossimo futuro non ci si possa federare in una unica organizzazione oppure all’interno della Polisportiva fare una sezione del ‘Calcio a 5’ gestito dalla nostra organizzazione.

D – Ma ci sono ragazzi a Ponza alternativi ai tesserati della Polisportiva che possano degnamente competere in un torneo di calcio a 5?
R –Il calcio a 5 è uno sport in continua espansione, lo fanno tutti anche dopo una giornata di duro lavoro; certo dipende da come lo si vuole fare per esempio spingendo la palla nell’altro campo oppure attraverso la partecipazione attiva, emotiva di tutti i giocatori finalizzare azioni nella porta avversaria e subito dopo tutti insieme  riorganizzarsi nella fase difensiva per difendere la propria porta. Questo secondo modo di fare  calcio a 5 va insegnato ai giovani e noi con i nostri esperti  e appassionati tenteremo di insegnarlo ai nostri iscritti.

D – Allora non ci resta che augurarvi un “in bocca al lupo” per la rinascita del calcio a 5 a Ponza con la promessa di tenerci in contatto per informare i lettori e gli appassionati di Ponzaracconta e anche per capire insieme se le aspettative della vigilia che hanno come obiettivi il divertimento, la socializzazione, la collaborazione, la partecipazione e infine i risultati sportivi, vengono via via realizzati.
R – Quando si intraprende un’attività che ha scopi sociali, in questo caso attraverso lo sport, bisogna stare con i piedi per terra e capire via via che si va avanti se veramente gli obiettivi che ci sono posti vengono realizzati. Quindi ci farà piacere riflettere con voi a voce alta per verificare se le aspettative coincidono con i fatti che si vanno a realizzare.
Grazie dell’attenzione al nostro progetto.

Calcio a cinque [2]


Nota
(a cura della Redazione)

Il calcio a 5 è uno sport di squadra che ha avuto origine in Uruguay, dove è tradizionalmente conosciuto come fútbol de salón (colloquialmente fútbol sala).
Internazionalmente è conosciuto come futsal, che deriva dalla fusione di fútbol/futebol (“calcio”) e sala/salón/salão (“salone”, inteso come struttura sportiva coperta).
In Italia si disputa un regolare campionato italiano di calcio a 5 dal 1984, organizzato dalla Divisione Calcio a 5 della FIGC. Tale torneo è diviso in tre serie nazionali (Serie A, A2 e B), una o due categorie regionali (Serie C1 ed eventualmente Serie C2) e infine una provinciale (Serie D).