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Piante e frutti perduti, ritrovati, fantasticati. (4)

di Sandro Russo

 

Giuseppe Arcimboldo (1527 -1593) fu pittore italiano noto soprattutto per le sue ‘teste composte’, ritratti grotteschi ottenuti combinando tra loro elementi dello stesso genere – frutti, ortaggi, pesci, uccelli, libri – in collegamento metaforico con il soggetto rappresentato. Malgrado i grandi riconoscimenti ricevuti in vita e l’invito quale pittore ufficiale presso le corti del tempo, fu nei secoli successivi relegato tra i pittori minori o ‘di maniera’, e quasi del tutto dimenticato.

Giuseppe Arcimboldo. Primavera.1573 [1]Primavera

Giuseppe Arcimboldo. Estate.1573 [2]Estate

Giuseppe Arcimboldo. Autunno. 1573 [3]Autunno

Giuseppe Arcimboldo. Inverno. 1573 [4]Inverno

Le sue opere più conosciute sono otto tavole di piccole dimensioni raffiguranti in allegoria le quattro stagioni (Primavera, Estate, Autunno e Inverno) e i quattro elementi della cosmologia aristotelica (Aria, Fuoco, Terra e Acqua).

Il Fuoco. Giuseppe Arcimboldo [5]

Il Fuoco

15. Arcimboldo.Bis [6]

I ritratti fantastici di Giuseppe Arcimboldo. A sin.: Rodolfo II (d’Asburgo) in veste di Vertumnus (Skoklosters Slott, Stoccolma) e (a destra) ‘L’autunno’ (Museo del Louvre, Parigi)

16. Arcimboldo. Ortaggi [7]

Sembra una banale, anche se ricca, raffigurazione di ortaggi, quest’opera di Giuseppe Arcimboldo: ‘Ortaggi in una ciotola o L’ortolano’ (Museo Civico di Cremona). Ma perché mai ‘L’ortolano’?

Basta rovesciarlo…

17. Arcimboldo. Upsidedown [8]

… e la faccia nascosta delle cose si rende evidente!

Le opere di Giuseppe Arcimboldo furono ‘riscoperte’ per la loro modernità solo nel XX secolo, sull’onda della pittura surrealista; analogamente ad essa il momento iniziale ludico che sembra darle inizio, si trasforma ad opera finita in un effetto mostruoso, spesso vagamente inquietante.

 

Su un versante del tutto antinaturalistico e volutamente provocatorio si registrano alcune affermazioni dei modernisti e futuristi, sulla natura e le sue espressioni:

“Si deve inventare qualcosa, e solo da qui trarre la natura in ausilio” (Arnold Böcklin, 1896)

Dobbiamo ormai constatare la decadenza della flora naturale,  che non corrisponde più al nostro gusto” (Fedele Azari, 1924)

Il futurismo si colloca sulla scia della rivoluzione tecnologica dei primi anni del ‘900, e manifesta una fiducia illimitata nel progresso; al contempo decreta la fine delle vecchie ideologie bollate come ‘passatiste’. Il giudizio che la storia ha dato su questo movimento e l’impiego politico di molte delle idee dei futuristi ci interessano meno dell’immaginario fantastico che il movimento ha prodotto sul tema che stiamo trattando.

18. Balla.Fiori [9]

I fiori fantastici di Giacomo Balla (1871 – 1958), futurista. Furono effettivamente realizzati a loro tempo e compaiono nelle foto di ‘casa Balla’ come oggetti d’arredamento 

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19. Alien salad. Till Nowak [10]
‘Alien salad’ elaborazione grafica dell’artista tedesco Till Nowak (2006). È effettivamente un’insalata culturale, che unisce le suggestioni dell’Arcimboldo con il prototipo degli incubi del nuovo millennio – ‘Alien’ creazione grafica di Hans Ruedi Giger per il primo film della serie ‘Alien’, di Ridley Scott (1979)

La natura come volontà e rappresentazione. Il termine ‘arcimboldo’ è entrato nel frattempo nel linguaggio comune, per indicare un’accozzaglia di materiali disparati, anche se in origine gli elementi costitutivi erano omogenei e coerenti al tema che volevano illustrare.

Le quattro puntate di questo articolo sono in definitiva anch’esse un “arcimboldo”dei tanti aspetti del mondo naturale – belli brutti crudeli enigmatici o nascosti – e del modo in cui ad essi si può guardare. E’ la nostra ‘rappresentazione’ che attribuisce loro connotazioni e coloriture emotive diverse.

Da tanti segnali sembra di capire che un assetto – se non altro mentale – del nostro mondo si sta sfaldando, sotto i colpi di maglio degli eventi più recenti. Non avremmo mai pensato che la ‘volontà’ (dell’eredità di Schopenhauer) potesse venir meno; che l’istinto di sopravvivenza stesso vacillasse in alcuni – neanche poi tanto pochi – membri della specie umana.

Non che si intraveda o sia ipotizzabile al momento una soluzione universale, ma solo piccole consolazioni individuali: ce ne sono svariate…
Aumentare l’accuratezza della ‘rappresentazione’, una maggior precisione nel conoscere gli elementi costitutivi del nostro mondo sensibile, è per qualcuno una discreta ricetta personale per acquietare l’ansia e la mente.

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[Piante e frutti perduti, ritrovati, fantasticati. (4) – Fine]

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