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La gara delle bagnarole. (2)

di Rita Bosso
Bagnarola. 'A varc' 'i Noè [1]

 

La gara di cui ci occupiamo oggi è quella per la privatizzazione di Caremar, conclusa poco più di un mese fa.
Prima di decidere che la cosa non riguarda Ponza, andateci piano: in primo luogo per rispetto alle bagnarole in questione (sei navi e un aliscafo) che, in passato, hanno navigato dalle nostre parti; poi, perché la gara è stata vinta dagli armatori D’Abundo e Aponte che, insieme a Lauro, detengono la proprietà di Laziomar; infine, perché lo svolgimento della suddetta gara costituisce un mirabile esempio di interazione tra imprenditoria, politica, magistratura e authority varie.
D’Abundo (Medmar) e Aponte (Snav) sono tra i principali armatori operanti nel golfo di Napoli; il primo gestisce i collegamenti traghetto tra Ischia e la terraferma; il secondo gestisce i collegamenti a mezzo aliscafi. In modo non sempre corretto, tant’è che entrambi, insieme ad armatori minori, si sono beccati a più riprese pesanti sanzioni dall’Antitrust; l’ultima risale a febbraio 2015, con multa di 14 milioni, per “aver realizzato un’intesa orizzontale restrittiva della concorrenza”.

Nel comunicato stampa dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si legge che “NLG, Alilauro, Alicost, Alilauro Gruson, Medmar Navi, SNAV hanno violato gli impegni assunti e resi obbligatori con delibera del 2009, replicando nella società denominata Gescab le ATTIVITA’ DI COORDINAMENTO ILLECITO già realizzate in precedenza attraverso il Consorzio linee marittime partenopee (CLMP). In questo modo, dal 1998 a oggi, questi operatori e in misura minore SMLG, hanno continuato a coordinarsi fra loro, anche attraverso l’attività del CLMP, di ACAP e di Gescab, in tutti i principali aspetti commerciali e operativi. E hanno adottato, infine, un regolamento per il “biglietto unico” che dovrebbe permettere all’utente di imbarcarsi senza oneri anche sul mezzo di un altro vettore, ma che in realtà non ne rende possibile l’utilizzo”.

Torniamo alla gara per la privatizzazione di Caremar in cui Snav&D’Abundo competono contro una cordata di imprese guidata dall’armatore greco Tomasos (che gestisce i collegamenti tra Napoli e la Sicilia mediante la società TTT).
Vincono Snav&D’Abundo; Tomasos ricorre al Tar che gli dà ragione, annullando l’esito della gara.
In merito alla regolarità della gara Raffaele Cantone, Autorità Nazionale Anticorruzione, rileva che sono stati violati i principi di par condicio, trasparenza, segretezza delle offerte e impermeabilità delle fasi di gara “avendo la Commissione di gara consentito agli  offerenti, che avevano prodotto fideiussioni provvisorie prive dei requisiti  prescritti dalla lettera d’invito e dalla legge, di produrre nuove fideiussioni  provvisorie una volta scaduti i termini di perentori di presentazione delle  offerte, omettendo di escluderli dalla gara. Tale  contrasto è ravvisabile anche nel fatto che la Commissione di  gara, in conformità alla lettera d’invito, abbia aperto e dato lettura contestuale della documentazione amministrativa e delle offerte, tecnica ed  economica, procedendo solo successivamente all’ammissione e/o esclusione degli  offerenti, configurando una  condotta che viola il principio ineludibile di segretezza degli atti di gara e delle offerte, mirante a garantire la parità di trattamento tra i partecipanti  e ad assicurare il rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità della  pubblica amministrazione, ex art. 97 Cost., ai quali l’azione amministrativa deve conformarsi anche in materia di contratti pubblici, ex art.2 del Codice dei contratti” (delibera n.9 di ottobre 2014).
A febbraio 2015 il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar.
Il 16 luglio 2015 il Consiglio Regionale, che si è insediato da una settimana, aggiudica Caremar a Snav&D’Abundo;  immediatamente  l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Marco Valli deposita un’interrogazione alla Commissione Europea in cui  chiede se l’assegnazione possa configurare una sostanziale restrizione o impedimento della concorrenza; chiede altresì di valutare la congruità del prezzo di cessione.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/25/regione-campania-caremar-in-pasto-ai-suoi-concorrenti-il-m5s-interroga-la-commissione-ue/1981423/ [2]

Secondo il neo-eletto governatore De Luca, bisognava fare in fretta a risolvere il problema Caremar perché è l’Europa che ce lo chiede. Ma sarà poi vero che l’Europa ha chiesto di privatizzare le compagnie di navigazione? Non è per caso che si sta facendo confusione tra privatizzare e liberalizzare? Chiedo lumi a Nauta e vi faccio sapere.

[La gara delle bagnarole. (2) – Continua]

Per la prima parte di questo articolo, leggi qui [3]