- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Se so’ rutte ’i tiempe

di Francesco De Luca
Tullio Pericoli. L'isola di Robinson [1]

 

La calura opprimente e afosa viene costantemente allontanata da un venticello ora da ponente ora da nord, per cui il mare viene increspato quel tanto che orla di bianco le coste e sposta nel dimenticatoio la calma piatta, quella per cui ’u mare fète.

L’espressione dialettale è efficace e poetica insieme: se so’ rutte ‘i tiempe. Si è franta la continuità dell’estate contraddistinta da un vento relegato a brezza e da un mare come una tavola.

La terra prende respiro e l’uva si esalta nelle pigne ripulite dalla sabbia da quegli sprazzi di pioggia, ma anche il mare ritorna ad ospitare i dentici come Marcello ci mostra quotidianamente su Facebook.
Frontone è appetita come sempre ma il flusso dei turisti è decisamente calato, così come le baie del Core, d u Spaccapurpo sono meno illuminate di notte dai motoscafi.

Chi d’aùsto ’ns’è vestute, vierno ’ncuollo c’è venuto, chi in agosto non ha raccolto quanto necessario non riuscirà più a farlo per fronteggiare l’inverno.
La saggezza lapidaria e spiccia dei vecchi contadini viveva su queste certezze. Nel riportarla ad oggi suona monito per gli affitta-barche, per i bar, gli affittacamere, per tutti quelli per cui la stagione turistica è fonte di guadagno.

Ponza, che poggia su di un rigido turismo stagionale, non sfugge a questa regola, per cui il “tempo rotto” nella continuità estiva comporta un contraccolpo evidente e concreto. Si confida sull’ultimo fine settimana del mese. Il conto alla rovescia viene scandito giorno per giorno. Si ritorna a guardare con cupidigia gli sbarchi degli aliscafi… e giù bestemmie contro la Compagnia di Navigazione inefficiente, contro il mare di scirocco che ieri ha fatto cancellare alcune corse, contro Chi dovrebbe programmare il tutto e garantire sicurezza agli Isolani, cittadini di seconda classe.

Se so’ rutte ’i tiempe è l’inizio di una litania che comprende auspici (votte a passa’), ma anche benedizioni (pigliammo ‘a pace nosta ), maledizioni (se ne iessero a ’ffanculo!), timori indigesti (rimanimme Cric e Croc).
Accompagna l’altalenìo della vita fra aspirazioni, illusioni, soddisfazioni.
È il respiro dell’Isola.

 

Immagine di copertina: disegno di Tulllio Pericoli