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Ponza laboratorio del Mediterraneo

di Adriano Madonna

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Conosco Ponza “da sempre”, la vostra/mia isola da sempre ha occupato un posto importante nella mia vita: da giovane era il sogno, l’avventura, il Mare con la “M” maiuscola. Adesso è il ricordo, l’angolo dove rifugiarsi, ma, principalmente, è il mare della ricerca scientifica.
La nostra isola è situata in una posizione geografica particolare: fino a non molti anni fa, infatti, si trovava sulla frontiera (comprendente anche le isole Flegree) che divideva il Mediterraneo in due bacini diversi per quanto riguardava la temperatura, più alta verso sud e più bassa procedendo verso nord.
Attualmente, quella linea di frontiera si è annullata e assistiamo ad una tendenza di livellamento di temperatura nell’intero bacino del Mare Nostrum.
Questo fenomeno attuale prende il nome di Meridionalizzazione.
In base a ciò, quelle specie che vivevano solo nel bacino meridionale sono salite verso nord poiché la temperatura dell’acqua lo ha consentito. Ponza, dunque, è uno dei “punti importanti” per quanto riguarda lo studio della biodiversità, in particolare alla luce dell’attuale fenomeno di riscaldamento del pianeta, che tende a far sì che gran parte delle acque del globo tendano a formare una sorta di oceano mondiale, con passaggio di specie dai Tropici alle acque di casa nostra e viceversa.

Ponza presenta un patrimonio di biodiversità di grande importanza, grazie anche ad un ricambio dovuto alle grandi profondità esistenti intorno all’isola. Diverse volte i pescatori dell’isola hanno portato a galla vere “rarità biologiche”.

Oxynotus centrina. Resized [1]
Tanto per citarne una, allego una fotografia risalente più o meno al 1930, che mi donò l’indimenticato amico Ernesto Prudente, e che ritrae uno strano esemplare di Oxynotus centrina (una delle tante specie di squali) con il particolare singolare di due “zampe di papera” presenti nella parte posteriore.
E ancora: i primi pesci balestra di una certa specie, la cui presenza è dovuta al fenomeno della Tropicalizzazione del Mediterraneo, li vidi proprio a Ponza, già molti anni fa, sotto i gavitelli dell’impianto di itticoltura.

Da biologo posso asserire che un libro sulla vita marina di Ponza sarebbe un’opera di grande importanza per la scienza e per l’antica tradizione marinara dell’isola.
Perché non lanciamo l’idea e proviamo a farlo? Chi è d’accordo?
Grazie per l’attenzione.

Oxynotus centrina. Part. del muso [2]

Sul sito leggi anche:
Di Adriano Madonna:
I mostri marini: leggende o realtà [3], [3] del 26 aprile 2014;
Abissi [4], del 21 settembre 2014

di Sandro Russo:
Curiosità abissali [5], del 6 ottobre 2014;
Una guida per riconoscere i propri mostri. Con un’appendice sui mostri marini (4) [6], del 30 giugno 2015