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Ci sono chiacchiere e chiacchiere…

di Francesco Ferraiuolo
Acqua. Salvadanaio [1]

 

Giovedi 13 agosto, Vigorelli in un post su fb, tra l’altro, scriveva: “con delibera del 4 agosto scorso la Giunta Comunale di Ventotene ha sancito il suo ingresso nell’ATO4 e quindi in Acqualatina. Così come aveva già fatto il Comune di Ponza. Questa adesione mette fine alla chiacchiere sull’ostilità di Ventotene all’operazione e anche quella sulla richiesta di Ventotene di creare un “sub ambito” per le isole ponziane. Due assurdità prive di senso logico.”

Orbene, il dibattito che si è sviluppato attorno alla possibilità di un “sub ambito”, ora declassato a rango di “chiacchiere”, è stato alimentato anche dal fatto che il Comune di Ventotene con nota prot. n. 888 del 08/04/2015, pur assicurando l’impegno a provvedere all’affidamento in concessione d’uso al gestore del servizio idrico integrato delle infrastrutture idriche di proprietà comunale, chiedeva alla Regione Lazio l’istituzione di un “sub ambito di gestione delle Isole Pontine”.

Al riguardo, riporto uno stralcio, dai miei appunti, della citata nota n. 888/2015 del Comune di Ventotene, presente nel fascicolo relativo alla convenzione tra il Comune di Ponza ed Acqualatina S.p.A., che io visionai in occasione del consiglio comunale del 30 u.s.:

“Risultano vigenti le due leggi della Stato, la n. 307 del 9 maggio 1950 e la n. 378 del 19 maggio 1967, che assegnano la provvista ed il trasporto dell’acqua potabile alle popolazioni delle isole minori, unicamente a carico dello Stato. Tali funzioni sono state demandate con successiva normativa alle Regioni (art. 105, comma 2, lettera b, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112), autorizzando le stesse ai sensi della legge n. 382/1975 ad agire sulla fiscalità regionale, allo scopo di compensare i maggiori oneri per lo svolgimento di tali compiti.

E’ corretto ora chiedere alle Amministrazioni comunali di Ponza e Ventotene, ai sensi dell’art. 153, comma 1, del D.Lgs. 152/2006, l’affidamento in concessione d’uso delle infrastrutture idriche al gestore del S.I.I. dell’ATO4 e la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa prima che siano state rimosse le condizioni ostative, per definire l’esatta tariffa idrica riservata alle isole minori, in vigenza del nuovo “Metodo Tariffario” di cui alle Leggi n° 14 del 2012 e n° 164 del 2014 di competenza dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico, e senza che tali oneri ricadano sulla tariffa del servizio idrico provinciale dell’Ambito ATO4-Latina?

Alla luce di quanto esposto, si chiede di voler coinvolgere i diversi attori (lo Stato, l’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico, l’ente di governo dell’ambito ATO4 –Latina ed i Comuni isolani), allo scopo di formulare un dispositivo regionale per la riorganizzazione territoriale del servizio idrico integrato che tenga conto delle peculiarità delle isole Pontine (con l’istituzione di un “sub ambito di gestione delle Isole Pontine”), per superare le sopraddette incongruenze e definire una soluzione tecnica per l’approvvigionamento delle isole, che rimuova dalla tariffa destinata all’utenza di ATO4-Latina un aggravio di costi, e al tempo stesso sia rispettosa dell’ambiente micro-insulare e con costi di gestione ridotti.”

Che il Comune di Ventotene abbia rinunciato a perseguire l’obiettivo del “sub ambito” non mi è dato di sapere; chi vivrà vedrà!
Ma per quanto mi riguarda, l’ipotesi del sub ambito per le isole ponziane mantiene inalterata tutta la sua validità.

Certo è che il mancato accoglimento della proposta del sub ambito fatta dalla minoranza lascia aperte alcune domande.

Noi consiglieri di minoranza, la scorsa seduta, alla proposta di approvazione della convenzione per la gestione del servizio idrico integrato, deliberato dalla Conferenza dei Sindaci e dei presidenti dell’ATO4 Lazio meridionale Latina con atto n. 4 del 11/11/2011, presentata dalla maggioranza, avanzammo una mozione alternativa e cioè:
1) la sospensione dell’approvazione della suddetta convenzione;
2) l’inserimento nello statuto comunale del principio “acqua bene comune”;
3) la richiesta alla Regione Lazio di un provvedimento che nell’ambito della riorganizzazione territoriale del S.I.I., preveda un sub ambito di gestione delle isole pontine, rispettoso delle loro peculiarità socio-economiche ed ambientali e delle prerogative di legge ad esse attribuite in tema di provvista di acqua potabile destinate alle loro popolazioni.

Quella nostra proposta non fu accolta dalla maggioranza che procedette, invece, ad approvare la suddetta convenzione per la gestione del servizio idrico integrato, sancendo, così, in maniera definitiva, l’affidamento del servizio dell’acqua e delle fogne di Ponza ad Acqualatina S.p.A.

Come si sa, il Consiglio Regionale nel mese di marzo scorso (2014) aveva approvato all’unanimità, in ossequio all’esito del referendum del 2011, una legge sull’acqua pubblica che, innanzitutto, afferma che “l’acqua è un bene naturale ed un diritto umano universale”, facendo discendere da ciò che “tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili”.

Acqua-bene-comune. Uccellino [2]

Recependo, come detto, lo spirito del referendum del 2011, la legge regionale stabilisce, quindi, che la gestione del servizio idrico integrato “deve essere svolta senza finalità lucrative e ha come obiettivo il pareggio di bilancio, persegue finalità di carattere sociale e ambientale”.

Vengono aboliti gli attuali ATO, gli Ambiti Territoriali Ottimali, che saranno sostituiti, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, dagli ambiti di bacino idrografico, attraverso un nuovo provvedimento legislativo.

Ciascun ambito sarà “governato” da un’autorità di bacino, a cui partecipano gli enti locali corrispondenti per territorio ed i delegati degli enti locali partecipano alle “assemblee decisionali di bacino” con vincolo di mandato.

Sono inoltre costituiti due fondi: il primo destinato alla “ripubblicizzazione” di cui possono beneficiare gli enti locali che vogliono tornare a gestire il servizio “subentrando a società di capitale“.

Tale fondo sarà finanziato nel triennio 2014-2016 da un apposito capitolo di bilancio.

Il secondo, avrà carattere di “solidarietà internazionale“, “al fine di concorrere ad assicurare l’accesso all’acqua potabile a tutti gli abitanti del pianeta” e sarà destinato a progetti cooperativi, escludendo ogni forma di profitto privato.

Questo a grandi linee è quello che statuisce la suddetta legge regionale sull’acqua pubblica in una maniera che non si presta ad alcun equivoco.

Eppure, incredibilmente, assistiamo al fatto che la stessa Regione Lazio che ha partorito la legge in parola, smentendosi, impone, pena il commissariamento, ai Comuni di Ponza e di Ventotene di aderire all’ATO4 e di dare la gestione del servizio idrico integrato ad Acqualatina S.p.A., cioè ad una società di capitali, dove la presenza dell’investimento privato è notevole (49%), che per sua essenza persegue lo scopo di lucro.

Perché, allora, costringere, in procinto di una riorganizzazione della gestione del servizio idrico integrato in funzione dello spirito del referendum del 2011, sancita da una legge in vigore, i due comuni isolani ad un atto forzoso, quando si poteva attendere la loro collocazione nell’istituendo nuovo ambito di bacino idrografico? O nell’eventuale sub ambito di gestione delle isole ponziane, come richiesto dal Comune di Ventotene e da noi consiglieri di minoranza, rispettosi delle loro peculiarità socio-economiche ed ambientali e delle prerogative ad esse attribuite con le due Leggi, la n. 307 del 9 maggio 1950 e la n. 378 del 19 maggio 1967, mai abrogate, che assegnano, con costi a totale carico dello Stato, la provvista ed il trasporto dell’acqua potabile alle popolazioni delle isole minori?

Perché non si poteva attendere la costituzione della nuova autorità di bacino che secondo il dettato della nuova legge regionale sull’acqua pubblica sarà obbligata ad assicurare il servizio idrico integrato secondo una gestione che “deve essere svolta senza finalità lucrative e ha come obiettivo il pareggio di bilancio, persegue finalità di carattere sociale e ambientale”?

Perché non attendere questo soggetto con tali caratteristiche (in linea con lo spirito del referendum del 2011) a cui affidare i 37 milioni di euro circa di opere già programmate nel passato a favore delle isole di Ponza e di Ventotene e che la Regione, oggi, invece, si accinge a trasferire di corsa ad Acqualatina S.p.A., pur in vigenza della citata legge da essa stessa fatta ed in suo dispregio?

Mi viene in mente una locuzione molto usata, specie sui social network: fatevi una domanda e datevi una risposta!

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Per il precedente articolo dell’Autore (del 29 luglio 2015) sullo stesso tema, leggi qui [3]