Ambiente e Natura

I quinnici d’aùst’

di Rosanna Conte
La Madonna Assunta a Le Forna. Trionfo

 

Stamattina c’è stato il tradizionale pellegrinaggio che ogni anno fanno i ponzesi per andare ad onorare la Madonna Assunta alle Forna. Lungo la strada si recita il rosario e al termine di ogni cinquina di misteri si dicono le giaculatorie e si canta una canzone in onore della Madonna.

Il tradizionale pellegrinaggio del 15 agosto (2015)

In genere, quando si arriva un po’ più giù di Lucia Rosa il rosario di quindici poste è finito e si cantano le invocazioni, le giaculatorie, oltre a qualche altra canzone alla Madonna attinta dal repertorio italiano, fino ad intonare la Salve Regina nei pressi della Chiesa. Oggi si è entrati cantando le ultime strofe.

Una volta le canzoni del pellegrinaggio erano rigorosamente in dialetto, come è proprio delle antiche tradizioni mariane partenopee, e venivano conservate seguendo la tradizione orale con il facile travisamento di parole e con l’uso del tu e del voi facilmente scambiati.

Per la Madonna Assunta ricordiamo quelle che iniziano con I quinnici d’aùst’ ‘na rosa spampanata (per la festività del 2012, leggi qui), Regina de lu cielo e Venimm’ a salutare Dio e la Madonna.
Ma ci sono anche la giaculatoria Fauz’ e nemico, che faceva parte della tradizionale preghiera delle cento Ave Maria accompagnata dai cento segni della croce per tenere lontano il demonio e le sue tentazioni, e le quattro invocazioni, seguite dall’Ave Maria, allo Spirito Santo, a Maria, a Sant’Anna e alla Trinità.
Da rilevare che nell’invocazione allo Spirito Santo ci sono due versi molto simili a quelli del rosario dialettale procidano della Madonna delle Grazie:

ringraziamo lu Patreterno
che t’ha fatto madre di Dio
e fance grazia o Maria!

Nel rosario procidano:

comme te fece lu Patreterno
e te 
 fece mamma de Dio
e famme grazia o Maria!

Sappiamo che le preghiere in dialetto hanno origine nell’opera di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
Nel ‘700, secolo dei lumi, nel meridione d’Italia l’ignoranza e la superstizione mantenevano la vita materiale e spirituale delle plebi in condizioni miserevoli. Sant’Alfoso, fu un grande divulgatore della fede e si comportò come un vero missionario. Intanto fece passare la religiosità attraverso la figura di Maria: egli stesso ne era un fervente devoto perché in lei vedeva esplicitate tutte le qualità di una madre a cui ogni figlio si affida ciecamente. Poi compose canti e preghiere in napoletano, lingua corrente, in modo che il loro significato fosse chiaro e potesse giungere ai cuori alle menti delle persone del popolo.

Così abbiamo ereditato un patrimonio di canti che col passare dei secoli, nelle diverse comunità, hanno potuto assumere melodie o sfumature sintattiche e lessicali diverse. A S. Alfonso sono attribuiti moltissimi canti mariani, quasi tutti in napoletano, ma molti anche in italiano. La stessa Salve Regina cantata all’ingresso in chiesa alle Forna, è cantata anche nel basso Lazio, ma con un motivo differente.

Il tradizionale pellegrinaggio del 15 agosto (2015).2

Le diverse comunità tendono a recuperare e conservare queste tradizioni perché in esse è presente la loro storia ed il legame generazionale ne mantiene il filo. A Procida, il rosario in dialetto, è cantato ogni mattina, alla prima messa, per un mese intero e vi partecipano non solo persone provenienti da altre parrocchie, ma molti giovani, giovanissimi e bambini. Difficilmente se ne perderanno le tracce.

Padre Salvatore, al termine della messa della 7,30, ha ringraziato i pellegrini ed ha sottolineato l’importanza del pellegrinaggio per la festa delle Forna di cui costituisce un aspetto essenziale, poiché il percorso che il cristiano compie per giungere a Dio attraverso Maria è ben rappresentato dal gruppo dei ponzesi che si mette in cammino alle 5,30 del mattino e raggiunge la chiesa delle Forna pregando e cantando.

Quest’anno non erano tanti, meno dello scorso anno, intorno alla cinquantina con le persone che si sono accodate anche dal Campo Inglese in poi, e non c’erano giovani, né bambini.

Stiamo attenti: è un altro segnale che stiamo voltando pagina, interrompendo il passaggio di testimone generazionale.

Festività della Madonna Assunta a Le Forna

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