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L’albero della vita (2)

di Adriano Madonna

occhio-nautilus [1]

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“La biologia dovrebbe apparire avvincente come
un libro di favole, perché la biologia è esattamente una storia di magie”
(Richard Dawkins)

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I MOLLUSCHI

I molluschi, tra quelli acquatici e quelli terrestri, comprendono circa centodiecimila specie divise tra numerose classi.
Vi sono molluschi con e senza conchiglia. Questa può essere con una sola valva (come la chiocciola) ed è presente nella classe dei gasteropodi, a cui appartengono anche molluschi privi di conchiglia, come la lumaca, oppure la conchiglia può avere due valve (come le cozze e le vongole).

cozze [2]
In questo caso si ha la classe dei bivalvi. Vi sono, poi, altri molluschi, certamente i più evoluti: i molluschi della classe dei cefalopodi, come il polpo e il calamaro.
polpo [3]

Classi di molluschi meno note sono quelle dei monoplacofori, degli aplacofori, dei poliplacofori e degli scafopodi.

Ogni classe ha le sue peculiarità, la sua organizzazione anatomica e fisiologica e il suo habitat. Ci sono, quindi, molluschi che vivono infossati nei fondali sabbiosi, come alcuni bivalvi (vongole, telline etc.); altri sono ancorati al substrato roccioso, a cui aderiscono grazie a un piede conformato a ventosa, come le patelle; altri ancora si attaccano alla roccia e a substrati di altra natura con una produzione filamentosa, detta bisso, come i mitili (le cozze). Continuando, le ostriche e gli spondili cementano, con una base di carbonato di calcio, una valva della conchiglia alla roccia. Infine, ci sono molluschi che strisciano sul substrato, come la chiocciola e la lumaca che troviamo nei prati.

chiocciola [4]


Come si riproducono

I molluschi si riproducono solo per via sessuale e, tranne che per i cefalopodi, non esistono organi copulatori.

Dall’uovo schiude una larva, detta veliger, dotata di un organo natatorio, il velum, e già in fase larvale si osserva un abbozzo di conchiglia, denominato protoconca.
Nei cefalopodi, il maschio e la femmina si uniscono in uno stretto amplesso: il maschio afferra e immobilizza la femmina con i suoi otto tentacoli e le introduce nel mantello un pacchetto di spermatozoi mediante un tentacolo trasformato in organo copulatore, denominato ectocotile.
La femmina emette le uova e le ancora al substrato. Nel caso del polpo (Octopus vulgaris), la femmina cura le uova fino alla loro schiusa, pompandovi sopra continuamente acqua dall’imbuto per tenerle ossigenate, poi, in seguito alla schiusa delle uova, muore.

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Tra i cefalopodi, il polpo è l’unica specie che prodiga cure parentali: gli altri cefalopodi (seppia e calamaro), infatti, una volta ancorate le uova, le abbandonano al loro destino.

Le uova dei cefalopodi sono aggregazioni di migliaia a forma di stalattiti di colore bianco.

GLI ARTROPODI

Gli artropodi costituiscono il philum che più di tutti gli altri è riuscito ad adattarsi a ogni tipo di habitat. Vi sono, infatti, artropodi in ogni angolo del mondo, dai paesi caldi a quelli freddi, a siti umidi, asciutti e addirittura caldissimi e desertici. Questa speciale versatilità degli insetti consente loro di vivere in ogni condizione ambientale, con una incredibile velocità di adattamento.

Possiamo dividere gli artropodi in quattro classi: gli insetti, gli aracnidi (i ragni), i crostacei e i miriapodi (i millepiedi).
gli artropodi [6]

Insetti e ragni appartengono al nostro mondo e spesso alla nostra quotidianità. I crostacei, invece, che potremmo definie “artropodi nobili” per il semplice motivo che non destano senso di ribrezzo, sono organisami acquatici, come l’aragosta, i gamberi, l’astice, i granchi etc.

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Gli artropodi sono dotati di una sorta di guscio rigido esterno, una teca di contenimento che prende il nome di esoscheletro (scheletro esterno) e che ha la caratteristiuca di non accrescersi con l’animale: l’esoscheletro, infatti, che nei crostacei viene chiamato carapace, va sostituito stagionalmente (l’animale fuoriesce dal vecchio carapace e ne forma un altro grazie a un veloce ispessimento della cute).

Come si riproducono

I crostacei sono quasi tutti dioici (a sessi separati), tranne pochi casi di ermafroditismo.

I maschi hanno organi copulatori e la fecondazione è sempre interna. Le uova vengono incubate dalla femmina attaccate in masserelle alle zampe o all’addome.

Dall’uovo schiude la larva nauplius, dotata di un occhio, detto occhio naupliare. Il nauplius evolve in una seconda larva, la zoèa. A sua volta, la zoéa evolve in vari stadi post-larvali molto simili all’individuo adulto. Infine, la metamorfosi si completa sul fondo.

GLI ECHINODERMI

Echinodermi è un termine composto, formato da echinos e derma, rispettivamente, in greco, riccio e pelle. Il riccio di mare, dunque, è l’echinoderma più rappresentativo, proprio perché gli aculei di cui è irto sono il segno distintivo per antonomasia di questi organismi.
Molti echinodermi, comunque, non hanno la pelle coperta di spine, come moltissime stelle di mare e, in genere, le oloturie, ma altre caratteristiche proprie di questi animali sono valse a sistemarli tutti nello stesso philum biologico.

ricci e stella [8]

Tutti gli echinodermi sono marini e posseggono un celoma, cioè una cavità contenente gli organi più importanti. Ricordiamo che il celoma è un segno di avanzata evoluzione, poiché gli organismi che ne sono dotati (detti celomati) riescono ad attuare tutte le trasformazioni essenziali per effettuare i loro adattamenti all’ambiente, in particolare per quanto riguarda gli organi vitali: il celoma, infatti, “offre spazio sufficiente” allo sviluppo di sistemi e apparati.
Parlando di celomati, dunque, ci troviamo davanti a organismi abbastanza evoluti.

Gli echinodermi non sono un philum biologico molto numeroso: le specie conosciute, infatti, non superano le seimila, però sono presenti nei mari di tutto il mondo e nelle profondità oceaniche: si pensi che sono stati rinvenuti fino a 12.000 metri di profondità e spesso sono le specie abissali più frequenti.

Echinodermi sono i ricci, ma anche le stelle di mare, eppure sembrano così diversi! Dov’è, ad esempio, in molte stelle di mare, il carattere peculiare delle spine, evidentissimo e preponderante nel riccio? In realtà, sotto l’epidermide della stella ci sono delle spicole calcaree che possono assimilarsi agli aculei del riccio: si tratta, infatti, di abbozzi di spine, oppure di residui di spine presenti qualche milione di anni fa in echinodermi ancestrali e poi ridotte a placchette rugose per motivi di trasformazione evolutiva. Queste spicole sono componenti di un endoscheletro (scheletro interno) fatto di elementi calcarei con precise caratteristiche.

stella marina [9]
Peculiarità degli echinodermi è la presenza di un apparato di deambulazione praticamente unico, cioè assente in ogni altro philum biologico, definito in vari modi, tra i quali, i più usati sono sistema acquifero, sistema vascolare ambulacrale e idrocele.

Come si riproducono

Gli echinodermi sono in genere dioici (a sessi separati) e durante i momenti di riproduzione hanno l’abitudine di radunarsi in grandi quantità.
Famosa e “misteriosa”, ad esempio, è la riproduzione delle oloturie: maschi e femmine in un giorno d’estate e per poche ore si sollevano dal fondo in posizione eretta e liberano i gameti: il liquido seminale dei maschi è bianco, la nuvola di uova delle femmine è più o meno rossastra o rosa.

an holoturia of forskali in reproduction at Kosor Island near Korcula island - - cetriolo di mare - Holothuria forskali [10]

an holoturia of forskali in reproduction at Kosor Island near Korcula island – – cetriolo di mare – Holothuria forskali

La fecondazione, dunque, avviene in acqua libera. Dall’uovo fecondato nasce la larva pluteus. I plutei conducono un periodo di vita planctonica di diverse settimane, durante il quale subiscono una serie di metamorfosi, poi atterrano sul fondo e si trasformano in individui adulti.

I TUNICATI (O UROCORDATI)

I tunicati sono noti anche con il nome di urocordati (Urochordata), nome composto da urà (coda ) e chordé (corda), nel senso di corda dorsale o notocorda. La corda è, infatti, una caratteristica delle larve di questi organismi: una struttura di sostegno semplice ed elementare (un segmento più o meno dritto), che gli evoluzionisti indicano come il primo abbozzo di colonna vertebrale dei vertebrati, comparsi sulla Terra milioni di anni dopo. I tunicati si dividono in tre classi: gli ascidiacei, i larvacei e i taliacei. Tutti, comunque, hanno la caratteristica comune di una sorta di “tunica” (da cui il nome di tunicati) a base di una sostanza particolare, la tunicina, che possiamo considerare una sorta di cellulosa, essendo costituita da una percentuale massima di cellulosa e un restante di altri componenti, tra i quali, in primis, dei composti azotati. I tunicati, dunque, sono gli unici organismi animali nei quali sia presente la cellulosa, notoriamente tipica delle piante.

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Fra le tre classi, quella degli ascidiacei è certamente la più comune, appartenendovi specie ben note, come la clavelina (Clavelina lepadiformis e Clavelina nana), la patata di mare (Halocyntia papillosa), il pan di zucchero (Amaroucium conicun), la pigna di mare (Phallusia mamillata), l’ascidia lunga (Ciona intestinalis), ecc.

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ascidia lunga [13]

Come si riproducono

La maggior parte dei tunicati è ermafrodita (lo stesso individuo produce spermatozoi e uova). Molti tunicati del gruppo degli ascidiacei, però, possono riprodursi anche in maniera agamica, per semplice gemmazione.

Nel caso di riproduzione sessuata, le uova vengono liberate in acqua. Dall’uovo fecondato nasce la larva appendicularia (simile a un girino), che, dopo un periodo di esistenza planctonica, si ancora al substrato e si trasforma in individuo adulto.

 

[L’albero della vita (2) – Fine]