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Le bagnarole 2015
Da lontano ascolto risa, trilli, cori, voci di bimbi. Il pomeriggio è benedetto da un sole dilagante, stamane timido e pavido tanto da non imporsi sul grigio. Ora si è irrobustito ai gridi dei fanciulli. Mi incuriosisco: cosa si sta consumando nel cavo del porto? Acuisco l’attenzione mentre scendo seguendo la fonte dell’animazione. I toni sono quelli alti e gai dei fanciulli. Ed è la spiaggia di sant’Antuono la scena della rappresentazione. Bambini in acqua, mamme e papà sulla spiaggia, sagome di natanti sulla battigia. Gareggiano: quella più innovativa, quella più simpatica, quella più veloce, quella più sfortunata. Il percorso è breve ma da una bagnarola c’è da attendersi tutto. Se metti poi che sono i bambini a far da capitano e marinai allora… non c’è da meravigliarsi di nulla. Qualche genitore sottolinea la prestazione del figlio col suono del clacson, una macchina passa e s’accoda al rumore, il vocio degli amici evidenzia la bravura di una bagnarola riottosa a galleggiare. Pure le campane della chiesa partecipano alla festa. Chiamano alla novena ma il canto è più civettuolo. In sintonia coi voli sfreccianti di sparute rondini e con i versi dei quaraquaglie, così evidenti e così lontani. Le mamme sono sfinite. Vorrebbero tenere lontano i figli dal bagnarsi totalmente. I piedi sì, ma per il bagno integrale è ancora presto! Per i bambini è una festa, è l’apoteosi della spensieratezza. Oggi è cominciata l’estate 2015 a Ponza, la gara delle bagnarole lo ha attestato. Gioiosa sia per i piccoli ! L’isola ha bisogno d’essere amata, questa isola non ha futuro senza gli isolani.
Immagine di copertina. In attesa di foto aggiornate abbiamo pubblicato una foto della manifestazione 2013 Appendice 1 commento per Le bagnarole 2015Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Caro Franco,
hai ragione tu, quest’isola ha bisogno di essere amata, non solo gestita o, peggio, utilizzata o addirittura sfruttata. Ed è altrettanto vero anche quell’altra tua considerazione: “questa isola non ha futuro senza gli isolani”, quelli veri, quelli che vivono tutto l’anno nelle difficoltà e alcuni anche nelle ristrettezze, che ragionano e si attivano anche in funzione degli altri e della propria terra, che hanno vissuto la sua storia ed il suo mare, i momenti gioiosi e quelli addolorati. Ma perché questo accada è necessario che questa tua idea si trasformi in azione politica. Qual’è dunque il ponte che può unire queste due cose? Interessante sarebbe aprire un dibattito.
Gennaro Di Fazio