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Un’incantevole avventura al Faro della Guardia

di Chiara Fronta

Le rocce ed il faro - foto di Chaira Fronta [1]

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Chiara Fronta è studentessa presso la Facoltà di architettura della Federico II di Napoli ed ha avuto, dalla Marina Militare, l’autorizzazione per visitare il Faro della Guardia a scopo didattico, in quanto lo stesso rientra nel suo progetto di tesi.
Chiara mi è stata segnalata dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) cui si è rivolta, sempre per motivi di studio, visto il sesto posto conseguito dal faro nella campagna de “I luoghi del cuore” del 2012.
Nonostante il cognome, non tipico di Ponza, Chiara è ponzese avendo madre e nonni ponzesi, ma lo è soprattutto per i legami forti con l’isola risalenti agli anni dell’infanzia.
Il 4 maggio, per la prima volta nella sua vita, ha visitato il faro. Ce ne parla in questa pagina, limitandosi ad una descrizione puramente emozionale, data la riservatezza che è tenuta a rispettare.
Le auguriamo di realizzare il progetto che ha a cuore con il massimo successo.
Sul tema faro della Guardia e per quanto altro vorrà proporci, ci fa piacere ospitare Chiara sul nostro sito e le diamo il benvenuto.
Enzo Di Fazio e Redazione

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Ero ancora una bambina quando con nonno Giovanni esploravo i fondali della Parata fino alla Parata vecchia, e proprio in occasione di queste escursioni vidi per la prima volta quel faraglione così imponente, lì, per la prima volta, vidi il Faro di punta della Guardia… Da quel momento non ho più smesso di pensare a come l’avessero realizzato, da quel momento credo di aver scelto quale sarebbe stata la mia strada.

Sono diventata una studentessa di architettura con una spiccata predilezione per i manufatti degradati e malconci, ma non privi di anima… anche gli edifici hanno un’anima!

“L’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi di costruzione, al di là di essi. La Costruzione è per tener su: l’Architettura è per commuovere(Le Corbusier)

Il Faro ha un’anima. Trasuda dalle imponenti mura centenarie del caseggiato, che si fa contenitore delle tante storie dei lavoratori, delle famiglie e dei bambini che vi hanno vissuto la loro quotidianità e che in esso hanno trovato rifugio. Dopo aver esplorato questo luogo, posso dire con certezza che si percepisce a pieno ogni sensazione, ogni vissuto nonostante il tempo e il mare abbiamo celato lo splendore di una volta.

Giorno 04.05.2015 –  Visita al faro
L’impazienza era tanta, tanta da farmi svegliare due ore prima del previsto; sono andata a controllare il tempo ed era una giornata meravigliosa, c’era il sole ed il mare era perfetto per poter ormeggiare allo sbarcatoio, al di sotto del faraglione. Un’ultima controllata allo zaino e via.
Partiti con la barca dal Porto, lo spettacolo ha inizio. Il mare di Ponza riserva sempre un vasto spettro cromatico e un’impressionante nitidezza. Avrei fatto volentieri un tuffo ma, tralasciando i miei desideri, continuiamo con il viaggio verso il faro.

Arrivati veniamo colpiti da un senso di grandezza. La natura ha avuto il suo da fare con il faraglione, le rocce che lo compongono sembrano essere state disegnate per quanto sono precise, sagomate e assemblate, solo il mare è capace di tanto.

Tutto è maestoso e la montagna è composta da mille colori, il tracciato del vecchio sentiero è molto chiaro e la mulattiera è un’opera da ammirare per la maestria della sua costruzione. Nel percorrere quei tornanti ho provato una sensazione di inquietudine. Non è una passeggiata semplice da affrontare soprattutto per i massi che alzando lo sguardo ci si trova a poca distanza, ma, avanzando, tutti i timori svaniscono e a prendere il sopravvento è la magnificenza che si lascia ammirare, dal fondale della “Scarrupata” ai faraglioni del Calzone Muto, al punto del Monte Guardia dove il giorno prima attendevamo il dissolversi della nebbia per rubare una fotografia.

Il faro della Guardia nella nebbia - foto di Chiara Fronta [2]

La natura risiede incontaminata in questi luoghi, tante sono le specie di fiori selvatici e i gabbiani con i loro piccoli sono i padroni di casa. Arrivati in cima sono ripagate a pieno tutte le aspettative e l’acqua è la protagonista indiscussa del panorama che ci circonda. Il caseggiato si presenta ai nostri occhi malinconico ed è difficile rimanere indifferenti davanti alla rovina che lo scorrere del tempo provoca. Affacciandomi da una delle antiche finestre si scorge la selvaggia isola di Palmarola, e penso chissà in quanti hanno fatto il mio stesso gesto in quelle stanze.

Tornando verso il Porto, accompagnati con nostra sorpresa da un delfino, mille pensieri hanno invaso la mia mente, avevo realizzato il mio desiderio e a quanto pare non solo il mio. Sono felice di aver potuto regalare questa bella avventura alla mia famiglia che mi ha supportato nel sopralluogo e aver esaudito un desiderio di nonno Giovanni che tanti dei miei ha fatto in modo si realizzassero. Questa esperienza è stata possibile grazie alle persone che come me sono affezionate a questi luoghi e spero che un giorno tutti possano provare le stesse emozioni che il Faro ha saputo suscitarci.

Adesso mi metto al lavoro, proviamo a tirar fuori l’antico splendore che il tempo e il mare hanno eclissato.