Attualità

Addio a Filomena Schiano

di Rita Bosso

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Se ripercorreremo i luoghi del confino, non ci sarà Filomena Schiano ad accompagnarci, ad indicarci le abitazioni, a rievocare aneddoti e perfino ricette di cucina: “qua stava la mensa, qua il prato della miseria, in questa casa ha abitato Camerini, lì stava Mario Magri”.
Filomena se n’è andata oggi dopo una breve malattia; i suoi novant’anni passati pieni di energia, di cordialità e di simpatia avevano colpito i partecipanti alla nostra passeggiata, a settembre del 2013, ma anche Osvaldo Bevilacqua, presentatore di Sereno Variabile che, intervistandola in occasione della presentazione di Ponza in Tavola, si stupì che, alla sua età, cucinasse ancora; e Filomena, spontanea e diretta: “Perché, alla mia età non si mangia?”

Ponza è un sito  storico-archeologico del tutto particolare: i reperti non sono collocati entro un perimetro ma sono dispersi nel territorio che noi percorriamo, viviamo, utilizziamo; cogliamo le voci, ascoltiamo i racconti che i libri di storia, i documenti d’archivio non possono narrare.
Filomena è stata una di queste voci, gagliarda, sorretta da una memoria nitida; qualche anno fa, conversando con lei e con altri suoi coetanei, ricavai l’immagine di sirene che stavano cantando affinché una pagina della storia di Ponza fosse preservata dall’oblio, fermata in qualche modo e consegnata alle generazioni future.
Nelle pagine di Ponzaracconta ci sono tanti contributi di Filomena, dalla descrizione dell’appriezzo ai ricordi degli anni della guerra e del confino; l’associazione Calafelci la ricorda con affetto per il contributo  dato a “Ponza in Tavola”.

Ai figli Franco e Silverio, alla sorella, ai familiari tutti giungano le condoglianze della redazione di Ponzaracconta e la mia affettuosa, partecipe vicinanza.

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4 Comments

4 Comments

  1. Luisa Guarino

    4 Maggio 2015 at 18:16

    Un’altra grande donna di Ponza ci ha lasciati: possono cosiderarsi fortunati quanti, come Rita, hanno potuto sentire lungo il percorso del confino, il racconto arricchito dalla sua testimonianza, dai suoi ricordi. Non abitiamo distanti, sulla Dragonara, quindi incontravo spesso Filomena, salendo o scendendo, oppure davanti alla sua casa con la piccola nicchia di San Silverio: il sorriso sempre pronto e il desiderio sempre vivo di comunicare. Con il figlio Franco ci conosciamo da sempre, e in particolare un’estate abbiamo frequentato la stessa comitiva. Ricordo che una volta Filomena si è fermata con me proprio per parlare di quel periodo, facendo riferimento a una foto in bianco e nero molto singolare, dove tra gli altri c’eravamo sia io che Franco. Ritraeva la comitiva di allora (anni ’60) con noi disposti in fila uno sottobraccio all’altro, ad occupare per traverso l’intera piazza della Punta Bianca. Era un ricordo che le faceva particolarmente piacere condividere, e altrettanto a me. Mi mancherà: mi mancherà il suo sorriso, il suo sguardo azzurro, così perfetto tra il mare e il cielo di Ponza. Mi stringo in un forte abbraccio a Franco, Silverio e alle loro famiglie.

  2. susy scarpati

    5 Maggio 2015 at 02:17

    E anche Filomena è partita per altri lidi…
    “Ahhh… figlia mia… tu sei intraprendente come tua nonna Concetta!” …Quante belle chiacchierate! Una donna pronta, intelligente, al passo sempre con i tempi… buon viaggio “Zi Filomè…
    A Franco, Silverio, Salvatore e tutta la famiglia, un sincero abbraccio.

  3. polina ambrosino

    5 Maggio 2015 at 19:21

    N’ata luce s’è stutata
    ncopp’a Traunara:
    ‘a casa ‘i Filomena Schiano è tutta scura
    pure San Silverio for’à porta nun sta appicciate
    e a me na brutta malincunia m’ha pigliate…
    Filomè… senche ancora à vocia toia allegra
    che me dice: “Mille benedizione, figlia mia!”
    comme ogne vòta che te veneve a truva’
    e tu, cu chella bella resata, me facive sente
    c’averamente ‘u tiempe nun conta niente
    e che chi tène ‘u core sincere
    nun s’adda mai avveli’ e adda piglia’ ‘u munne comme vène…
    Filomè, à chella vanne
    chisà comme te stevene aspettanne:
    ‘a nonna Maria Tagliamonte, l’amica toia Lucia,
    zi’ Giustine e, ‘ncoppa à tutte, Zi’ Schiane
    che se senteve troppe sule, doppe tant’anne che t’ha lasciate…
    A nuie ce manche assaie,
    ma avive ragione tu:
    “Figlia mia, ‘a morte esiste e nun ci’amma fa’ meraviglie…”

    Ciao Filomena,
    non sarà più lo stesso quartiere, questo qua:
    la tua generazione se n’è andata tutta
    e chi è rimasto non ha la stessa stoffa…
    Grazie di essere stata nella vita della mia famiglia: sarai sempre l’amica cara e sincera che con leggerezza ha attraversato la vita.
    Ti vogliamo bene.

  4. rosalba scarpati

    6 Maggio 2015 at 11:36

    Mia amatissima e cara zietta Filomena, avrei voluto tanto accompagnarti in questo viaggio, ma tu conosci il motivo che me lo impedisce.
    Tu per me sei stata più di una mamma. Sei stata depositaria di piccoli e grandi segreti del mio cuore. A te ho confidato dolori e preoccupazioni e tu, con la semplicità del tuo essere, riuscivi a consolarmi sempre. Tutte le mattine dopo le nostre lunghe chiacchierate al telefono nelle quali mi davi consigli, risate, proverbi e sapienza nel cucinare, dopo mi sentivo rinfrancata e pronta per affrontare la giornata. Tu mi dicevi sempre:” Figlia mia! Simm` figlie d`a morte: amma muri`”. Ma tu non sei morta, vivrai sempre nel mio cuore e in quello di tutti coloro che ti hanno amato. In Paradiso ti accolgano gli angeli e le anime a te care.
    Ciao

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