De Luca Francesco (Franco)

‘A ciunchìa

di Francesco De Luca

vecchio con bastone

.

“ ‘A ciunchìa nun è na malatìa … è una somma di acciacchi… alle articolazioni ”.

Da come parla avrete capito che è ‘u prufessore. E’ lui che ha messo sul tavolo della discussione questo argomento. In verità ad aprire il colloquio fra i tre era stato Gaetano. Sapite pecché? Perché stamattina mi sono alzato con un dolore al braccio. Come lo muovo… vedete? … mi fa male. Senza aver fatto sforzi, di nessun genere “.

“ Gaità – interviene ‘u prufessore – ancora hai di queste meraviglie. Non lo sai che alla nostra età ogni giorno c’è una novità. Comunque tu non metti in conto che in primavera le giunture delle braccia, delle gambe e del tronco vorrebbero … dico vorrebbero…. distendersi, agevolarsi, dopo il rattrappimento invernale e… invece… manifestano il loro irrigidimento con i dolori “.

“ Uuh… dolori acuti ” – interviene Gaetano.

“ Ma… ti ricordi Vecienzo d’ a Caremar? – l’interrompe Veruccio. Si ‘u vide mo’ … è piegato, e c’ a capa nun po’ guardà ‘u cielo. Quello era un uomo di vigore, di fatica. ‘A ciunchìa l’ ha ridotto una canna spezzata “.

“ ‘A ciunchìa prende maschi e femmine, di solito di una certa età – continua ‘u prufessore. E questo perché l’età acuisce le alterazioni delle giunture, usura le articolazioni, porta a degenerare i movimenti a rischio. Insomma con l’età si assommano tutti i malanni che la macchina-corpo accumula nel corso degli anni “.

la_vecchiaia

“ Aah – irrompe Gaetano – allora è l’età che dà evidenza a questo stato che nel corpo si compone, prende forma …”

“ Non ti affaticare Gaità – interviene ‘u prufessore – è l’età che dà segnali. Segnali per allungarti la vita … magari una vita entro precisi limiti… perché soltanto così è una vita tollerabile. Dolori alle braccia, alle gambe, ai fianchi, alzarsi è un’ impresa… camminare poi… una battaglia mai vinta. Tutto quello che ha a che fare con le articolazioni delle ossa procura sofferenza. E’ la nostra vita di abitanti dell’isola. L’umidità ci invade, ci pervade, ci corrode, ci sotterra. “

“ Mamma mia che iettatore – sbotta Gaetano “

“ ‘A ciunchìa – sentenzia ‘u prufessore – nun è na malatìa,

è a somma ‘i tanta dulure

ca te metteno ncroce nfacci’ a u muro.

‘I cosce piegate…

sbatteno ind’ a rutella,

si t’ aizze … ce vonne ‘ i stampelle,

‘a mano fa furmicule

‘u braccio nun s’ articule.

‘U cuollo si ‘u muove fa male

‘I rine ? so’ guaie si te cale.

‘U tallone n’ u può appuggià

‘i pònte nse vonne piegà.

T’ hè sta comme na macchina rotta:

ferma, arruzzuta e chiena ‘i botte.

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