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Zannone: Schiano aggiunge…

di Franco Schiano

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Per prima cosa non posso che ringraziare Vincenzo Ambrosino per aver messo in fila i fatti della querelle tra me e il Sindaco, che in questi giorni ha occupato la scena della comunicazione locale, purtroppo anche con delle sgradevoli cadute di stile, ancorchè non mie.
Su Zannone, alla ricostruzione di Vincenzo Ambrosino, devo aggiungere qualche altra considerazione per meglio approfondire la sua pur chiara e obiettiva ricostruzione.

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1. Tracciare il secondo solco e sempre più facile che il primo. Ho lavorato sicuramente in condizioni più difficili di quelle attuali. Quando ho sollevato la questione Zannone in seno al Consiglio del Parco, non solo non avevo il peso specifico di un Sindaco, ma non ero neanche assessore esterno del Comune di Ponza. Lo diventai solo nel febbraio 2010. Ho dovuto battermi su due fronti: da un lato il Parco e dall’altra un’Amministrazione e una cultura tutt’altro che favorevole all’ambientalismo. Avvicinarle e farle dialogare è stata un’impresa veramente “titanica”.

2. Con il Protocollo del 28.7.2011, i ponzesi, avrebbero assunto la gestione economica dell’isola (Collegamenti, corso per guide, visite guidate, tabellazione, sentieri, campi boe, gestione punto ristoro e casa di caccia: tutto a cooperative e/o associazioni di ponzesi) e in più il Parco avrebbe pagato oltre agli affitti arretrati anche un nuovo canone (da definirsi) per i successivi anni. Cosa di cui Vigorelli non parla affatto. La casa di caccia avrebbe beneficiato subito di lavori per 55 mila euro a spese del Parco.Per i successivi lavori – il cui progetto di fattibilità era stato già realizzato a spese dello stesso – si sarebbe attinto a Fondi Europei per l’Ambiente. Zannone sarebbe rimasta in mano ai ponzesi – come era volontà della famiglia Borbone quando con legge 1 maggio 1816 la diedero in, con il diritto quindi per tutti i cittadini di potervi esercitare gli usi civici.

3. I risultati raggiunti con il protocollo sarebbero stati superiori ai proclami del Sindaco attuale.

Infatti la sua visione ultraliberista-berlusconiana immagina che i lavori della villa possano – “con le modalità del project financing” essere fatti da privati. Privati non certo ponzesi. Quindi riprenderci Zannone per ridare la villa a privati non ponzesi?

Vogliamo metterci nuovi Casati? Spero di aver capito male! Mi auguro che i miei nipoti di sangue ponzese possano godere la piena disponibilità di tutta Zannone così come nel 1816 i miei antenati l’ebbero dal loro sovrano.