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Bravo Scassetta

di Rita Bosso

 

Si sapeva che ieri sera, a Boss in incognito, ci sarebbe stato un ponzese; la sorpresa è stata trovarne quasi due.
Il programma prevede che il titolare di un’azienda (il boss) si finga apprendista, venga affidato ad alcuni suoi dipendenti (i  tutor) , esplori le condizioni di lavoro, cerchi di cogliere il lato umano.
Ieri sera il boss era Alessandro Onorato della Moby Lines; Mario Scotti detto Scassetta era uno dei quattro tutor: dunque un ponzese (il tutor) e un quasi ponzese (il boss).

mario [1]

Mario è il terzo da destra, in prima fila

In ogni puntata le immagini mostrano ambienti immacolati e tecnologici, condizioni di lavoro ottimali, tant’è che la trasmissione è stata definita da qualche critico televisivo uno spot promozionale per l’azienda del boss. A ben considerare, però, emergono anche situazioni meno idilliache.

Vero protagonista della puntata di ieri sera è stato il PADRE, a partire da quello ingombrantissimo del boss, il “Mascalzone Latino” cui il figlio rimprovera l’assenza,  in trasmissione per un messaggio di saluto e di incoraggiamento che si rivela di un gelo artico.

Padre e figlio [2]

Vero è che Alessandro non sembra essere il figlio che Vincenzo Onorato potesse portare in barca a vela; oppure Alessandro è così imbranato perché il padre non lo ha portato in barca a vela… Il ragazzo, ventiquattrenne laureato alla Bocconi, viene guardato con affettuosa derisione da camerieri e marinai; figuriamoci cosa sarebbe stato con gli skipper!
Svegliati, muoviti, sei imbranato, sono i complimenti che il boss raccoglie; Mario Scotti lo redarguisce con toni fermi, la barista Annalisa, quando l’identità dell’apprendista viene rivelata, si spinge a fare paragoni col fratello e col padre: Achille è più boss, Tuo Padre è un vero signore. Alessandro prova a fare il controllo qualità, come gli avranno insegnato in Bocconi, ma gli va anche peggio: propone che l’addetto alla pulizia dei bagni porti una mascherina perché l’odore è un po’ pungente, e invece si scopre che l’addetto vorrebbe respirarlo più a lungo, quell’odore, perché ci sono anni fortunati in cui lavora quattro mesi e anni meno floridi in cui il lavoro si riduce a due mesi, e in tal caso la famiglia va a letto senza cena.
La vetrina del bar è appannata perciò il boss fa un cazziatone alla barista, la quale non si scompone e gli fa osservare che il problema dipende dal cattivo funzionamento dell’impianto.

onorato [3]

Vincenzo Onorato, il padre del boss

Ma torniamo al PADRE, e precisamente al PADRE MARITTIMO; c’è il padre anziano da proteggere anche scherzando sul proprio cancro, come fa la barista Annalisa; c’è il padre di Federico, addetto alle cabine: era un marittimo vecchio stampo che tornava a casa in licenza ogni paio d’anni e non riusciva a rapportarsi con la famiglia; c’è il padre orgoglioso del figlio, desideroso del suo successo e pronto ad affrontare qualsiasi sacrificio; c’è anche mio padre, che interviene quando Mario e Alessandro passano e ripassano la vernice sulle ringhiere arrugginite: Pittura da marinai di bordo avrebbe detto, come in effetti diceva quando qualcuno di noi si metteva all’opera con i pennelli. C’è il padre di Mario, deluso dal figlio che interruppe gli studi; c’è Mario, padre di quattro figli, operoso, serio. Con poche, educate parole tiene testa al boss, che nel frattempo ha smesso la tuta e ripreso il gessato e i toni del bocconiano.
Ritieni di essere all’altezza degli standard della nostra compagnia? domanda con tono severo Onorato, e Mario non si confonde, lo guarda diritto negli occhi e risponde che sì, lui ritiene di essere all’altezza e, soprattutto, gli altri lo ritengono all’altezza.
La qual cosa non potrebbe affermare, al momento, il povero Alessandro, boss per grazia ricevuta. Bravo Scassetta; e bravissimo Federico che accetta il regalo ricevuto dal boss ma conferma che i soldi vuole guadagnarli, non riceverli in regalo.

La puntata di “Boss in incognito” si può rivedere cliccando qui [4]

 

Boss-in-incognito. Da Raidue [5]