Ambiente e Natura

Come un ricordo diventa canzone

di Tonino Esposito
Il rudere del vecchio fascio

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Non è certo la prima volta che il sito fa venire idee per associazione e suscita ricordi che sembravano sopiti. Ne è un ulteriore esempio questo reciproco innesco tra vecchi amici – qui Tonino Esposito e Franco De Luca, con tante cose in comune nel passato – che seppur lontani, hanno riannodato i fili della loro amicizia e collaborazione, con piacere loro e di tutti noi.
S. R.

 

“Ind’ ’a vernata”  (leggi e ascolta qui – N.d.R.)  …iniziai a musicarla nel lontano 1984, un po’ alla volta, quando andavo al lavoro alla Ericsson a Roma tutte le mattine alle 6,10 da Lavinio.
Era un periodo che mi portavo dietro per il viaggio questo libretto di poesie in dialetto scritto da Franco De Luca: “Come l’agave”. Mi infervorai a leggerlo tutto…
Tra tutte mi colpì questa poesia: Ind’ a vernata. Soprattutto perché, mentre leggevo le parole in dialetto, tornavo indietro nel tempo, rivedendomi ragazzo e la scena descritta mi sembrava di averla già vissuta, raccontata da una vecchietta che avevo incontrato sulla vecchia strada panoramica che allora si chiamava ‘Rimembranza’; all’altezza di dove c’è ancora oggi il rudere del vecchio Fascio e si ha un colpo d’occhio tutta la rada del Porto…

Il panorama del porto dalla curva sotto il fascio
Ebbene la vecchietta mi diceva – Figliu mie… – come era lunga e triste ’a vernata, c’u vient’, ’u fridd’ e ’a pioggia che fa marcire tutte ’i cannafeole, mentre la primavera tutto rifiorisce, la natura riprende il suo cammino, non si ha più bisogno d’u rasiere.
Questa vecchietta mentre mi parlava quasi si scordava dell’invernata in corso, poi ha avuto come un ripensamento e salutandomi mi ha detto che pur’ ’u vient’ ’i tramuntana ce se mètte ed entra dappertutto e ha mandato a scula’ ’u vierno ca nun fenesce maie..!

Da questa visione che ho avuto leggendo la poesia Ind’ ’a vernata, a poco a poco, durante il viaggio che facevo tutte le mattine andando al lavoro, mi appuntavo qualche frase musicale e così è venuta fuori tutta la canzone, dopo averla rivista, corretta e arrangiata come la sentivo.
Dopo un po’ di anni la feci ascoltare anche a Franco, come Autore del testo, e solo tre o quattro anni fa decidemmo di registrarla.
Chiesi pure a Franco di registrarla lui, ma dopo un po’ di prove mi disse che l’interpretazione che ne davo io, gli piaceva di più. Così l’abbiamo registrata su da Nino Picicco che aveva tutto l’occorrente per la base di registrazione e l’abbiamo eseguita, con il coro composto da Nino, Franco e Antonio De Luca.
Dopo alcuni mesi Nino Picicco ne fece un video con immagini e fu una vera sorpresa.

E non è stato l’unico ‘saccheggio’ da parte mia del libro di Franco, tanto che quando ho finito di spigolare in “Come l’agave”  – dopo aver sentito venti freddi e zafagne, annusato profumi e guardato piante con nuovi occhi – ho cominciato con un altro: “All’anema ’i Ponza”.

Ma tutte queste cose me le lascio da raccontare per qualche altra occasione…

Ponza. Panorama dal Parco della Rimembranza.2 copia

La storica cartolina di epoca fascista quando la zona dei Guarini si chiamava “Parco della Rimembranza” con relativo fascio allora da poco edificato
Sic transit gloria mundi! – N.d.R.

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