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Le più belle Natività dei grandi Maestri della pittura (1)

proposto da Sandro Russo
Giotto. Scrovegni Nativity [1]

 

Il momento non potrebbe essere più propizio per parlare della Natività rappresentata nei dipinti, e l’occasione è venuta dalla ricerca delle immagini per i canti religiosi che stanno proponendo Franco De Luca e Tonino Esposito, dall’inesauribile lascito di don Luigi Dies.

La Natività diventa uno dei temi più raffigurati in pittura già a partire dal IV secolo. Le vicende della nascita di Gesù sono descritte nei “Vangeli dell’Infanzia”, quelli di Luca e di Matteo, che proprio per questo sono la fonte di ispirazione principale delle rappresentazioni della Natività.
Gli episodi principali che costituiscono la narrazione sono la nascita povera di Gesù “in una mangiatoia perché non c’era per essi posto nell’albergo” (Luca 2,7), l’adorazione dei pastori, che rappresentano la parte più emarginata del popolo d’Israele, e la visita dei Magi venuti da oriente seguendo la stella, simbolo dei pagani che manifestano la loro fede in Gesù Bambino.

Il Protovangelo di Giacomo è uno dei vangeli ‘apocrifi’ (cioè non incluso in alcun canone biblico). Tuttavia la tradizione cristiana ha accettato alcune delle informazioni in esso contenute, in particolare relative alla vita di Maria e dei suoi genitori Anna e Gioacchino. Anche riguardo alla Natività il protovangelo di Giacomo fornisce aggiunte e particolari; per esempio sulla diatriba se sia una stalla (mangiatoia) o una grotta il primo ricovero della Santa Famiglia (l’orografia della Palestina è infatti caratterizzata da numerose piccole grotte che venivano spesso usate come dispense o piccole stalle, ampliate e incorporate in costruzioni in muratura). Quindi sull’assistenza a Maria colta dalle doglie. Si sono infatti due levatrici: la prima, per fede, crede alla nascita verginale; la seconda levatrice – Salomè -, invece, è incredula e introduce un dito nella vagina di Maria per verificarne la verginità ma si ustiona la mano. Pentita, un angelo la guarisce.
Ancora dal Protovangelo è tratta l’immagine del bue e dell’asinello come anche della gran nube di luce che circonda il luogo (non in questo, ma in altri dipinti della Natività).

Cominciamo con Giotto. La sua Natività di Gesù è un affresco (200 x 185 cm) databile al 1303-1305, nella Cappella degli Scrovegni a Padova.
Come fonti delle scene cristologiche Giotto adottò non solo i Vangeli accettati dalla Chiesa, ma anche il Protovangelo di Giacomo e la Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze.

Giotto - La Natività. Particolare [2]

Il dipinto.
Un paesaggio roccioso fa da sfondo alla scena della Natività, tutta incentrata in primo piano. Maria è infatti distesa su un declivio roccioso, coperto da una struttura lignea, ed ha appena partorito Gesù, mettendolo, già fasciato, nella mangiatoia, aiutata da un’inserviente, davanti alla quale spuntano il bue e l’asinello. Giuseppe sta accovacciato in basso dormiente, come tipico dell’iconografia, a sottolineare il suo ruolo non attivo nella procreazione; la sua espressione è incantata e sognante.
Il manto di Maria, un tempo azzurro lapislazzuli steso a secco, è andato in gran parte perduto, scoprendo la stesura sottostante di una veste rossa. A sinistra si svolge l’annuncio ai pastori, due, raffigurati di spalle vicini al proprio gregge, mentre dall’alto un angelo li istruisce sull’evento miracoloso. Altri quattro angeli volano sopra la capanna e rivolgono gesti di preghiera al fanciullo nato e a Dio nei cieli.

Originale è il taglio prospettico dell’architettura, capace di rinnovare la statica tradizione bizantina dell’iconografia. Solide sono le figure, soprattutto quelle della Madonna e di Giuseppe, che fanno pensare a modelli scultorei.
La tensione della Madonna nell’azione e l’attenzione che essa rivolge al figlio sono brani di grande poesia, che sciolgono in un’atmosfera umana e affettuosa il racconto sacro. L’inserimento delle figure nello spazio è efficacemente risolta e gli atteggiamenti sono spontanei e sciolti, anche negli animali.
Delicate sono le tonalità dei colori, che spiccano sull’azzurro del cielo, parzialmente danneggiato, che si armonizza con le altre scene della cappella.

 

Immagine di copertina. Giotto. La Natività di Gesù. Affresco della Cappella degli Scrovegni a Padova. È compresa nelle Storie di Gesù del registro centrale superiore, nella parete destra guardando verso l’altare. Cliccare sulle immagini per ingrandirle.

 

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