Attualità

Le macroregioni, Latina e Ponza

di Silverio Lamonica
Le macroregioni

 

Già da qualche settimana, stampa, tv e “network” riportano a chiare note la proposta di accorpare le attuali regioni (eliminando le più piccole) avanzata dai parlamentari Alberto Morassut e Raffaele Ranucci. In soldoni avremmo 11 macroregioni, oltre al distretto di Roma costituito dalla Città Eterna e la relativa provincia, come dalla cartina allegata.

Le ex province di Latina e Frosinone verrebbero aggregate alla Campania, formando la Regione Tirrenica. I sindaci dei due capoluoghi di provincia menzionati, hanno espresso la loro contrarietà perché storicamente la Ciociaria, la zona dei Monti Lepini e i territori pianeggianti delle ex Paludi Pontine hanno una cultura che affonda le sue radici nell’ex Stato della Chiesa e poi, parliamoci chiaro, da Latina e Frosinone è più semplice raggiungere Roma, anziché Napoli, sedi dei rispettivi Consigli e Assessorati Regionali, Uffici Scolastici Regionali e altri Enti e Istituzioni Centrali. Ma sono certo che una soluzione condivisa sia possibile.

Per Ponza e Ventotene, con Formia, Gaeta e località limitrofe sarebbe invece un “ritorno alle origini” soprattutto dal punto di vista culturale: è noto che questi territori appartenevano al Regno delle Due Sicilie; del resto il dialetto, la cucina, le usanze laiche e religiose rimandano alla realtà partenopea.

Qualora un tale disegno si realizzasse, per le isole ponziane sarebbe davvero un ritorno a casa, come da lungo tempo l’amico Giuseppe Mazzella (di Rurillo) sostiene coi suoi interventi approfonditi anche su Ponza Racconta. È ovvio che tale cambiamento implicherebbe il ripristino della linea settimanale Ponza, Ventotene, Ischia, Procida, Napoli, abolita intorno alla metà degli anni ’70 con l’istituzione della Caremar, assieme alla linea estiva Terracina – Ponza (poi fortunatamente, i mitici F.lli Mazzella provvidero a ripristinarla, ma per tutto l’anno, con sacrifici non indifferenti). Le Isole Ponziane non potrebbero essere private di un collegamento diretto con il loro nuovo capoluogo di regione, dal momento che esso sarebbe possibile e fattibile, prolungando una delle tante linee di collegamento tra Napoli, Procida e Ischia.

Ponza e Ventotene, rispetto alle “consorelle” partenopee, ci rimetterebbero in merito ai collegamenti marittimi, come accadde in passato? Non credo, dal momento che ci sono sempre i sindaci e le popolazioni interessate a vigilare: oggi è più semplice far valere le proprie ragioni, grazie alla facilità di accesso ai sistemi di informazione in genere e on-line in particolare.

Ponza non più “perla di Roma” ma al massimo“perlina opaca” del ripristinato “Arcipelago Campano”? Non credo. Penso che i romani continueranno ad amarla, forse più di prima, come – del resto – amano le altre isole minori: dall’Arcipelago Toscano, alle Eolie, alle Pelagie, alle Tremiti…

In sintesi: tutti siamo chiamati a collaborare affinché la spesa pubblica sia sempre più contenuta e, soprattutto, razionalizzata; e poi lo sviluppo e il progresso delle nostre isole e dei territori in genere, non dipendono dalla loro “appartenenza geografica” ma dall’impegno, dalla buona volontà e dalla credibilità dei loro abitanti.

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Immagine di copertina: la cartina è tratta da un sito della CGIL (N.d.A)

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Silverio Lamonica. In condivisione su www.ponzaracconta.it e www.buongiornolatina.it

2 Comments

2 Comments

  1. michelino

    22 Dicembre 2014 at 15:27

    … Carissimo Silverio condivido pienamente il tuo pensiero che mi fa tornare indietro negli anni quando la nonna Bettina mi spiegava perchè a Ponza si parla il napoletano…

  2. vincenzo

    22 Dicembre 2014 at 16:31

    La politica tenta di presentare proposte contabili con tentativi di razionalizzazione storico-culturale ma alla fine si sa che a rimetterci sono i più deboli e un’isola come Ponza non può che rimetterci.
    Perché a questo punto non fanno le tre mega regioni, così è ancora più razionale.

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