Ambiente e Natura

La pesca? Un problema!

di Francesco De Luca
Pescatori. Immag.

 

Bravissimo Sandro Vitiello a introdurre nella problematica socio-economica di Ponza la pesca, servendosi del filo rosso delle reti (leggi qui). Efficace e simpatico.

La pesca a Ponza è ormai un fenomeno che si sta decomponendo da solo, col tempo. Ecco, il tempo, questo è il primo nodo concettuale da affrontare. Perché i tempi sono cambiati.

Il mediterraneo sta paurosamente impoverendosi di pesci; i sistemi di pesca sono legiferati in modo restrittivo e non costruttivo; l’isola, Ponza, eleggendo il turismo come attività economica primaria, ha ridotto la considerazione sociale nei confronti dei pescatori. Scrive Sandro: “…il pescatore a Ponza non vede riconosciuto il giusto valore del pescato”. Ossia soffre di una condizione di minorità sociale!

Ma nessun problema è senza soluzione. Quella cui si va inevitabilmente incontro già è operante: sempre meno giovani si cimentano nella pesca con piglio imprenditoriale. Ed essa sta, anno dopo anno, impoverendosi.

Ci sono altre soluzioni? Senza alcuna pretesa di onniscienza ma con un sereno ragionamento si possono prospettare scenari risolutivi, anche se occorre affrontarli di concerto fra le istituzioni e le volontà individuali. In altre parole con sinergie pubbliche e private.

Sul versante privato occorre consorziarsi. Affrontare la battaglia economica singolarmente si perde. Occorre creare cooperative e/o consorzi. Perché questo dà più forza alle richieste. Richiesta per creare magazzini, per punti di vendita, per frigoriferi, per trattare coi mercati continentali, per ottenere mutui. Consorziarsi e differenziare le pesche: pesce azzurro, merluzzo, pesce spada, pesca minuta, pesca nobile. Consorziarsi per controllare tutta la filiera: dall’andare a mare alla vendita.

Sul versante pubblico occorre che l’attività sia oggetto di attenzione specifica. Vero è che le leggi cui riferirsi sono comunitarie e nazionali, ma un’attenzione precisa da parte dell’Ente Locale verso le esigenze del settore dovrebbe esserci proprio per snellire la burocrazia e radicare l’attività sul territorio.

Migliorare la conoscenza dei pescatori verso la loro attività con conferenze e incontri con maestranze universitarie, ministeriali, regionali, legherebbe l’attività alle fonti da cui poi partono le direttive. Più conoscenza: più responsabilità, più interazione. I pescatori lamentano di sentirsi in balia di norme capricciose e infruttuose per la tutela del mare e dei pesci. A ciò potrebbe servire un referente locale, amministrativo, un delegato alla pesca insomma, e tramite lui studiare e realizzare forme di scambio conoscitivo e burocratico.

Lo so, è molto facile prospettare soluzioni nelle ipotesi mentre è difficile dare realizzazione alle concezioni ipotetiche. E tuttavia anche questo va fatto. Il settore pesca ha sempre dovuto sbrigarsi da solo le incombenze, vendendo talora il suo consenso elettorale ai più facinorosi e spesso agli inetti. Ottenendone delusioni.

La pesca è stato il vanto dei Ponzesi del secolo scorso. La pesca dei Ponzesi ha scritto storie indelebili nel Mediterraneo. Oggi la pesca a Ponza sta morendo.

Pesca notturna. Lampare copia

Pesca notturna con le lampare

Barche da pesca a Ponza

Flottiglia da pesca ponzese in anni non lontani

Pesca con le nasse

Pesca con le nasse (il giovane pescatore é Sandro Vitiello)

 

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