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Il Consiglio Comunale del 26 novembre 2014. (3). Considerazioni sul Nuovo Piano Regolatore Portuale

a cura della Redazione

Ponza zona porto vista dall'alto [1]

 

Per gli altri articoli ‘redazionali’ dedicati al Consiglio Comunale del 26 nov. 2014, leggi qui [2], e qui [3]

 

L’argomento clou di questo Consiglio Comunale erano i porti, tant’è che è stato definito “lo sblocca porti”; in realtà veri elementi di chiarezza non se ne sono né visti, né sentiti.

Ponza porto [4]

Il porto della rada di Ponza.
Si afferma che l’Amministrazione intende proseguire l’iter per portare a compimento il porto, solo facendo riferimento alle Delibere consiliari del febbraio e novembre del 2003 (!); ma non si presentano in Consiglio, per opportuna conoscenza di tutti i Ponzesi, né si allegano alla Delibera del relativo mandato al sindaco, le tavole rappresentative del futuro porto. Il tutto appare oscuro e poco esplicito e la stessa Delibera di delega è alquanto generica (delibera n° 38,  all. n°1 in fondo pagina in formato pdf)

Infatti pensare che i cittadini possano ricordare, a distanza di oltre un decennio, come si intendesse realizzare un’opera così complessa, è davvero chiedere troppo.

Inoltre, nel tempo si sono succedute molte proposte a volte con differenze neppure tanto consistenti; soprattutto alle delibere del 2003 si sono sovrapposti tutta una serie di pareri (così come elencati nella Delibera n° 38  indicata a fondo pagina) per cui è facile cadere in errore senza poter capire quale sia il progetto che l’Amministrazione intende portare avanti.

Opere di questa portata, destinate a mutare l’immagine stessa della nostra isola, visto che stiamo parlando dello splendido approdo settecentesco dei Borbone andrebbero senz’altro rese più esplicite alla cittadinanza.

Nella citata Delibera 38/2014 si confermano le Delibere del 2003 che approvarono gli elaborati tecnici redatti dal Genio Civile – OO.MM (Opere Marittime – NdR), quindi come detto in Consiglio il porto dovrebbe essere realizzato con fondi pubblici, asserzione per niente scontata di questi tempi.
Anche se pare che lo stesso progetto fosse poi stato ripreso/riproposto da imprenditori interessati a realizzare pontili privati al suo interno.

Ma senza avventurarci in una cronistoria – complessa peraltro – sulle vicende del nostro porto, al momento ci limitiamo a riportare quanto Vincenzo Ambrosino ha pubblicato su Ponzanotizie del 6/05/2012  (Cfr. file pdf all. n°2 in fondo pagina)  all’indomani della conferenza dei servizi interlocutoria richiesta dal Commissario Prefettizio Iadicicco.

…… Il Comitato “Ponza C’è” nel Marzo 2009 elaborò un dossier sul demanio marittimo (invito tutti gli interessati a rileggerlo) e a proposito del Piano Regolatore del 2003 arrivò a queste conclusioni:

Dal 1957 ad oggi i ragionamenti che hanno ispirato i politici e poi i progettisti nell’elaborare le varianti al P.R.P. sono essenzialmente questi:

·         Proteggere il porto;

·         Ampliare l’offerta di ormeggio per l’aumentato numero di diportisti;

·         Non gravare il carico di questo ampliamento sul monumento architettonico borbonico che va da molo Musco a Banchina S. Lucia;

·         Trovare soluzioni alternative all’attracco delle navi traghetto.

Noi pensiamo (inteso come PONZA C’E’), che il Piano Regolatore approvato nel 2003:

1.       Non protegge in modo sicuro la rada dalle mareggiate di levante perché lascia una bocca aperta  tra le due scogliere frangiflutti;

2.       Non tiene in nessun conto dell’attuale sviluppo di offerta di ormeggio prodotta dai residenti e del conseguente indotto che ha creato questo sviluppo di ormeggio;

3.       Con l’eventuale costruzione di un molo sopraflutto, ad uso turistico, fuori l’attuale scogliera frangiflutti del Molo Musco si ritorna a soluzioni già bocciate in passato perché il carico turistico va a gravare sul Centro Storico: che va come da premessa progettuale scongiurato;

4.       Che la costruzione del pontile per l’attracco navi Scoglio di Frisio-Zona Turone sia di fatto compromesso dalla concomitante costruzione sul piazzale retrostante di un depuratore, per cui lo sbarco e il traffico veicolare diventa abbastanza problematico;

5.       Come dimostra la nota del Ministero dell’Ambiente a noi risulta che la scogliera di Santa Maria non abbia la Valutazione di Impatto Ambientale.

Nel marzo 2009, prima del sequestro dei pontili, si chiedeva, con questo e altri documenti, all’Amministrazione Porzio la revisione del Piano Regolatore Portuale nell’interesse della protezione della rada portuale ma soprattutto un nuovo piano che riconoscesse l’attuale sviluppo nautico diportistico prodotto almeno dal 1992 dai Ponzesi…

Quindi risulta evidente che secondo l’opinione del Comitato Ponza C’è’ il progetto del 2003 non era più consono alla mutata realtà del porto e comunque non affrontava adeguatamente le sue carenze. Fin qui il reportage di Vincenzo Ambrosino.

Ci sembra di ricordare che del Comitato Ponza C’è, facesse parte anche l’attuale assessore ai lavori pubblici Franco Ambrosino; sorge perciò spontanea una domanda: – Cosa è cambiato ancora dal 2009 ad oggi perché il progetto allora bocciato venga oggi considerato idoneo per la nostra isola? Ed ancora: se all’epoca ci fu tanto interesse da parte di quel gruppo di cittadini da pensare di produrre uno “studio” in proposito, perché oggi chi di loro ha avuto l’opportunità di entrare nel merito dell’argomento non si è sentito in dovere di affiancare il sindaco in una così annosa e irrisolta questione?

Le Forna Cala dell'Acqua [5]

Porto turistico a Cala dell’Acqua
Se per il porto di Ponza i contorni sono sfuocati, per quelli della Forna anche di più.

Il Consiglio comunale – nella stessa Delibera n° 38 del 26.11.2014 [.PDF già cit.] ha dato delega ad operare al Sindaco anche per riattivare il passato progetto per la costruzione del porto di Cala dell’Acqua (turistico ai sensi della legge Burlando 509/97) per il quale, stante alla Convocazione del 18 corr. da parte del Comune della Conferenza dei servizi per il 14.04.2015, sono interessate tre società:
 la Marina di Ponza srl di Roma
–  la Marina di Cala dell’Acqua srl di Milano
–  la Cala dei Medici srl di Rosignano Marittima (Li)

E poi… Il piano portuale come sarà strutturato?
Cosa si prevede a terra?
Di questi aspetti di non secondaria importanza non si è fatta menzione in Consiglio.
Né l’incontro pubblico tenuto qualche giorno dopo (3.12.2014) a Calacaparra ha chiarito le questioni sul tappeto.

Tutto troppo vago per un piano definito all’indomani del Consiglio Comunale, nel comunicato ufficiale sul sito del Comune, una “svolta epocale”  (Cfr. pdf all. n°3 “Il Consiglio della svolta- lo “Sblocca Porti” del  27 nov. 2014).

Non dimentichiamo poi che l’area dell’ex-miniera presenta un sottosuolo pieno di gallerie, e problemi irrisolti come oli esausti abbandonati con probabili infiltrazioni nelle falde. Quindi prima di qualunque intervento sarà necessario uno studio adeguato per il risanamento della zona.

Questo a terra. Non da meno sono le problematiche a mare.

Non da sottovalutare infine l’auspicio che gran parte della struttura sia gestita e utilizzata dagli operatori turistici e nautici del luogo, già presenti nella Frazione.

Questi sono solo gli interrogativi più evidenti, ma altri se ne potrebbero elencare.

I porti sono una questione seria e vitale e i relativi progetti devono essere chiari e ponderati.

.

– all. n° 1  1. Delibera di Consiglio n° 38. Piano regolatore portuale [6]

– all. n° 2  Ponzanotizie porto. 6 maggio 2012 [7]

– all. n° 3  IL CONSIGLIO DELLA SVOLTA LO [8]