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Un mondo nuovo (… o falsato?)

di Silverio Lamonica
Catene e profilo dell'isola [1]

 

Pubblichiamo in successione, sullo stesso sceneggiato tv, due articoli giunti quasi contemporaneamente in Redazione; due “diverse versioni dei fatti”, di pugno di due nostri Redattori, a ulteriore conferma – ove ce ne fosse bisogno – della libertà di opinione e di giudizio che è una delle caratteristiche del sito.
l.R.

 

Non si può avere la pretesa di “condensare” in un filmato di circa due ore un avvenimento storico tanto complesso, come “Il Manifesto di Ventotene”. Tant’è che abbiamo assistito ad alcune inesattezze di non poco conto.

La prima è l’arrivo di Spinelli a Ventotene, direttamente dal carcere romano nel 1939. La storia ci informa che Spinelli raggiunse quell’isola da Ponza, dove arrivò nel 1937 e sempre a Ponza venne definita la sua espulsione dal P.C.I (cfr. S. Corvisieri “All’Isola di Ponza” Ed. Il Mare, pag. 307). A Ponza incontrò gli altri illustri confinati: da Terracini a Pertini, a Riccardo Bauer, Mauro Scoccimarro, Piero Secchia e altri (cfr. S. Corvisieri, op. cit pag. 302). Nel 1939 i confinati più “pericolosi” furono trasferiti a Ventotene, tra cui il protagonista del filmato, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, gli autori del “Manifesto”.

La seconda inesattezza è la “filippica” del parroco contro i confinati: “Un altro e solenne avvertimento, particolarmente indirizzato alle donne, venne dal pulpito di Don Raffaele Tagliamonte (allora parroco di Ponza n.d.r.); egli mise in guardia dall’avere rapporti coi confinati affermando che costoro erano nemici del duce, del re e di Dio, gente immorale che non andava in chiesa e che non rispettava nulla e nessuno” (S. Corvisieri, op. cit. pag. 281 – 282). Nel filmato è invece il parroco di Ventotene a pronunciare quelle assurde parole, in strada, al loro arrivo.

La terza inesattezza: l’attracco del piroscafo alla banchina. Tutti sappiamo che Ventotene all’epoca non disponeva di un porto o di una banchina di attracco. La nave, sia a Ventotene che a Santo Stefano, si fermava in rada e con le barche a remi i passeggeri si imbarcavano o sbarcavano dal mezzo di trasporto.

Altra inesattezza, la più “marchiana”: aver propinato lo scenario delle isole Tremiti, di per sé stupendo, per le isole di Ventotene e Santo Stefano; al loro posto notiamo rispettivamente San Domino e San Nicola, col suo “Torrione del Cavaliere”, forse un vago richiamo alla Torre di Ventotene.

Un mondo nuovo [2]

Non so cosa abbia spinto il regista, gli autori della “fiction” (nel senso vero del termine) e la RAI (committente) ad ambientare alle Tremiti, anziché a Ventotene la vicenda; forse perché il paesaggio di quell’isola rispetto a settant’anni fa è radicalmente mutato? Perché a partire dagli anni ’60 del secolo scorso Ventotene ha un porto e in epoca più recente le casematte dove alloggiavano i confinati sono state quasi tutte demolite e al loro posto c’è il “parco della memoria”?
Ma questi sono dettagli cui si poteva ovviare, scegliendo le inquadrature più opportune e Ventotene ne offre tante.

Un film di Alberto Negrin [3]

 

Un mondo nuovo

Un film-tv su Altiero Spinelli e il Manifesto di Ventotene. Diretto da Alberto Negrin, con Vinicio Marchioni e Isabella Ragonese.
Andato in onda il 23/11/2014 – Durata: 01:43:32

Sinossi (a cura della Redazione)

L’Europa unita affonda le sue radici su un’isola italiana. Negli anni Quaranta un gruppo di pensatori illuminati, costretti al confino per le loro idee antifasciste, scrivono un documento sull’isola di Ventotene che parla di un’Europa democratica, federale, senza più guerre. Rai fiction e Palomar con il film tv “Un mondo nuovo” raccontano la nascita e la crescita di questo ideale, poi divenuto realtà, attraverso la storia di uno degli autori del cosiddetto “Manifesto di Ventotene”: Altiero Spinelli.

Il film di Alberto Negrin, in prima visione su Rai1 domenica 23 novembre, ci mostra l’avventurosa vicenda di Altiero Spinelli (interpretato da Vinicio Marchioni) e dei “ragazzi di Ventotene”: Ernesto Rossi (Peppino Mazzotta), Ursula Hirschmann (Isabella Ragonese), Eugenio Colorni (Orlando Cinque), Ada Rossi (Valentina Carnelutti).

Percorrendo le loro vite, i loro amori – la fine di quello tra Ursula ed Eugenio e la nascita di quello tra la donna e Altiero – le loro sconfitte, le loro vittorie, prima al confino poi liberi, il film tv in onda su Rai1 arriva a raccontare fino al 14 febbraio 1984, data in cui Altiero propone e ottiene l’approvazione dal Parlamento Europeo del progetto costitutivo dell’Unione Europea che da lui prende il nome di Trattato Spinelli.