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Luoghi e amori

di Francesco De LucaU' purton'i Pascarella.1 [1]

Fra cronaca e narrativa.
Luoghi e Amori

C’è un angolo nascosto, chiuso in un corridoio, il sole lo raggiunge quando è debordante ovunque. Il cane di Giovanna sembra privilegiarlo. Piccolo e scorbutico com’è, lì va a segnare di urina il suo territorio. Ingiallisce la calce che maleodora, e gli spifferi intrappolati in quel trabocchetto non ce la fanno a rinnovare l’aria. Ci riesce soltanto il ponente. Lui è potente. Dal monte Pagliaro, costeggia il corpo del monte Guardia, si instrada per i caseggiati degli Scotti, nel vicolo entra con forza e, nella foga di uscir fuori, si slarga in ogni vuoto. Si intride di tutti i puzzi in ristagno e li porta fuori. Lasciandovi terra e fogliame.

Giovanna si indispettisce. Entra in casa e vi esce con la pattumiera. Pulisce. Forse sa che quel posticino ha frequentatori poco attenti al contesto perché desiderosi di scambiarsi amore.

Aspetta, non andiamo ancora a casa – dice Lucia, appoggiandosi al muretto.
– Tua madre s’è raccomandata di non fare tardi – tenta di controbattere Enzo.
– Ancora non è l’ora… ho guardato l’orologio… – risponde lei.

Si stringono. Senza timore, tanto non passerà nessuno. Quando incomincia a imbrunire sull’isola già ci si è ritirati in casa. Soltanto per i giovani il buio è un richiamo. Spinge ad incontrarsi, la notte, a far corpo, per contrastare l’isolamento. I locali pubblici sono stati scelti e ci si ritrova. La musica è quella che si desidera, la compagnia pure. Il paese è come rintanato e gli insofferenti sfogano l’insoddisfazione in un bicchiere.
– Domani vieni? …Alla stessa ora? – chiede Lucia.

Lui esplora un universo che si dona. Ne è frastornato perché la ragazza non ha reticenze e lui sta cominciando a capirlo: – – farfuglia.
Sono attimi rubati e per questo li ricorderanno per il resto degli anni. Come fa spesso la vita: dà il meglio nella precarietà.
– Dai, rientriamo – dice serio Enzo. Lucia lo segue fiduciosa. Di lui si può fidare ed è contenta della sua scelta.

Lasciano l’angolo e colmano quel piccolo tratto per giungere in casa. Le loro promesse non si sono disperse nel vento perché in quell’angolo buio e chiuso l’immagine della Madonna ha registrato tutto: gesti e parole. Nessuno le ha chiesto d’essere testimone di un amore, ma lo sarà. Col tempo, la sua silenziosa presenza acquisterà importanza. Come i sentimenti: ora accennati e labili diventeranno tanto forti da tenere su una famiglia.

U' purton'i Pascarella.2 [2]
Forse ho ecceduto in ottimismo. La mia età si porta dietro la convinzione che la famiglia abbia i connotati di intoccabilità dei tempi passati. Non è così !
Il mio trascorrere fluido fra le persone, fra le generazioni mi avverte che la famiglia ha assunto i tratti di una unione temporanea, legata a fattori che nulla hanno di sacro e di inviolabile.

Ci si incontra, ci si ama, si realizzano taluni progetti insieme e poi l’età, le circostanze, le convenienze mutano i sentimenti e i legami nati da essi. Le famiglie si fanno e si disfano, non c’è da fidarsi dei sentimenti né delle circostanze. Dovrebbe rimanere fermo l’impegno personale ad ottemperare alle responsabilità connesse con lo stare insieme, fare i figli, avviarli alla vita. Ma l’impegno pertiene alla moralità del singolo.

Lucia e il suo ragazzo si amano certamente, vorranno vivere insieme ma nulla li obbligherà moralmente a protrarre la vita in un destino comune. La madonnina tuttalpiù sarà un ricordo dolce e lontano, nostalgico e fatuo.

I gabbiani chiocciano rumorosi in alto… avvertono… sta avvicinandosi un temporale, vado via, prendo spazio.

 

La punta del molo [3]