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Ulteriori dati e riflessioni sull’impiego dei cavi sottomarini per Ponza

a cura della Redazione
Terna. Cavo sottomarino [1]

 

Dopo i commenti di Vincenzo Ambrosino al resoconto sulla giornata di studio sui cavi elettrici sottomarini, tenuta a Ponza il 26 settembre [per l’articolo e il commento relativo, leggi qui [2]], in cui parla di una stima fatta dai tecnici di 400 milioni di €, la Redazione ha cercato di capire da dove fosse venuta fuori questa cifra per un eventuale progetto per Ponza.

Abbiamo cercato se ci fossero in giro studi di fattibilità o almeno ipotesi in tale senso, ma non ne abbiamo trovati, come pure non ci risulta che nel corso dell‘analogo Convegno tenutosi a Ponza al tempo del Commissario Iadicicco (leggi qui [3]), TERNA avesse escluso l’eventualità di valutare il cavo sottomarino per Ponza.

Abbiamo, allora, riflettuto sul progetto da cui parte l’idea di Vincenzo, quello del collegamento elettrico con cavi sottomarini che si sta effettuando a Capri.
Siamo andati sul sito della TERNA (vedi qui [4]) e l’abbiamo individuato all‘interno del progetto Anello elettrico isole campane” che interessa, oltre che Capri, anche Ischia e Procida. Il testo riporta la data del 2009 quando non era ancora iniziata la fase realizzativa.

Capri [5]

Da questa fonte [6]L’anello elettrico delle Isole Campane – Terna avvia l’iter autorizzativo per la prima tratta del cavo sottomarino tra Capri, Ischia e Procida – riportiamo: “TERNA prevede di realizzare un sistema di cavi sottomarini, per un totale di 90 km, che collegherà tra loro e alla terraferma le isole di Capri e Ischia per un investimento complessivo di circa 130 milioni di euro”.
Quindi un circuito che collega le isole campane con il continente per 90 km (circa 50 miglia) e non la decina di miglia tra Capri e la penisola sorrentina, descritta da Vincenzo per un presunto costo di 170 milioni di euro .

Per correttezza diciamo che in un’altra pagina di TERNA del 2010 (leggi qui [7]) il costo complessivo viene leggermente variato, diventando 130-140 milioni di euro, e si precisa che per Capri la spesa dovrebbe aggirarsi intorno ai 45 milioni di euro.
Nella stessa pagina leggiamo: “L’intervento di sviluppo è necessario principalmente per la scarsa affidabilità dei sistemi di produzione di energia elettrica attualmente in uso (in genere alimentati con olio combustibile) e per l’assenza di un collegamento diretto con la rete continentale; entrambi questi fattori aumentano il rischio di black out, soprattutto nel periodo estivo e rendono la qualità del servizio elettrico di scarso livello”.

TERNA sottolinea che l’opera consentirà, inoltre, un risparmio per il sistema di circa 15 milioni (1) di euro l’anno e un risparmio di CO2 in atmosfera di circa 127.000 tonnellate l’anno.

Siamo andati anche sul sito di Prysmian, l’industria che fornisce i cavi e le opere connesse (leggi qui [8]), che nel 2013 riporta: “Nuovo contratto per circa 70 milioni di euro da TERNA per collegare l’isola azzurra alla costa […] …il progetto prevede la fornitura ed installazione di un collegamento in cavo ad alta tensione in corrente alternata da 150 kV lungo un tracciato che include circa 30 km di rotta sottomarina e 1 km sulla terraferma, comprensivo di relativi componenti di rete ed opere civili specialistiche ad entrambi gli approdi.” Anche qui, per Capri, troviamo una variazione dei costi da 45 a 70 milioni di Euro.

Ma se andiamo a leggere le valutazioni tecnico-economiche di TERNA (leggi qui [9], pag. 158), rientranti nel Piano di Sviluppo del 2014, troviamo addirittura 108 milioni poiché, come spiega sempre l’azienda, i costi fra il momento della fattibilità ed il momento della realizzazione variano sempre in relazione a vari fattori che vanno dalle eventuali demolizioni delle opere precedenti alle opere complementari ad altre opere successive richieste in fase di approvazione del progetto.

In Italia siamo abituati alle lievitazioni dei costi delle opere pubbliche, ma qui sappiamo che le risorse sono tutte di TERNA, quindi private, pertanto le variazioni sono legate a fatti oggettivi.
Le ultime informazioni che riguardano lo stato di fatto del progetto sono sistematizzate in questa pagina [10].
Non ci vogliamo azzardare noi a fare i conti per un eventuale progetto per Ponza (non ne avremmo assolutamente le competenze), ma la logica ci dice che :

a)  poiché i Km tra Ponza e Circeo sono inferiori ad una quarantina (meno della metà di quelli dell‘Anello elettrico isole campane)
b)  poiché il numero notevolmente più contenuto di utenze da servire, può prevedere cavi meno costosi di quelli usati per l‘Anello [i cavi di alta tensione (150kV) a corrente alternata, da quanto detto al Convegno, sono più costosi rispetto ai cavi a media tensione che potrebbero essere utilizzati in un possibile collegamento tra Ponza e il continente]

…si desume che i costi di un progetto per Ponza dovrebbero essere certamente di molto inferiori a quelli complessivi per l‘Anello.

Certo, stiamo parlando pur sempre di alcune decine di milioni di euro da spendere per poco più di 3000 abitanti nel periodo invernale, che diventano, però, diverse decine di migliaia nel periodo estivo.
Ma è qui che deve intervenire “la Politica” che sceglie dopo aver effettuato analisi delle situazioni, aver individuato idee proiettate alla soluzione ottimale dei problemi, aver prodotto studi di fattibilità e progetti, e aver mediato con esigenze, istituzioni, finanziatori e così via.

Del resto, il prof. Pompili, docente della facoltà di Ingegneria della Sapienza con cui è in atto un protocollo di collaborazione col Comune di Ponza, alla domanda di un partecipante al Convegno su un eventuale progetto di cavi sottomarini per la nostra isola, ha risposto che le possibilità tecniche ci sono, ma bisogna vedere se esistono quelle amministrative per indirizzare la collaborazione in atto con l‘Università verso questo tipo di progettualità.

Si potrebbe pensare di integrare il protocollo in atto con l’istituzione di borse di studio per tesi di laurea che abbiano come oggetto le problematiche di Ponza e delle isole minori, in modo da avere studi di fattibilità seri?

Sottolineiamo che le valutazioni economiche dovrebbero tener conto non solo dei costi per un approvvigionamento elettrico con cavi sottomarini, ma anche dei benefici derivanti ai singoli utenti, in bolletta, e all’ambiente, dove si ridurrebbero le emissioni di anidride carbonica, effetto della combustione del gasolio e di altri oli combustibili.

Inoltre, interconnettere Ponza con il continente consentirebbe in prospettiva un maggiore impiego delle energie rinnovabili nell’isola, che nei periodi di bassa affluenza turistica potrebbe scambiare l’energia in eccesso con la rete elettrica continentale.

È problematico individuare risorse per finanziare progetti di questa natura?

TERNA ha più volte ribadito di avere le capacità finanziarie per sostenere progetti di questa portata, ma, nella stessa pagina web che riporta il progetto Anello elettrico isole campane, è possibile notare la dicitura “Cofinanziato dall‘Unione Europea”; Programma Energetico Europeo per la Ripresa (EEPR) riferita, però, ad un altro progetto, il Sorgente-Rizziconi che collega Calabria e Sicilia.

Ecco, questa sarebbe una fonte non trascurabile di finanziamento a cui molte amministrazioni attingono per progetti di una certa rilevanza, specie se riguardano la tutela dell’ambiente, ma non solo.

Collegamento sottomarino [11]

Nota

(1)     Nel risparmio bisogna conteggiare anche le sovvenzioni che lo Stato dà agli operatori elettrici isolani i quali devono fornire il servizio con continuità a poche centinaia di utenze ed hanno comunque bisogno di un certo numero di dipendenti a tempo pieno, oltre al fatto che devono utilizzare impianti di generazione dimensionati in modo da coprire i picchi di consumo estivi. Le integrazioni tariffarie attualmente previste vanno dai 20 ai 30 €/kWh e sono pagate con la voce UC4 degli oneri generali di sistema presente nelle bollette di tutte le utenze italiane. Naturalmente ciò è dovuto al fatto che attività di questo tipo non possono stare sul mercato con i propri mezzi, soprattutto se si considera che gli utenti isolani hanno il diritto di veder applicati per l’energia elettrica gli stessi prezzi dei cittadini italiani che abitano nel continente.