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Quando il web promuove l’Isola

di Paolo IannuccelliBastimento ponzese all'ancora. Reduced size [1]

 

In condivisione con l’edizione odierna de “Il Giornale di Latina”, pag. 27  (vedi file .pdf allegato)

 

IL TRAGUARDO
Il sito internet Ponza Racconta festeggia i suoi 4.500 articoli in soli tre anni

Quando il web promuove l’Isola
Un valido strumento di comunicazione culturale e delle tradizioni del luogo nato nel 2011.

di Paolo Iannuccelli

 

Il piacere di leggere, il piacere di scrivere, quello di stare in silenzio ed ascoltare.
Come riuscire a capire la bellezza di una scrittura? Esiste un metodo, o dei parametri, che permettano di comprendere che quanto si legge o si scrive non è aria fritta?

Il sito internet Ponza Racconta, nato nel febbraio del 2011, ha raggiunto i 4500 articoli, una cifra ragguardevole.

Nato per preservare la cultura e le tradizioni dei ponzesi, il sito si è subito distinto per la qualità degli interventi, tutti molto qualificati, eccetto un brevissimo periodo nel quale è stato dato spazio a furibonde polemiche di stampo politico e amministrativo, prontamente messe alla porta con vigore dai responsabili. Si sono resi conto che il progetto originario poteva essere vincente.
Un calcio a insulti e volgarità – durati davvero poco – e spazio alla cultura, quella vera, un circolo letterario di persone che non tutte si conoscono ma che hanno un solo obiettivo: far crescere l’isola di Ponza, un amore di tutti, per chi vi è nato o si considera ponziano di adozione come chi scrive.
Chi partecipa lo fa con modestia, preparazione, modi gentili e garbati, cosa rara di questi tempi. Senza troppo credere all’oleografia, ma con molte concessioni alla narrazione, il sito Ponza Racconta racconta — la ripetizione è voluta — un posto unico al mondo — forse il più bello — dove i tempi sono lenti e impassibili, la vita corre interpretata da personaggi reali, veri e genuini, saggi sino all’infinito, i passi sono cadenzati. Solo chi frequenta assiduamente Ponza e Palmarola può apprezzarli, amarli, essere amico e fratello.

I ponzesi sono il risultato di un’idea che più o meno recita: “È difficile capirli, allora diciamo che va bene un po’ tutto”. In questa maniera non scontentiamo nessuno, un po’ tutti ci sentiamo rassicurati.
La realtà è differente, Ponza va valorizzata non attraverso i soliti stereotipi ma con un colpo d’occhio diverso che porta a una sostanziale differenza con altri posti turistici, di pesca, di agricoltura. Non basta che le parole che usiamo siano corrette dal punto di vista della sintassi, devono esse quelle giuste, in modo che possano essere efficaci. Noi viviamo – purtroppo – immersi nei luoghi comuni: basta sedere in una sala d’aspetto di uno studio medico, e attendere. Si parlerà del tempo, di come era una volta, si crea un terreno comune dove incontrarsi senza venire alle mani. Pensiamo a cosa succede sui giornali, nelle trasmissioni televisive dove il linguaggio, solo in apparenza, viene lasciato al caso. In realtà, tutto è pianificato e deciso in precedenza.

Ponza Racconta rappresenta il futuro dell’informazione, la modernità, il progresso. La cultura è un bene inestimabile, nonostante tante ballerine inutili che fanno di Ponza – talvolta – un teatro di basso profilo, verso il quale occorre ribellarsi con fermezza e intelligenza, facendo valere il primato della ragione.
Solo questo può bastare per tornare a sorridere, a scherzare, riportando l’isola alla normalità, senza eccessi di protagonismo esasperati e dannosi.

Porto borbonico [2]

 

File .pdf dell’articolo, da “Il Giornale di Latina” del 14.10.2014: Ilgiornaledilatina.14.10. p.27 [3]