Ambiente e Natura

Cavi Sottomarini per la Trasmissione di Energia Elettrica. Resoconto della Giornata di Studio a Ponza (2)

di Rosanna Conte
Sala

 

Per l’articolo precedente (1): leggi qui

 

I cavi sottomarini sono compatibili con l’ambiente e non nuocciono alla vita marina, visto che per i progetti SA.PE.I e SACOI (Sardegna-Corsica-Italia) – per i quali si è dovuta attraversare la zona del “Santuario dei cetacei” che va da golfo del Leone alla Sardegna fino a Piombino – la TERNA ha dovuto verificare la compatibilità fra i cetacei ed i cavi. Il monitoraggio ha dato risultati rassicuranti che la TERNA e PRYSMIAN stanno spendendo in progetti in Tasmania ed Australia.

L’ingegner Rebolini non tralascia di farci intravvedere un futuro dell’energia elettrica fatto di impianti sottomarini, attualmente in studio, che immagazzinano l’energia sfruttando  la pressione della colonna d’acqua sovrastante. I cavi sottomarini, allora, saranno indispensabili.

Finita la relazione è stato chiesto come avvengono le riparazioni, in caso di danno, dei cavi posti sul fondo del mare e l’ing. Rebolini ha risposto che non si è mai verificata questa necessità: le parti danneggiate sono state, finora, sempre quelle vicino alla costa e sempre per cause meccaniche. Per i cavi del SA.CO.I, posti nel 1964 si parla di usura, ma sono passati 50 anni…

Posa dei cavi

 

Un dispositivo posa-cavi

Altra domanda ha riguardato l’eventualità, vista la collaborazione con l’amministrazione e lo svolgimento della giornata di studio a Ponza, dell’esistenza di un progetto di cavi sottomarini per il trasporto dell’energia elettrica da e per l’isola e, in caso affermativo, se fossero stati calcolati i costi.

L’ing. Pompili ha risposto che la domanda andava posta all’Amministrazione. Allo stato dei fatti c’è una collaborazione per quanto esplicitato dal Sindaco nel suo intervento; se ci possano essere altre opzioni oggi o domani questo non si può dire.
Se sul piano tecnico un progetto è possibile, su altri piani il discorso diventa più complesso. Basta considerare che se c’è un guasto al cavo sottomarino, i tempi di riparazione non sono facilmente quantificabili  e bisogna guardare con attenzione ad eventuali danni economici, oltre che al costo rilevante di un’opera del genere. Molto spesso l’utilizzo di sistemi con cavi – marini ed aerei – nasce più che dalla necessità di raggiungere elevati accumuli di potenze, dalla necessità di collegare fra loro sistemi diversi per porre il mercato nelle condizioni ottimali per il libero scambio energetico.

Ad un’ulteriore domanda sulla possibilità di un progetto che veda contemporaneamente la posa di cavi sottomarini e fibre ottiche affiancata anche da condotte per trasporto di acqua e gas e delle ricadute sui costi, l’ing. Rebolini risponde che ci si è pensato e che, accanto a problemi legislativi, ci sono anche quelli tecnici.

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La struttura di un cavo elettrico (cliccare per ingrandire)

Si può realizzare sinergia fra cavi elettrici e quelli delle fibre ottiche. Ci sono stati diversi tentativi sia utilizzando le fibre all’interno del cavo per monitorare lo stesso cavo elettrico sia all’esterno. Talvolta non avviene perché  i progetti viaggiano in momenti diversi: non sempre i tempi dell’uno coincidono con i tempi dell’altro.

Il discorso della sinergia cavi-condotte, per cui sono state fatte valutazione a livello pre-fattibilità, implica maggiori difficoltà tecniche perché la loro posa richiede navi, tecniche e metodologie diverse.

Il dott. Colla, di Prysmian, interviene dicendo che oggi ci sono le tubazioni flessibili per il trasporto degli idrocarburi e dell’acqua che possono andare in sinergia con la posa congiunta, ma per i costi bisogna calcolare le opere a terra come i bacini di raccolta dell’acqua, nonché la possibilità di utilizzare una sola nave o meno. E questo dipende dalle dimensioni delle tubazioni per l’acqua.
L’ing. Di Marino aggiunge che, per le isole minori, la TERNA ha fatto delle  ipotesi di studio per collegare spesa ed efficienza, ma il sistema elettrico dal punto di vista economico è chiuso nel senso che non attinge al pubblico denaro: i suoi incassi derivano dai suoi investimenti, per cui se questi non sono remunerativi non si riescono a fare.

Un buon sistema di alimentazione elettrica locale è un sistema che garantisce la fruibilità dell’energia ed è bene conservarlo preferendolo ai cavi. Bisogna poi, riflettere sul fatto che sia le condotte che i cavi sono strutture strategiche: se cadono sotto un attacco terroristico, la popolazione resta completamente isolata e priva di risorse. E’ meglio tenerle separate.

 

Alla ripresa dei lavori dopo il buffet, gli interventi sono stati molto più tecnici.

L’ing. Colla, della Prysmian, parla dell’innovazione per la tecnologia e la posa dei cavi sottomarini sottolineando che, essendo un prodotto che ha più di cento anni, è stato soggetto a continui miglioramenti determinati spesso dalle esigenze per cui dovevano essere utilizzati.

All’allungamento della pezzatura dei cavi, che inizialmente erano di 1 Km, si è giunti, negli anni ’50, per risolvere le necessità connesse alla posa per i collegamenti delle isole di Ischia e Procida. Aumentando la mole dei cavi è stato fondamentale sviluppare gli stabilimenti che li producono  in vicinanza del mare, in zone in cui è facile trasbordarli sulle apposite navi.

Ma anche la scoperta di nuovi materiali ha implicato innovazioni, come per l’isolante del conduttore che dalla guttaperca ottocentesca è passato alla carta impregnata a olio fino all’EPR (gomma etilene-propilenica: ha una perfetta tenuta stagna, maggiore flessibilità e resistenza a fatica) utilizzato per la prima volta in un cavo nel 1967;

L’ingegnere ha illustrato la varietà di cavi ad alta tensione che la Prysmian produce, adeguati al trasporto della corrente continua (per grandi distanze e sistemi diversi, come le reti asincrone) o della in corrente alternata (soluzione più economica e per distanze inferiori, con isolamento dell’EPR con carta). Si è soffermato sui cavi di media tensione per passare poi ai cavi senza conduttori, vuoti, nei quali si trasportano fluidi. Questi tubi flessibili sono adeguati al trasporto di idrocarburi anche molto aggressivi e, ovviamente, al trasporto dell’acqua.
Una innovazione importante è il cavo ombelicale tipico delle installazioni petrolifere che contemporaneamente trasmette energie e trasporta fluidi.

La Prysmian è effettivamente all’avanguardia nel mondo per la produzione di cavi sottomarini la cui tenuta riesce anche a monitorare in tempo reale.

Stabilimento di Arco Felice

Lo stabilimento di Arco Felice (NA) è una vera eccellenza tecnologica del settore. Qui sono stati prodotti i cavi del SA.PE.I e sono prodotti quelli per il progetto Hudson che prevede il trasporto di energia dal New Jersey alla città di New York.

Molto tecnico è stato anche l’intervento del prof. Cauzillo che ha esposto le considerazioni sulla portata al limite termico dei cavi sottomarini per la trasmissione dell’energia elettrica illustrandole con slide esemplificative.

Infine hanno svolto la loro relazione in inglese i due ingegneri sloveni, di cui uno, il dott. Milutin Ostojc insegna all’università di Crne Gore in Montenegro ed è coinvolto nell’attuale progetto di stesura di cavi sottomarini fra l’Italia e il Montenegro.

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[Cavi Sottomarini per la Trasmissione di Energia Elettrica. (2) – Fine]

1 Comment

1 Comment

  1. vincenzo

    2 Ottobre 2014 at 09:33

    Mentre le conclusioni del convegno di geologia hanno confermato delle nostre comuni convinzioni e cioè che la natura e le evoluzioni naturali dei fenomeni naturali non si possono imbrigliare in reti permanenti semmai si possono mitigare, per cui il consiglio che i geologi hanno mandato al mondo politico è quello di governare il fenomeno con il buon senso e non con questa gabbia che si chiama PAI, il convegno sull’elettricità sottomarina ci dice che tutto si può fare ma ci vogliono interessi economici forti, perché la spesa da affrontare è enorme.

    Per il cavo con la Sardegna sono stati spesi 700 milioni di euro, ma i sardi sono 1,6 milioni

    Per Capri si spenderanno 170 milioni di euro. Il cavo parte dalla penisola sorrentina e quindi fa una decina di miglia.

    Per Ponza (oltre 22 miglia e grandi profondità) i tecnici stimano una spesa di 400 milioni di euro. Una follia economica anche in tempo di vacche grasse. Infatti Terna ha detto mille volte di no, anche al convegno precedente della Jadicicco.

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