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Paesaggi fornesi. Un tetto sul cielo

di Giuseppe Mazzella
Il campanile [1]

 

Fino a circa vent’anni fa la Chiesa di Le Forna, dedicata alla Madonna Assunta, aveva due campanili. Una bizzarria e forse tra i pochi casi in Italia.
Il secondo campanile fu, infatti, edificato sulla base di un accordo economico con la ditta costruttrice che assicurava un minor costo rispetto al restauro di quello storico. Quei due campanili davano un senso di maggior imponenza alla chiesa, già di per sé ampia e a tre navate.
Ora non c’è più e non sono chiare le ragioni del suo abbattimento. Forse un banale errore di costruzione che avrebbe messo in crisi non solo se stesso, ma l’intera costruzione.

Un disegno dell'Autore della chiesa con due campanili (1978) [2]

Un disegno dell’Autore della chiesa con due campanili (1978) e (sotto) un plastico della Chiesa, sempre col doppio campanile

Plastico della Chiesa, con due campanili [3]

Per la verità da sempre l’edificio sacro ha avuto bisogno di interventi di restauro. Probabilmente dovuti all’instabilità del pianoro su cui è stato elevato. Quando furono gettate le fondamenta della seconda cappella, quella di sinistra, la voce popolare ricorda che furono rinvenute delle ossa umane, forse resti di antiche sepolture.

La navata dedicata a San Silverio, vista dal tetto, è poderosa e s’inoltra verso la Montagnella sicura come una prua di una nave. Dal tetto è possibile quasi toccare con mano la statua della Madonna che sulla stessa collina domina l’intera frazione e irradia idealmente l’isola fino all’estrema punta Nord di Punta Incenso. Proprio questa navata ha avuto nel tempo bisogno di maggiore manutenzione, perché poggia probabilmente su un terreno ancora più instabile.

Il tetto della Chiesa [4]

Il tetto dal retro [5]

Il tetto della chiesa, dal retro

Panorama dalla Chiesa verso sud-est [6]

Panorama dalla Chiesa verso sud-est

La copertura delle cupole. Lato mare [7]

La copertura delle cupole. Lato mare

Dalla Chiesa. Veduta verso la strada [8]

Dalla Chiesa. Veduta verso la strada

Di tutte queste “miserie  terrene” ci si dimentica totalmente quando si sale sul tetto della chiesa. Una visione nuova, inedita, dell’intera frazione. Unica nota stonata il nero della copertura di catrame che sembra, però, al momento aver risolto tutti i problemi di infiltrazione d’acqua.

I tetti, come grandi onde scure, danno l’idea di un grosso mare di libeccio che spinge verso l’alto e verso una visione di Le Forna che normalmente non è possibile godere.

Sul tetto [9]

Le campane [10]

Il campanile con il suo quadrante ampio e le campane verdi ramate danno l’idea di un luogo fuori del tempo. Vi è un silenzio ispiratore specie nelle prime ore del pomeriggio, quando tutto sembra languire. I rumori appaiono velati, la stessa movimentata navigazione delle numerose barche che di qui appaiono come giocattoli, spingono verso una riflessione più segreta.

Altri angoli, con la luce radente del sole e con le ombre forti e azzurrine,  ricordano alcune famose piazze d’Italia nell’opera di De Chirico. Quello che entusiasma è, poi, vedere in un colpo d’occhio come l’abitato si sia sviluppato sugli antichi declivi, seguendo i piani e superando le pendenze con costruzioni ben impiantate che evidenziano una padronanza edificatoria degli antichi muratori.

Sembra veramente di essere tornato in un tempo fermo e lontano, quando io muovevo i primi passi in questo microcosmo che ogni giorno scopro più accattivante e magico.
Anche se ho il fondato sospetto che negli ultimi anni ritorno a vedere Le Forna sempre più con i miei occhi di bambino.

 

***


11. 09.2014 – Un contributo di Giuliano Massari

Ho visto su Ponza Racconta una descrizione della chiesa di Le Forna  ed in particolare dei suoi campanili.
Ritengo possa interessare un disegno datato 1959, molto accademico ma anche abbastanza descrittivo, che eseguii nel 1959, quando ero molto preso da questa isola.

Giuliano Massari. Dietro la Chiesa. 1959 [11]

 

 

Nota della Redazione

Il disegno di Massari (1959) rappresenta la torre campanaria com’era in origine.
Quando questa divenne pericolante, fu costruito il campanile attuale con l’orologio (inizi anni ’70 circa).
L’impresa di costruzioni interpellata a quel tempo da don Gennaro Sandolo consigliò, piuttosto che restaurare la vecchia torre (quella disegnata da Massari), di abbatterla e sostituirla (allo stesso prezzo) con una nuova (il campanile di sin. nel disegno di Giuseppe Mazzella). Quindi per alcuni anni la Chiesa delle Forna ebbe due campanili.
Ma l’ultimo costruito, che inficiava la solidità della Cappella di S. Filomena sottostante, dovette dopo poco tempo essere abbattuto, e l’insieme assunse l’aspetto che possiamo vedere oggi.

Le Forna. La Chiesa attuale e Panorama da sopra Calinferno [12]