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La Posta di Ponza

di Rosanna Conte

Cassetta delle lettere [1]

 

La distribuzione della posta, a Ponza, ha del particolare.
La settimana scorsa, ad una signora anziana è arrivato, finalmente, il calendario del… 2013!
Ce n’è voluto di tempo, ma è stato consegnato.
Un calendario dell’anno precedente non serve più, ma è meglio di quanto è successo alla signora Civita che non ha mai ricevuto le foto del nipotino appena nato. E sono passati due anni!

L’amarezza suscitata da questi casi diventa angoscia se a ritardare di tanto o a perdersi del tutto è una raccomandata, un’assicurata o addirittura bollette con scadenza.
Eppure,  sono proprio queste ad essere soggette a forti ritardi nella consegna, a volte di 1 o 2 mesi.
E bisogna aggiungere – giusto per completare lo stato d’animo del ponzese –  che, se vuole protestare, deve recarsi a Formia perché l’ufficio postale locale non ha nessuna competenza in materia.

Per quei lettori che non vivono sull’isola, è forse il caso di illustrare brevemente come funziona il servizio postale sulla nostra isola.

Il problema ha diverse sfaccettature, dalla riorganizzazione del servizio distribuzione posta, che prevede lo sganciamento dal tradizionale ufficio postale, alla diminuzione di postini in servizio, all’incremento di postini precari.

Partiamo dal fatto che i postini non hanno più una relazione diretta con gli sportelli postali del paese in cui lavorano dove una volta, quotidianamente prelevavano e depositavano la posta in arrivo e in partenza.
Oggi devono recarsi quotidianamente al CPD (Centro Postale Distrettuale) che, per quanto riguarda Ponza, si trova a Formia (!) in via De Gasperi.

Questa nuova organizzazione del servizio – che presumo debba essere stata pensata per risparmiare e non per migliorare l’efficienza – ha trascurato od omesso la possibilità che ci potessero essere diversità delle situazioni logistiche e tanto meno geografiche.

Le isole di Ponza e Ventotene – imponendosi con la loro oggettiva anomalia di un collegamento marittimo regolato da tempi molto più dilatati di quelli della terraferma, per cui se il postino va al CPD non distribuisce la posta – hanno ottenuto l’eccezione: la posta dal CPD viene quotidianamente portata ai traghetti e, ai moli delle isole, vanno a ritirarla i postini incaricati anche della consegna di quella in partenza.

Ovviamente la posta non smistata, non è più depositata nell’ufficio postale, ma è custodita in un ambiente altro che a Ponza è stato messo a disposizione dal Comune.

La situazione si complica se, ad esempio, c’è una raccomandata per me e il postino non mi trova; la raccomandata avvisata deve tornare a Formia
E da questo momento non si sa quanto tempo può passare prima che l’agognata missiva giunga nelle mie mani.

Perché?
Ho chiesto un po’ in giro. Semplice! Mentre i postini di terraferma vanno quotidianamente al Centro e vanno a prelevare personalmente la raccomandata, quello di Ponza non può e, pare che al CPD non si ricordino di avere anche sulle spalle degli isolani a cui pensare.

Ieri, all’Ufficio Postale c’era una signora che aveva firmato l’avviso l’8 agosto ed era andata a chiedere se fosse arrivata. No, non era arrivata!
E una signora anziana  brontolava che lei, che camminava  a stento, veniva dalle Forna  a vedere se era arrivata questa benedetta raccomandata e non la trovava mai!
Ma l’aspetto più deprimente, per la signora, era che non poteva rivolgere la sua protesta de visu a chi era colpevole di quel ritardo.
Sappiamo che per farlo la signora avrebbe dovuto prendere il traghetto e andare a Formia (!).

L’altro aspetto del problema è la carenza di postini che riguarda anche l’intera provincia di Latina, ma credo l’Italia tutta.

Il sindacato dei lavoratori delle poste, CISL-SLP, in un comunicato dell’8 agosto, oltre a denunciare che le Poste hanno dichiarato, già a novembre scorso, una carenza di 20 unità nella nostra provincia a cui non hanno fatto fronte, esprime il timore di un aggravamento della situazione.

L’AGCOM ha dimezzato il compenso alle poste per il servizio universale di recapito su tutto il territorio nazionale poiché, contemporaneamente, anche nella nostra provincia i postini, stanno svolgendo il ruolo di messi notificatori delle cartelle esattoriali di Equitalia, lasciando a terra lettere, raccomandate e assicurate.
È questa una situazione che non lascia ben sperare e con il degrado della cultura del lavoro che stiamo vivendo in Italia, la figura del postino evolverà (involverà!) in quella di latore occasionale che dovrà imparare a districarsi fra strade e nomi sconosciuti e quando avrà cominciato a capire come e dove andare e chi cercare, avrà terminato il suo breve incarico.

A Ponza, attualmente, c’è un postino titolare, Giuseppe Del Ponte, ponzese,   che serve un’ampia zona che abbraccia le Forna e i Conti, ed un altro supplente, Guerino De Luca, che sostituisce un semestrale di Sora e serve tutto il resto dell’isola. In precedenza su questo posto hanno lavorato anche due trimestrali ponzesi.

Ho parlato con Guerino e gli ho posto alcune domande.

Da quanto tempo vieni a Ponza? Ti conviene?
“Sono circa due anni. Dal punto di vista economico non conviene, ma io amo il mio lavoro, lo svolgo volentieri e la mia etica personale mi dice che non tutto quello che si fa, lo si fa per guadagno. Si può lavorare anche per soddisfazione personale, perché il tuo lavoro è giusto e utile per la comunità . Certo, per i giovani che sono chiamati a fare i postini per tre mesi senza la certezza di una riconferma e con uno stipendio molto scarso, è difficile che nasca la passione per il loro lavoro.”

Quali sono i problemi che incontri nel tuo lavoro?
“Le omonimie e gli indirizzi vaghi, privi di numero civico, rendono difficoltosa la consegna anche ad un postino ponzese , figuriamoci agli altri! In due anni ho imparato parecchio, ma per un trimestrale che non conosce l’isola… Quando hanno lavorato i due trimestrali ponzesi, le cose sono andate molto meglio: hanno lavorato bene”

Cosa si può fare per migliorare la situazione?
“Intanto i nomi delle strade dovrebbero essere affissi e non escluderei di utilizzare anche delle targhe di ceramica come accade in tanti luoghi turistici. Si dovrebbe, poi, diffondere l’uso delle cassette per la posta che consentirebbero la consegna anche in assenza del destinatario. Ma  sarebbe fondamentale intervenire sulla toponomastica.
Penso che il Comune dovrebbe sviluppare un bel progetto sulla toponomastica coinvolgendo gli alunni delle scuole. Potrebbero fare ricerca sui nomi delle contrade e dare i nuovi nomi aggiuntivi in relazione alla configurazione e funzione dei luoghi… Sarebbe bello e potremmo avere degli indirizzi precisi, senza confusioni, anche in presenza di omonimie”

Gli faccio notare che anche il nostro sito aveva lanciato l’idea di un progetto di toponomastica  rivolto ai lettori e visitatori del sito che potevano suggerire i nomi di personalità ponzesi di una certa rilevanza motivandone la proposta.
Guerino mi risponde:
“Meglio non usare i nomi di persone: si discute, si litiga e non si decide oppure si impone un nome invece che un altro. Penso che sia più semplice e rapido individuare i nomi secondo la tradizione locale”

Che abbia ragione?

Intanto vi invito a scegliere tra i valori che ispirano le Poste Italiane – soddisfazione del cliente, fiducia, etica, integrazione, professionalità, energia realizzativa, innovazione – quelli che traspaiono, secondo voi, dal servizio ottenuto dai ponzesi.

La storica cassette delle lettere sotto il Municipio di Ponza [2]

La storica cassette delle lettere sotto il Municipio di Ponza