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Gabbiani

di Mimma Califano
Gabbiani.1 [1]

 

In un passato non lontano i gabbiani hanno ispirato poeti e scrittori.
Dalla famosa poesia di Vincenzo Cardarelli: Gabbiani, alla favola moderna di Luis Sepulveda: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare o ancora Il gabbiano Jonathan Livingston, noto romanzo di Richard Bach.

Gabbiani. Mare [2]

Gabbiano a specchio [3]

Il loro volo elegante ha sempre evocato immagini di spazi aerei, di libertà di andare, di moto continuo tra l’azzurro del mare e del cielo. Ieri.
Ma oggi?

Leggiamo ciò che scrive Rumiz, dalla sua isola in Croazia, nella nona puntata dell’ormai noto reportage “Il guardiano del faro” (leggi qui [4]):
“In un primo momento pensai che il resto del pollame se lo fossero arrostito i faristi. L’assistente soprattutto, che non ne poteva più di pesce e non cucinava che bistecche. Così non osavo chiedere. Ma un giorno il custode anziano chiarì il mistero. “Le altre se le sono mangiate i gabbiani”, disse, e mimò la scena di un micidiale attacco concentrico ad ali spiegate”.

O la triste fine della colomba attaccata e divorata in volo lo scorso mese di gennaio in piazza San Pietro, subito dopo il lancio fatto dal papa.

O i voraci gabbiani che a Piazza San Marco a Venezia si lanciano sui vassoi che escono dai bar! Sembra che abbiamo anche delle preferenze: il Club sandwich, con bacon, tacchino o pollo e pomodoro!

O gli stormi di gabbiani che vivono nelle discariche urbane.

…E il pericolo che costituiscono per gli aerei in volo?

Gabbiani. Discariche [5]

Gabbiani e immondizia [6]

Isola di San Francesco del Deserto. Venezia. Autore Silvio Bon [7]

Gabbiani. Aerei [8]

Gabbiano reale.2 [9]

 

Ormai i gabbiani stanno diventando un problema diffuso e Ponza non sfugge.

Già da qualche anno mi capita di sentir raccontare di gabbiani che si portano via gattini, tenuti tranquillamente, così si credeva, nel cortile di casa; ma ultimamente la situazione sta veramente degenerando.

Non si fa in tempo a mettere da mangiare ai gatti, bocconcini o altro, che piombano anche in due o tre ed in pochi secondi tutto è sparito, questo succede anche in presenza degli umani e vicino alle abitazioni, è successo anche a me pochi giorni fa. Non hanno alcun timore delle persone, anzi con i loro forti becchi ed un apertura alare che può superare il metro e mezzo, sono loro a far paura a chi se li vede arrivare!

Come, con tristezza, ho dovuto constatare che è cessato il canto delle tortorelle che avevano nidificato nel mio quartiere. I gabbiani le hanno sterminate, è rimasto solo qualche  mucchietto di penne.

Per non parlare dei pochi uccelli migratori che arrivano sfiniti in prossimità delle nostre isole per un po’ di riposo e finiscono nei becchi e zampe dei voraci assalitori in attesa.

Ma come siamo passati da un’idea poetica di questi grossi uccelli marini ad una che li associa al degrado e quasi ad una minaccia?

Semplice, sono cambiati gli equilibri. Prima i gabbiani erano pochi ed avevano tanto da mangiare, adesso stanno diventando tantissimi e il cibo incomincia a scarseggiare.

I gabbiani non hanno predatori naturali, tuttavia fino agli anni ’70 – almeno nelle nostre isole, ma probabilmente anche in altre zone -, era l’uomo il loro “nemico naturale” o meglio “il controllore delle nascite”. Le uova dei gabbiani venivano utilizzate.

Gabbiani. Due uova [10]

Piccoli di gabbiano [11]

Gabbiano in volo.3 [12]
Il territorio – soprattutto Palmarola, da sempre preferita dai gabbiani per la nidificazione – era pattugliato alla ricerca dei nidi. I ragazzi più leggeri ed agili arrivavano a calarsi, con l’aiuto di corde, anche sui fianchi dei faraglioni più impervi e questa faticata, non priva di pericoli, veniva ripetuta a distanza di pochi giorni dalla prima, perché la femmina non trovando più le uova ne avrebbe deposto delle altre e queste sì che sarebbero state buone (fresche). Poiché il loro periodo di nidificazione è in primavera che poi corrisponde alla Pasqua, la maggior parte delle uova dei gabbiani finiva nei casatielli o altre bontà pasquali, nonché in grosse frittate, magari di asparagi selvatici, anche questi primaverili…

In genere si afferma che le uova dei gabbiani non siano gradevoli perché porterebbero un odore di pesce; mi è stato invece assicurato, da chi le ha mangiate, che quando le uova sono appena deposte, non è affatto così, in pratica non le distingui da un uovo di gallina. O forse sarà come diceva Bertoldo: il miglior boccone è la fame!

Oggi però le loro uova nessuno le va più a prendere ed il numero dei gabbiani sta aumentando in modo esponenziale. Mentre un discorso serio di “controllo delle nascite” andrebbe affrontato.

Gabbiani. BN [13]