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Ancora puparuole..!

di Ernesto Prudente
Piennuli di peroncino e aglio [1]

 

Voce estratta dal volume “Alfazeta” voci del dialetto ponziano pubblicato integralmente su questo sito (digitare – Alfazeta – nel riquadro CERCA NEL SITO)

 

Stimolati, come spesso accade, dal piccolo componimento di Franco De Luca (leggi qui [2]), ci siamo chiesti perché mai parli di ‘puparuolo’ e non piuttosto di ‘puparuolo piccante’, ‘puparuliéll’, o ‘furtiènte’.
…E mentre giriamo la domanda all’Autore, siamo andato a riguardare qualcosa, dai libri di Ernesto, sul sito, e altrove… ripromettendoci di approfondire ulteriormente l’argomento  che si preannuncia molto, molto ‘piccante’.
L.R.

 

Puparuole – peperone.  Pianta e frutto mangereccio. Vi sono diverse varietà che vengono cucinate in modi diversi. Un rigo a parte lo merita il peperoncino, penso che sia doveroso perché su questo particolare frutto c’è una vasta letteratura.

E’ una pianta che è arrivata in Europa dopo la scoperta della America e subito ha trovato possibilità di espandersi. E’ molto usata in cucina perché dà alla pietanza un sapore caratteristico che le papille gustative accettano con gradimento.
È anche un rimedio per diverse malattie. Combatte l’asma, la febbre il mal di gola, i disturbi dello stomaco.
È un balsamo per la lombaggine, il torcicollo, i reumatismi.
È un toccasana per il cuore, l’organo che più di tutti trae vantaggio da un piatto di penne all’arrabbiata e da una bruschetta piccante. Riduce il rischio di arteriosclerosi perché abbassa il colesterolo, aumenta la capacità dell’organismo nel prevenire i trombi.
E poi, e poi… “a marite musce mine puparuole assaje” (Se te vuò addecrejà  jénghe u piàtte ‘i maritete chine ’i puparuole).
Mia moglie tiene una corona di peperoncini, da sembrare coralli, sulla spalliera del letto, pronti all’uso.

A Diamante Marina, paese del cosentino, è nata da oltre trent’anni l’Accademia Italiana del Peperoncino che ha oltre cinquanta delegazioni sparpagliate nel mondo. Ha una sede a New York, una a Parigi, una a Sydney, una a Tokio.
In un altro paese del consentino, Maierà, è stato creato il Museo del Peperoncino con circa trecento piante di vari tipi.

Il peperoncino è il padrone della nostra cucina. Come si fa a non accettare la squisitezza  la bontà, la prelibatezza di quei piatti corretti dal peperoncino che li rende eleganti come le penne all’arrabbiata e i bucatini alla amatriciana. Come si può rimanere muti di fronte al leggendario, fantastico, favoloso piatto di spaghetti, aglio, olio e peperoncino che, con una spruzzata di pecorino sardo, diventa mitico.


Ancora 
Ernesto, da: ’A sporte d’u tarallare

Puparuole:
Ve ne sono di diversi tipi. Da quelli grossi colorati, la cui morte migliore è farli arrostiti e poi condirli con aglio e olio; ai verdi, che saltati in padella con qualche pomodorino sono una delizia, ai cerasuòle, peperoncini forti, di cui si fa un largo uso nella cucina ponzese


Sempre Ernesto
, da: ’A ’nzerte

Puparuòle, (singolare maschile): peperone.
Puparuole puparuo’! (significato traslato): credulone


Dialetto procidano
(come da consulenza di Rosanna Conte): Puparuliedd’ abbrucient’

 

Immagine di copertina: piénnul’ ‘i puparuliell’ e aglie

 

[“Puparuole”.  Continua)]