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Storia di una perdita …d’acqua

di Alessandro Vitiello (Sandro)

 

Ebbene sì, ogni tanto bisogna ammettere le proprie sconfitte.

C’è stato un tempo in cui quando c’erano i problemi, c’erano gli uomini che li risolvevano.
Poi è venuto il tempo dei burocrati e tutto si è complicato.
Però anche a questo tempo nefasto si potrebbe porre rimedio ma a volte le montagne della mia isola sono poca cosa rispetto alle sue disgrazie.

 Fioriera.1 [1]

Dalle parti del misfatto

Torniamo a noi.
Che a Ponza manchi l’acqua in agosto non è una novità; che manchi nell’estrema punta dell’isola (Cala Caparra) è quasi regola.
Scoprire però che l’acqua che potrebbe essere utilizzata da un pò di famiglie che abitano dalle parti di Cala Fonte esca dai tubi dell’acquedotto per andarsene in mare con un rivolo dal getto costante, fa girare le scatole.
Può succedere e, quindi, da “bravo cittadino” chiamo il Comune di Ponza e mi faccio dare il numero telefonico dell’ufficio competente a cui segnalare il guasto.

Cattura.1 [2]

Mi risponde una gentile signora che mi da il numero di un’utenza fissa a cui chiamo diverse volte in giorni diversi.
Risponde una segreteria telefonica a cui racconto i dettagli del guasto, scandisco il mio nome, recapito telefonico e aspetto.
Dopo tre giorni di inutile attesa un amico mi dice di chiamare un cellulare da cui avrò sicuramente risposte.
Chiamo il numero di cellulare e il signore che mi risponde mi dice che quello è problema di vecchia data a cui non si può trovare soluzione se non arriva “da fuori” un pezzo.
Gli domando se si può trovare soluzione e lui mi consiglia di utilizzare un pozzo o una vasca per raccogliere le acque nelle ore notturne.
Altro non può fare.
Ne prendo atto e… basta.

Cattura.2 [3]

Nel frattempo – per vedere l’effetto che fa – incomincio a postare su Facebook una foto al giorno del pozza d’acqua e del rivolo.
Arrivano diversi commenti.
Il primo mi dice che quel guasto è stato “sistemato” già sette (dicasi sette!) volte e dopo qualche giorno è punto e daccapo.
Manca il pezzo e ci si arrangia con le “canotte”.
Dev’essere una qualche flangia speciale tipo quelle destinate ai pozzi petroliferi se in tutti questi mesi non è stata trovata e sistemata.
Sta di fatto che ad un certo punto “Ponza Futura”,  su Facebook mi indica una strada: “Chiama Vigorelli che gli tira un cazzotto in testa a Pietrantonie”

Cattura.3 [4]

Sarà che da qualche tempo non reputo più molto corretto tirare cazzotti in testa ai dipendenti comunali e sarà pure che Vigorelli è sicuramente impegnato in ben altre cose di maggiore importanza, non ho dato seguito a questo consiglio.
Comunque ho ritenuto opportuno fare di necessità virtù.
“Se nulla possono gli uomini ci si affida ai santi” – avrebbe detto qualcuno più devoto di me.
Ipotizziamo – dico ipotizziamo – che quell’acqua, attraversando quel pezzo d’isola acquisti proprietà curative e taumaturgiche?
Una cappelletta oggi, un santuario domani e a Cala Caparra ci sistemiamo tutti quanti.
Una commentatrice di sicure origini settentrionali si è azzardata a ipotizzare una SPA (centro benessere).
Si potrebbe fare, almeno parlarne.
Un’amica d’infanzia, anzi dei tempi delle medie, mi ha incitato a perseverare.
Forse ha qualche terreno lì attorno da lottizzare.
Sono partito sconfitto.
Il rivolo d’acqua ormai si è costruito un suo percorso ben definito e non ha quasi sbavature.
Dalle parti di Cala Fonte di acqua continua ad arrivarne poca e la mia idea di un luogo di culto non è decollata.
Un’unica consolazione: un buontempone ha cercato di tirarne fuori un’idea simpatica accreditando il “laghetto” che si è formato ad una nuova possibile licenza di affittabarche.

Cattura.4 [5]

Credo sia stato lo stesso fantasioso inventore del cartello “Affittabarche” ad aggiungere alla pozza d’acqua anche qualche barchetta di carta e pure due barchette fatte cu’ i palette: le foglie dei fichi d’India.
Non le vedevo da cinquant’anni, usate a quello scopo (*), e un pochino mi sono commosso.

 

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(*) Lino Catello Pagano usava le foglie più grandi dell’agave (zamperevìte o canna feola) come sci rudimentali per scivolare sulla neve! (leggi qui [7])