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Economia, politica, cultura

di Francesco (Franco) De Luca
Mediazione [1]

 

Allo scadere dell’estate, che è il periodo in cui è prevalente nella vita isolana la dimensione economica, in un momento in cui le cronache giornalistiche verificano una vivacità nello scontro politico, si avverte la mancanza della cultura (in quanto fautrice di riflessione non di liturgie ideologiche).

Ora, la politica di per sé tende ad aumentare il potere di chi l’esercita, e l’economia tende ad aumentare il divario fra ricchi e poveri. Chi deve fare da mediatrice fra le suddette forze, a rinforzo della vita democratica, è la cultura. Senza, finisce che la politica viene subita dai cittadini perché il potere non li ascolta, l’economia polarizza le diversità non le amalgama. Con la cultura (in quanto riflessione critica) si bilanciano le forze a vantaggio della vita democratica.

Il ragionamento mira ad ottenere che i detentori del potere politico siano aperti alle sollecitazioni culturali, così come i padroni dell’economia si aprano alle considerazioni sociali, e i gestori dei mezzi di comunicazione tentino mediazioni proficue tra le parti. A tutto vantaggio della vita democratica del paese.

Di quale paese si sta parlando? Ma di Ponza, naturalmente. Anche qui si avverte un arroccamento dei fronti, come da guerra fredda. Quando invece l’interesse di tutti è che le parti dialoghino. Fuori dai preconcetti, dai fraintendimenti passati, dagli asti.

La fragilità del tessuto sociale della nostra isola ha bisogno di interventi connettivi, di rammendi associativi, anche in previsione del periodo in cui più si cerca la solidarietà ovvero il periodo invernale.

Chi ha orecchi intenda.