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Il trenino no, non l’avevo considerato

di Luisa Guarino
Treno-trenino [1]

 

Sono rimasta piacevolmente colpita dall’intervista di Giuseppe Mazzella a Olga Angiolillo (leggi qui [2]): è un pezzo bello in cui una persona che ama profondamente Ponza (anzi Le Forna) apre il suo cuore e racconta tanta bellezza e uno stile di vita che non ci sono più, sottolineando però giustamente anche le ‘devianze’ introdotte negli ultimi tempi.

“L’isola è più pulita e anche il mare sembra più pulito”, dice, e siamo perfettamente d’accordo. Ma altrettanto d’accordo siamo sullo sconcerto che prova di fronte a file di sdraio e ombrelloni che fanno assomigliare Ponza agli arenili dell’Adriatico. Però il massimo del raccapriccio l’ho provato sentendo che per le vie di Ponza ora c’è anche un trenino da Luna Park, per i bambini immagino.

Non sono a Ponza in questo periodo e nessuno mi aveva messo a parte… di questa  novità. Ma mai come in questo caso mi sono potuta rendere conto che a volte solo la lontananza può restituirci la bellezza e l’unicità dei luoghi, soprattutto se si tratta di Ponza.

Pensavamo/speravamo di essere esenti dall’omologazione dilagante, che dovunque livella verso il basso: speranza vana.
Ponza selvaggia e unica per gli scorci impareggiabili, la grande libertà, le spiagge piene di sassi, gli scogli scomodi da raggiungere e duri da sopportare.
Un’isola che seppure a poche miglia dalla costa ti faceva sentire lontano dal mondo, come in un atollo del Pacifico. Un’isola affascinante, fatta di silenzi e dei rumori di barche e marinai.
Un’isola forse non proprio adatta ai bambini, ma dove finora i bambini sono sempre vissuti e si sono divertiti.
Ricordo che una volta mio figlio, piccolo, durante l’estate mi ha chiesto: “Quando torniamo in Italia?”

Perché Ponza era al di fuori e al di sopra di tutto, lontana anni luce dalla piatta quotidianità di città e paesi della terraferma.

Ora tutto questo fascino è scomparso. I giorni pigri e assolati non possono bastare; le notti a chiacchierare al bar o sul muretto, al massimo in compagnia di una chitarra, non ci sono più. Sembra sparito perfino lo sciame delle Perseidi da osservare sul piazzale buio di Chiaia di Luna.

Ma il trenino no, credetemi, proprio non l’avevo considerato.