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L’affondamento del Santa Lucia, 71 anni dopo

di Rosanna Conte
Foto subacquea relitto. 68° Annivers [1]

 

Come ogni anno dal 1943, il 24 luglio c’è la commemorazione dell’affondamento del Santa Lucia al largo di Ventotene, un evento luttuoso che ha colpito particolarmente le due comunità isolane, ma che ha toccato anche singole famiglie situate altrove.

Ieri sera a Giancos si è molto avvertito questo aspetto.

La cerimonia che si è svolta con la partecipazione di un’ottantina di persone, quasi tutte ponzesi, è stata strutturata intorno all’ancora – monumento che è stata arricchita con nuovi elementi simbolici, come le coccarde che rappresentano i carabinieri affondati quel tragico giorno, e  un’epigrafe scritta in latino.

Ha coordinato i diversi momenti Francesco Cordella che ha aperto con la lettura della lettera scritta a Mirella Romano dalla figlia del comandante Simeone – deceduto qualche giorno dopo l’affondamento del Santa Lucia, per le ferite riportate durante l’attacco aereo – dispiaciuta di non poter essere presente, ma col cuore pieno di gratitudine per la meritoria opera di ricordo che Mirella da anni svolge perché arrivi alle nuove generazioni il senso del dolore per la perdita e l’orrore per la guerra.

La banda di Ponza ha suonato un primo pezzo di musica militare, ‘Super’, e Mirella ha letto una preghiera di sua composizione, che ha dato inizio alla liturgia religiosa della Messa.

La Messa [2]

Don Ramon ha sottolineato l’importanza di ricordare il passato perché ci spiega il presente e, spesso, consente di atterrare nel futuro con strumenti migliori. La vivificazione del ricordo crea quella serie di input che si verificano nel museo interattivo dove la partecipazione emotiva supera la barriera del tempo.
Ma il tema di fondo della sua omelia è stata la ricerca della pace. Le vittime innocenti della guerra sono di monito ai vivi – ed ha citato l’oggi con l’abbattimento dell’aereo in Ucraina – che riconoscono nella pace un bene incommensurabile da coltivare e difendere sempre. E la pace non si ottiene solo con la preghiera, ma con le scelte quotidiane a cui si è educati in famiglia e nella comunità: ognuno di noi può creare condizioni di pace col suo comportamento.

Al termine della messa c’è stata la benedizione del monumento e Mirella ha letto una commovente poesia sul timone del Santa Lucia, ripescato lo scorso anno dai sub e sottoposto a restauro: sarà collocato nella sala dedicata presente nel Museo.

In ricordo delle vittime militari sono state lette la Preghiera del marinaio  e la Preghiera del Carabiniere. Sono stati ricordati  per nome i 14 carabinieri morti nell’affondamento ed anche l’unico superstite, morto ultranovantenne nel 2011. Intanto una bambina, accompagnata da una signora, figlia di uno dei carabinieri scomparsi nel naufragio, liberava dei palloncini che si  sono innalzati verso il cielo fino a scomparire.

Al termine la banda ha suonato il Silenzio e l’Inno di Mameli.

La comunità di Ventotene non poteva essere assente a questa cerimonia ed era rappresentata da Daniele Coraggio, presidente della Comunità Arcipelago delle isole Ponziane, che ha portato i saluti del primo cittadino della sua isola.

Molto bello è stato l’intervento di un alunno dell’Istituto nautico di Gaeta, Andrea Mazzuferi, che si è diplomato quest’anno con una tesina sul Santa Lucia. Ha ringraziato il suo professore, accanto a lui, per avergli fatto scoprire questo tragico evento che non può che spingere al desiderio di pace, un sentimento da diffondere e coltivare tra i giovani.

Mirella ha avviato la chiusura con i ringraziamenti a coloro che hanno collaborato a dare vita alla cerimonia, ai presenti e alle autorità istituzionali.

Infine, sulle note dell’Inno alla Gioia, si è innalzato dal piazzale di Giancos, la mongolfiera di Ventotene su cui erano dipinti tanti cuori, auguri di pace.

Piccola mongolfiera.1 [3]

Piccola mongolfiera.2 [4]

Piccola mongolfiera.3 [5]Immagine di copertina. Foto subacquea del relitto, presa in occasione del 68° Anniversario