Ambiente e Natura

Un “alieno” a mare

inviato da Franco De LucaIMG_0972

 

Invio al prof. Adriano Madonna queste foto perché chiarisca che animale è, a quale famiglia appartiene, quale il suo habitat.

L’ho trovato stamane 16 luglio sulla spiaggia di san Silverio a Palmarola. Era sulla battigia, frammisto ai sassolini. Si muoveva al tatto e perciò l’ho messo in acqua, ma non ha dato segni di vitalità.

Le foto evidenziano quello che mi appare una testa (con due cornicelle), un accenno di bocca, la parte terminale. Sul dorso aveva una specie di aluccia (nella foto è appiattita), e una protuberanza strana.

A detta di qualcuno è “la farfalla di mare”.

La morte ha fatto fuoriuscire quel liquido giallo (nella foto).

Un  “alieno”  per me, ma non per Lei, egregio professore!

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Conosciuto il nome dell’U.S.O. – Unidentified Swimming Object – (v. nel primo commento), è stato facile trovarne le immagini nel web riferibili all’essere nel suo ambiente, da vivo. Un grazie ad Adriano Madonna per la competenza e la tempestività di risposta.
l. R.

Aplysia punctata.1

Aplysia punctata.2. Sea hare

Aplysia punctata. Sea hare (cliccare per ingrandire)

3 Comments

3 Comments

  1. Adriano Madonna

    17 Luglio 2014 at 06:41

    Dalle foto che illustrano l’articolo “Un alieno a mare” non si vede molto, ma mi sembra trattarsi di una lepre di mare, un mollusco gasteropode opistobranco della famiglia degli aplisidi. Al genere Aplysia appartengono diverse specie, come Aplysia punctata e Aplysia depilans, tutte più o meno simili nell’aspetto, con colorazioni che variano dal giallo al bruno scuro. Sul dorso, la lepre di mare presenta due ali (nella foto sono appiccicate), che prendono il nome di parapodi, con cui esercita la spinta necessaria per progredire. Pessimo nuotatore, questo mollusco spesso non riesce a contrastare la forza degli idrodinamismi del mare e viene travolto dalle onde e dalla corrente. Può essere questo il motivo per cui è stato trovato tra i sassi della riva della spiaggia di San Silverio. D’estate, la lepre di mare attraversa il suo periodo riproduttivo, unendosi a formare catene di molti individui. Durante questa copula collettiva c’è scambio di gameti con successiva produzione di uova, somiglianti ad ammassi di tubuli con l’aspetto di spaghetti al pomodoro. Toccando la lepre di mare sul dorso, tra i due parapodi, si avverte, al tatto, la presenza di uno scudo duro, costituito dal residuo di un’antica conchiglia ormai ridotta al minimo dal processo evolutivo a cui è soggetto l’animale.

  2. La Redazione

    17 Luglio 2014 at 07:17

    Conosciuto il nome dell’U.S.O. – Unidentified Swimming Object -, è stato facile trovarne le immagini nel web riferibili all’essere nel suo ambiente, da vivo.
    Un grazie ad Adriano Madonna per la competenza e la tempestività di risposta.
    Le foto sono state aggiunte alla fine dell’articolo

  3. Francesco De Luca

    17 Luglio 2014 at 07:31

    Ero sicuro che il prof. Madonna avrebbe arricchito di conoscenza l’esperienza comune che noi, isolani, abbiamo della ricca fauna marina!
    Io che l’ho toccato attesto che le alucce erano due e che sul dorso aveva qualcosa di strano.
    Ringrazio il prof. Madonna per la risposta e il sito Ponza racconta che si presta a questi ponti comunicativi proficui.
    Dunque non un “alieno” bensì una lepre di mare.

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