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Io lo conosco, Usucapione!

di Francesco De Luca
Il paesano e l'azzeccagarbugli [1]

 

Silverio Guarino è da tempo che si è allontanato da Ponza, ma io lo conosco bene il signor Usucapione, e con me buona parte dei compaesani.

Silverio lo ha soltanto evocato (leggi qui [2]) e non mi sembra giusto… una persona così a modo ha bisogno di ben altra menzione.
Non me ne vorrà l’amico Silverio se colmo questa lacuna.

Ordunque Usucapione ha casa sopra gli Scotti (ma la parentela è diffusa sull’isola ), è persona dignitosa, rispettosa e devota. Ah sì… questo va sottolineato perché il suo spirito religioso è evidente. Ha un debole per la Madonna Addolorata, tant’ è che è uno dei fedeli portatori della statua. Ma il suo cuore religioso va in tachicardia per san Silverio. Per la cui festa è uno dei donatori (in soldi!) più generosi e solleciti.

Lo frequento da anni perciò posso dire qualcosa delle sue propensioni caratteriali e dei suoi sentimenti (anche per sua espressa ammissione!)

Ebbene, quello che non riesce a tollerare vuoi come principio morale vuoi sociale è il concetto di  proprietà.

“ ’A proprietà  – mi spiegò una volta  –  non è di chi ha l’atto di possesso bensì di chi la cura”.
“E dunque se tu ti disinteressi di quelle grotte che i tuoi genitori ti hanno lasciato con tanto amore, oltre ad essere un ingrato sei anche un disonesto.
Se un altro, un altro qualsiasi, le pulisce, le accudisce, le rende utilizzabili, al posto tuo, fa un atto di giustizia. Se ne impossessa… per usucapione… fa  bene, rende giustizia agli uomini e alle cose. Non solo… mette in un circuito di fruibilità sociale un bene che stava deteriorandosi “.

Ora, non so se ho ben trascritto il suo pensiero, ma il ragionamento fila.

L’amico Usucapione ha una ricchezza di esempi del genere da far paura, anche perché molti sono passati sotto le mani sue e quelle del suo avvocato.

Nel suo quartiere, apparentemente è temuto per la disinvoltura con cui individua immobili in abbandono, ma in verità è stimato. Pendono su di lui cause, civili e penali, a iosa, ma s’è fatta una discreta fortuna, qua mettendo a frutto vigneti trasandati, giardini indivisi, case quasi diroccate. Di gente emigrata, o la cui quota catastale era inconsistente, o di gente morta senza eredi diretti.
Insomma un benefattore… quasi. Forse esagero… diciamo  un uomo che ha voluto caricare la sua persona di uno spessore.

Io frequento poco ma in chiesa sta sempre al suo posto, in prima fila, e gli altri a distanza.
“Scambiatevi il segno di pace” – invita il prete, e lui si gira di qua e di là ma i paesani stanno lontani e non può.
– Lo aspetta la pace del Signore – si augurano.