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Il Progetto Museo. (3)
Per le puntate precedenti digita – Progetto Museo – nel riquadro CERCA NEL SITO, in Frontespizio . Prendendo spunto dalle analisi e dai confronti precedenti, abbiamo tracciato delle linee-guida che ovviamente possono essere ampliate: Tipologia museale . La prima considerazione da fare è sulla natura e sulle sfere d’interesse di uno spazio museale. In un contesto come quello esposto, innanzitutto avvertiamo l’esigenza di uno spazio che sia sì espositivo, ma non statico. Di tutto c’è bisogno, infatti, tranne che di seppellire sotto una patina di polvere le conoscenze e le specificità del nostro passato; quella memoria che ci ha portato ad essere quello che siamo e che, se non resa viva ed attualizzata, rischia di scomparire, e con essa la comunità stessa. Ed ecco così evidenziati due presupposti di partenza: Non abbiamo bisogno né di rinchiudere in una prigione quella storia di cui tutti avvertiamo la necessità di salvaguardia e divulgazione, né di creare uno spazio mono-tematico in cui approfondire un aspetto a scapito di altri. Non abbiamo bisogno, cioè, di un museo del mare, piuttosto che di un museo archeologico, o etno-antropologico, o naturalistico, e così discorrendo. O meglio, abbiamo bisogno di queste e di tante altre cose insieme, in questa fase. In quali modi sviluppare tale progetto? Innanzitutto costruendo più dimensioni possibili: ◆ di spazio, prevedendo l’utilizzo di siti esterni al museo (esterni, ma che partono dal museo). ◆ di tempo, attraverso un percorso di più momenti della nostra storia che si sviluppano nelle varie sale. ◆ di visioni, attraverso l’utilizzo di più tecniche e materiali per la divulgazione e valorizzazione dei reperti. ◆ di raccordo, in quanto fulcro di tutte le evidenze archeologiche e borboniche attualmente in corso di valorizzazione, pure attraverso la formazione e l’azione di guide turistiche locali. Lo spazio più idoneo per l’esposizione delle mostre permanenti è in linea di massima all’interno delle varie sale, mentre lo spazio centrale può essere utilizzato per le mostre temporanee e/o come sala convegni, proprio in nome della multi-dimensionalità e della maggior fruibilità. Ipotesi di progetto. – Sala archeologica. Ne occorrerebbero almeno due: – Sala del monachesimo. Non solo San Silverio. Non solo i primi martiri cristiani. Il monachesimo a Ponza Palmarola e Zannone ha rappresentato un vero e proprio tentativo di ‘stanzialità’, soprattutto in epoche in cui vivere a Ponza era un azzardo nel confuso e variegato scenario geopolitico del Mediterraneo. Può servire ad evidenziare come Ponza è stata nei secoli “un’isola contenitore”, per diverse aggregazioni in diversi periodi, con intervalli di completo abbandono. La popolazione attuale (con i relativi cognomi) è solo l’ultimo portato, conseguenza della colonizzazione voluta dal governo borbonico e attuata con famiglie provenienti da Ischia e Torre del Greco (rispettivamente nel 1734 e 1772) – Casa ponzese dell’ottocento. Possibilmente all’esterno del museo. La sua collocazione ideale è in una abitazione “reale”, possibilmente in centro storico, dove riprodurre tipologie abitative d’epoca. – Sala arti e mestieri. Da raccordare con l’eventuale “casa dell’ottocento”. Sala ampia in cui riproporre i più significativi esempi manifatturieri di attività economico-culturale della comunità ponzese storica. Da impreziosire con testimonianze storiche di altra natura (video-radio-interviste, foto storiche, quotidiani d’epoca, monografie, ecc.). Eventualmente prevedere tre aree tematiche espositive: ‘mare/pesca’ – ‘terra’ – ‘emigrazione’. – Sala ‘Santa Lucia’. Già esistente. Da ottimizzare gli spazi a disposizione per aumentate esigenze espositive. – Sala ‘Confino’. Ambiente ideale la “sala del graffito”, unica testimonianza “murale” dell’utilizzo dei ‘Cameroni’ per confino politico durante il ventennio: in questa sala è infatti presente un disegno (una sorta di stemma) realizzato da un confinato, probabilmente slavo. Conservazione documenti cartacei; esposizione (murale o su pannelli centrali) dei documenti più significativi; informatizzazione dei dati; ricerca e possibilità di consultare il materiale conservato (video, sonori, immagini, arte, ecc.), inclusi i recenti approfondimenti apparsi sul sito [ricerca nel menu in alto a sin del sito.: “Storia” à “Confino”: a tutt’oggi circa 120 articoli!]. – Sala ‘Miniera’. Un capitolo importante e relativamente negletto del recente passato di Ponza di cui esistono prove documentali sparse, una quantità di foto, oggetti d’uso, che troverebbero nel ‘Museo’ la loro sede più appropriata. – Sala ‘Mondo sommerso’. Esposizione filmati ed immagini di esplorazioni subacquee di vario genere (natura, archeologia, relitti storici, ecc.). – Archivio storico /Biblioteca. Da realizzare eventualmente in un sito alternativo (ma contiguo) al Museo; ove catalogare i documenti (per età storica, per sfera d’interesse) e successiva informatizzazione dei dati; conservare gli stessi in ambiente protetto (umidità e sicurezza). Eventuale trasposizione di documenti (temporanea o permanente) in ambito museale. Conservazione cartacea ed informatica di tutti i documenti che non trovano collocazione nelle altre sale.
Seguiranno a breve (prossima e ultima puntata) gli altri punti del Progetto
Note (1) – Questo progetto, in parte, risale al 2008. La dizione “in corso di realizzazione” significa che all’epoca c’erano due progetti: (2) – OPAC è la sigla di Online Public Access Catalogue, ossia catalogo in linea accessibile pubblicamente. Foto di copertina.
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