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Ponza e la sua natura geologica. (5). I lavori a Cala Feola e il problema del depuratore

a cura della RedazioneCala Feola. GEO like copy [1]

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Per gli articoli precedenti sul tema digita – natura geologica – nel riquadro CERCA NEL SITO, in Frontespizio

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Proseguiamo con l’esposizione dei lavori previsti a cura del commissario straordinario Santoro

Cala Feola
Il progetto per la mitigazione del rischio a Cala Feola è in itinere, necessita ancora di ulteriori pareri per poi arrivare alla conferenza di servizio per l’approvazione definitiva dell’intervento.
Allo stato attuale, questo progetto non appare invasivo.
Esso prevede che le falesie a destra ed a sinistra della spiaggia vengano ripulite di tutte le porzioni di rocce aggettanti. È previsto che l’intervento venga fatto solo con l’ausilio di attrezzature manuali.

Ponza. Cala Feola. Spiaggia [2]

Cala Feola dall'entroterra [3]

Spostandosi invece verso il lato delle scogliere adiacenti alle piscine naturali, là dove lungo la costa, a pochi metri dal mare, vi sono rocce la cui base è stata erosa dagli agenti atmosferici – pioggia, vento, mareggiate – piuttosto che demolire e ridurre le rocce aggettanti, i tecnici prevedono di riempire la parte mancante con il materiale tolto dalle falesie intorno alla spiaggia e far costruire muretti a secco tipo parracine a mò di zeppa a sostegno della parte aggettante. Questo tipo di intervento non ha solo lo scopo di ridurre il rischio di caduta massi, ma consente anche di dilazionare nel tempo gli effetti negativi dell’erosione.
Inoltre si può riutilizzare anche il materiale di risulta (o almeno una parte) di quanto demolito dal lato spiaggia, riducendo così i costi per il trasporto in discarica dello stesso.

Spiagg. Cala Feola. Estrem. di dx [4]

Spiaggetta di Cala Feola: estremità di dx, guardando la spiaggia dal mare

Zona da bonificare [5]

Bonificare. Part [6]

La zona da sottoporre a bonifica con apposizione di materiale di risulta e ricostituzione di una struttura simil parracine (vedi testo)

 

Nulla è possibile fare invece per la parte di costone che a mò di ponte sovrasta le piscine e su cui passa una delle stradine che porta agli scogli, che pertanto sarà interdetta.

Ponza. Piscine naturali.2 [7]

Ponza Piscine Naturali.1 [8]

Ponza. Piscine naturali.3 [9]

Ponza. Piscine naturali.4 [10]

Piscine naturali.6 [11]

Varie immagine della zona delle Piscine naturali (cliccare per ingrandire). Nell’ultima foto (sopra la scritta bar) si vede la stradina (protetta da paletti bianchi e corrimano) considerata a rischio

A lavori completati, sempre seguendo la già descritta trafila e augurandosi che ognuno faccia la sua parte, gli organi competenti potranno attestare una riduzione del rischio.

Comunque, nonostante questa sia la zona che presenta la criticità minore tra tutte quelle considerate, non si prevede che l’area dopo l’esecuzione dei lavori possa passare dall’attuale R4 (il rischio più alto) ad un indice di pericolosità inferiore.

L’unica contrazione che forse sarà possibile ottenere è una eventuale riduzione della profondità del buffer, dagli attuali 50 m ad una profondità inferiore (ancora )tutta da definire. Questa eventuale riduzione sarebbe determinata non dell’intervento ma per l’oggettiva constatazione che la costa in quell’area è bassa e anche verso l’interno non sono presenti picchi o falesie.
Teniamo presente questo aspetto. Ripetiamo non saranno i lavori a far ridurre l’indice di pericolosità, ma la constatazione che sono gli stessi luoghi ad avere un rischio inferiore.

Lo stanziamento previsto per questi lavori a Cala Feola è di poco inferiore al milione di euro, sempre a valere sui 5,7 milioni previsti dall’Accordo di Programma del 2010.

 

Il depuratore

A margine della situazione PAI in quest’area, riportiamo alcune note che riguardano il depuratore situato subito alle spalle della spiaggetta di Cala Feola.
La Regione Lazio (con lavori non affidati a Santoro) già dalla fine del 2009 aveva avocato a sé l’onere di finanziare e far redigere un progetto completo per tutta la rete fognaria e di depurazione delle Forna, (definito ‘Ponza nord’) estromettendo di fatto il Comune.

Alla base di questa scelta c’era stata sia la constatazione della lentezza della macchina burocratica locale; inoltre la considerazione che fosse necessario far redigere un unico progetto complessivo per tutta l’area che presenta non poche peculiarità e particolarità,  quali l’estensione del territorio su cui dover intervenire, le diverse quote a cui si trovano nuclei abitativi, una forte variabilità del numero degli abitanti a seconda dei periodi dell’anno, la presenza di abitazioni isolate.

Il progetto doveva quindi essere costituito da tre parti: la rete fognaria, gli impianti di sollevamento (per superare le diverse quote) e l’impianto di depurazione: il tutto coordinato secondo un piano globale. La regione nel 2010 procedette quindi ad primo stanziamento pari a circa 2,2 milioni di euro.

Mentre la realizzazione dell’intera opera dovrebbe costare circa cinque volte questa cifra ed è previsto che venga finanziato per tranche successive.

La Regione commissionò, già nei primi mesi del 2010, ad un team di ingegneri specializzati, l’intera progettazione. Ad elaborazione completata, nel marzo del 2012 (epoca del Commissario Prefettizio) fu indetta, sempre dalla Regione, una pre-conferenza di servizi per una prima valutazione di tutto il progetto; ed in quella sede emerse la problematica PAI.

Sì, il PAI, è questo il motivo che sta rallentando – e non poco – la realizzazione/completamento di tutto il sistema fognario delle Forna.

Come già accennato prima, là dove sorge l’edificio del depuratore come pure in alcune zone circostanti, la  profondità del buffer di 50 m dal mare non avrebbe motivo di esistere, oggettivamente non ci sono evidenti pericoli incombenti, ma il PAI a Ponza, non va per il sottile, marca una linea rossa uguale dappertutto!

In sede di pre-conferenza, in presenza di un rischio idrogeologico accentuato, come quello dichiarato per Ponza, si stabilì la necessità di dover procedere con pareri e studi geologici per accertare quali effetti il sistema fognario potesse avere sul rischio idrogeologico della zona, o meglio se si poteva affermare che il rischio, con la realizzazione dell’opera, si riducesse.

Già perché anche nel caso di opere pubbliche non è possibile procedere se non si intervenga a riduzione del rischio.

Questi accertamenti geologici sono stati affidati sempre dalla Regione ad una struttura diversa da quella del Commissario straordinario Santoro.

Le prime risultanze, positive per la realizzazione dell’opera, sono state comunicate in un altro incontro sempre preliminare di conferenza di servizio a novembre 2013, a cui ovviamente è stato invitato, come tutte le altre volte, anche il Comune di Ponza.

La previsione è di arrivare subito dopo questa estate ad un’ulteriore incontro che dovrebbe chiudere la conferenza di servizi ed approvare l’intero progetto del sistema fognario delle Forna.
Se tutto dovesse procedere nel migliore dei modi, per i primi mesi del 2015 potrebbe essere avviata la procedura per la gara d’appalto per realizzare la prima tranche dei lavori che hanno già la copertura finanziaria di 2,2 milioni di euro.
In questa prima fase è previsto il ripristino del depuratore di Cala Feola, il completamento degli impianti di sollevamento ed l’inizio dei lavori di collegamento della rete al depuratore.

Ma, ripetiamo, è un’attività che nel bene o nel male sta portando avanti la Regione; il Comune viene solo invitato in sede di conferenza di servizi e tenuto al corrente del procedere degli eventi, ma non ha alcun potere decisionale e come detto non da oggi, ma dal 2009.

 

Affronteremo, nel prossimo articolo, l’altro progetto di mitigazione del rischio, che sta procedendo di pari passo con Cala Feola: la ‘regimazione’ idraulica dell’area del tunnel romano di Chiaia di Luna

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[Ponza e la sua natura geologica. (5). Cala Feola e il problema del depuratore – Continua]