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Ponza e la sua natura geologica. (4). Il progetto di mitigazione del rischio a Frontone

a cura della Redazione
Cartelli Lavori. Completo [1]

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Per gli articoli precedenti sul tema digita – natura geologica – nel riquadro CERCA NEL SITO, in Frontespizio

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Altri progetti, sempre a cura del Commissario straordinario, sono in corso di definizione, come vedremo più avanti.
Andiamo a considerarli uno per uno

I lavori a Frontone sono già iniziati, almeno in teoria.
La rete rossa delimita la parte fruibile dell’area, dalla parte riservata al cantiere.

Zona di sin. della spiaggia. Rete rossa [2]

Per adesso comunque, l’unico intervento posto in essere è stato il ‘disgancio’ di materiale ritenuto pericoloso nella parte tutta a sinistra della spiaggia per chi guarda dal mare, che poi è la parte destinata ad essere interdetta (già da tempo una recinzione ne impedisce l’accesso), poiché secondo la valutazione dei tecnici il pericolo in quell’area è tale da non poter essere mitigato.
Ricordiamo peraltro che i ponzesi – pur non essendo tecnici –  è già da 50 anni che evitano di avvicinarsi troppo a quella zona.

Tra questo lato e la struttura ex-ENAL (il cosiddetto eco-mostro) si staglia la parete alta. Il tutto si può ben vedere nelle varie foto che seguono, da diverse angolazioni e in diversi periodi storici dell’utilizzo della spiaggia

Frontone Dopolavoro Enal. Anni '60 [3]

Frontone Dopolavoro Enal anni ’60

5. Ponza Frontone. Veduta della spiaggia copia [4]

Frontone. Rada copia [5]

Frontone.la spiaggia vista dalle 'Piscine' [6]

Frontone. La spiaggia vista dalle ‘Piscine’

Frontone. Il degrado della struttura ex Enal. Dall'int. verso l'esterno [7]

Frontone. Il degrado della struttura ex Enal. Vista dall’int. verso l’esterno

Su questa parete, una volta ripulita dai sassi instabili e fissati quattro grossi massi considerati pericolosi, l’intervento procederà con il fissaggio nella parte alta della parete di una rete metallica per una larghezza di 20 metri. In sostanza le reti saranno ancorate in gran parte al vecchio sentiero che da Santa Maria portava alla spiaggia di Frontone, e andranno ad ‘imbracare’ tutta la parte alta della parete.
Il sentiero chiaramente non esisterà più.

È previsto che questa rete, come tutta la parete, venga periodicamente ispezionata.
A monte della rete verrà inoltre costruito un fosso di guardia per le acque piovane così che esse non dovranno più dilavare lungo la parete.

Alla base della stessa parete sarà costruito un terrapieno (costituito in buona parte con lo stesso materiale sganciato) dalla forma di un trapezio rettangolo. Largo alla base poco più di 5,5 m, alto quasi altrettanto e largo alla sommità poco più di 1 metro. Lo stesso sarà costruito a circa 16 -18 metri dalla retrostante parete.
Lo scopo di questo terrapieno è di trattenere nella sua parte retrostante eventuali cadute di massi e nel contempo di rendere inaccessibile l’avvicinamento alla stessa  parete stessa (peraltro già adesso di difficile accesso).
Anche più impattanti sono i lavori sul lato destro della spiaggia, nella parte quindi che va verso gli scogli.

Zona di dx della spiaggia dal mare [8]

Dalla spiaggia verso sin [9]

Dalla spiaggia verso sin. Ingrand. [10]

Anche questa parete sarà ripulita di tutte le sporgenze. Nessuna rete metallica è prevista, ma l’angolo che va da dove è stata posta la rete rossa sulla spiaggia fino alla punta della scogliera – dove sono incisi dei gradoni – quindi parecchio oltre la rete rossa posta sulla scogliera (vedi foto) diventerà un terrapieno ed anche qua verrà costruito un muro paramassi simile a quello già descritto per l’altro lato.
Dietro questo terrapieno spariranno la base della parete bianca, le grotte subito sulla destra della stessa, l’attuale passaggio tra la spiaggia e la scogliera ed una parte della scogliera medesima.

Nessun passaggio è previsto per andare dalla spiaggia alle peschiere.
Nella parte a monte della spiaggia, quindi da sotto il poliambulatorio fino alla spiaggia, tutto il canale sarà ripulito, per favorire il deflusso dell’acqua piovana.

Tutti questi lavori – è stato assicurato – verranno eseguiti senza utilizzare cemento e portando tutto il materiale via mare.

 

Questa sintetica descrizione rende abbastanza evidente che si tratta di lavori per niente ‘leggeri’, con modifiche permanenti ai luoghi e che richiederanno – come specificato nel progetto medesimo – una manutenzione costante nel tempo, con i relativi costi.

Inoltre è opinione diffusa tra gli stessi tecnici che un intervento di questa portata non fosse indispensabile alla sicurezza, mentre è di grande impatto sulla natura e bellezza dei luoghi.

Tuttavia in sede di conferenza di servizi (luglio 2012) l’Autorità di Bacino ha voluto questo progetto e nessuno ha sollevato obiezioni.
I punti nodali di questa situazione (come delle altre) saranno analizzati nelle considerazioni finali.


In tutto questo il cosiddetto ‘eco-mostro’ continua a troneggiare, avendo purtroppo ottenuto la sanatoria alcuni anni fa.
Viene da chiedersi, con quali criteri questa sanatoria è stata data?.

La proprietà dell’ex-ENAL, pur lasciando in uno stato di totale abbandono la struttura, che è diventata una pericolosa discarica (come abbiamo già documentato: leggi qui [11]), si sente comunque in una posizione di forza; anzi sembra sia l’unico soggetto che abbia avviato un’opposizione legale all’esproprio (1).

I lavori sono appaltati alla Dolomiti Rocce srl per un importo di 1,3 milioni di euro, più Iva. Parte degli interventi potranno anche essere subappaltati.
La durata complessiva dell’intervento è previsto in 8 mesi consecutivi, piogge o altro permettendo.

 

Una volta completati i lavori, si dovrà poi procedere con i collaudi e se tutto risulterà conforme a quanto approvato in sede di conferenza dei servizi si potrà procedere con la successiva attestazione che il rischio è stato ridotto e che la spiaggia può essere aperta al pubblico.
Probabilmente sarà il Commissario Straordinario a dover attestare la regolarità di tutta l’operazione e dell’avvenuta ‘mitigazione’ del rischio – va sottolineato che si parla sempre e solo di ‘mitigazione’ del rischio, mai della sua eliminazione.

Infine il Sindaco potrà procedere alla riapertura della spiaggia, assumendosi a sua volta delle responsabilità .

Ma se qualcosa, in questo lungo iter burocratico, non dovesse andare per il verso giusto?  Se qualcuno non scriverà le parole necessarie, che succederà?
Potremmo trovarci nell’assurda ipotesi di una nuova Chiaia di Luna: lavori eseguiti ma nessuno che si assuma la responsabilità all’apertura della spiaggia?


Note
(1) – L’esproprio  riguarda l’ultima parte dei terreni sulla sinistra della struttura, zona su cui in passato sorgevano dei bungalow.

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[Ponza e la sua natura geologica. (4). Frontone – Continua]

Terrapieno [12]

File .pdf del terrapieno del settore C di cui si parla nella risposta della Redazione al commento di Vincenzo Ambrosino: Frontone Tav 2 [13]